Non è uno scherzo. Brambilla e Caretta la pensano per una volta, allo stesso modo. L’ex ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla, torna a dare battaglia ai cacciatori puntando il dito questa volta sui quattro milioni di contributi pubblici all’anno che lo Stato eroga alle associazioni venatorie, ma anche alle decine di milioni di euro pagati per le protratte infrazioni da parte dell’Italia al diritto comunitario, commesse dal legislatore nazionale e regionale nell’interesse dei cacciatori e delle lobby che li sostengono.

Il colpo di scena è dietro l’angolo e ad appoggiare il pensiero-Brambilla arriva Maria Cristina Caretta. Proprio così, la bionda thienese, presidente della Confederazione associazioni venatorie italiane. ‘Non condivido nulla di quello che dice o di quello che fa Maria Vittoria Brambilla, ma concordo con lei sul fatto che, in una fase in cui tutti gli italiani sono chiamati a fare pesanti sacrifici, devono essere eliminati tutti gli sprechi e tutti i finanziamenti pubblici considerati non indispensabili per i cittadini. Concordo quindi sulla necessità di eliminare totalmente i finanziamenti pubblici previsti dalla legge sia a favore sia delle associazioni venatorie riconosciute che a favore delle associazioni animal-ambientaliste. Riteniamo sia opportuno dare un forte segnale che dimostri senso di responsabilità ed il rispetto per tantissime famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese a causa di questa terribile crisi economica dai preoccupanti riflessi occupazionali – continua Cristina Caretta – Se le famiglie italiane dimostrano quotidianamente di sapersi arrangiare senza ricevere finanziamenti pubblici, a maggior ragione devono dimostrare di sapersi arrangiare anche le associazioni venatorie riconosciute e le associazioni animal-ambientaliste. Se sarà riconosciuta l’utilità di queste associazioni, saranno i loro associati a decidere se finanziarle e continuare a farle vivere o se decretarne lo scioglimento

E proprio il caso di dire che la crisi fa miracoli mettendo d’accordo due donne come la rossa animalista e la bionda ‘di casa nostra’ che ci tiene a sottolineare come in questo drammatico momento economico sia proprio il caso di far prevalere il buon senso, anche se questo vuol dire sposare la stessa causa di chi ai cacciatori non ha mai dato pace.

 La Brambilla ha detto: ‘Mentre si carica sugli italiani la soma dell’IMU, mentre si tagliano le pensioni, si mandano a spasso gli esodati, si alza l’IVA, si taglia la pubblica amministrazione, mentre enti locali e sanità soffrono non si comprende per quale ragione dovremmo continuare a versare una somma spropositata di denaro pubblico a una risicatissima minoranza di cacciatori affinchè si diverta a fare scempio del nostro patrimonio faunistico e, non bastasse, dovremmo anche correre il pericolo di pagare “cash” ingenti somme all’Ue per consentire a costoro di sparare qualche giorno in piú a qualche specie in piú. Mi sembrano ingiustificabili oggi – conclude la nemica numero 1 dei cacciatori –  in tempi di profonda crisi, che si finanzi indirettamente un’attività che incide pesantemente sul patrimonio faunistico che è di tutti, crea una grave ferita all’ambiente, riempie di piombo le nostre campagne e le svuota di turisti’.

‘I finanziamenti devono essere tagliati a tutti, se passa la richiesta dell’ex ministro – ribatte Cristina Caretta – anche alle associazioni animaliste. E’ giusto che sia così e se un’associazione crede nella propria missione, ce la farà senza dubbio a sopravvivere, come fa già qualcuno. Non deve stupire che io concordi con la Brambilla, il Paese attraversa un momento davvero difficile, se è il caso, uniamo le forze e lottiamo assieme per una causa importante, dando ognuno il proprio contributo’.

N.B.

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