I libri, lo studio la voglia di conoscere e di contribuire alla crescita del paese che ama: Breganze.

Sono questi alcuni spunti emersi dall’incontro con Silvia Covolo, avvocato, onorevole della Lega ed ex sindaco di Breganze. È arrivata puntuale alle 8 salutando per nome le persone che incontrava ricambiata con gli occhi sorridenti di chi riceveva quel gesto che spesso dimentichiamo.

Gel sulle mani prima di entrare, mascherina ben indossata, un ciao ricambiato a tutti i presenti all’interno della pasticceria. Si presenta così, con una semplicità disarmante visto il ruolo che ricopre.

Silvia Covolo, è inevitabile parlare della sua esperienza con il covid… come sta?

Sto bene. Quando ho saputo della positività al test è stata una vera doccia fredda.

Ero rientrata da Roma e al sabato, come avevo fatto altre volte, ho fatto il test volontario, dal momento che l’impegno a Roma implica spostamenti con il treno che può essere uno dei veicoli del virus. L’esito del test rapido non era chiaro e quindi ho fatto il tampone. Il lunedì ho avuto l’esito dove risultavo essere positiva al covid, senza sintomi. A quel punto è subentrata l’ansia dovuta alla preoccupazione di aver contagiato qualcuno dei miei famigliari. Ero stanca, spossata ma altri sintomi non ne ho avuti. Fortunatamente i miei famigliari sono risultati negativi e hanno fatto 14 giorni di isolamento. Io dopo 10 giorni ho ripetuto il tampone che è risultato negativo.

Diciamo che il 2 novembre di quest’anno me lo ricorderò perché il giorno della ricorrenza dei defunti è lo stesso in cui mi hanno comunicato la positività al covid e a fine giornata sono stata informata della sentenza sull’esito delle elezioni a Breganze, con la nomina di Piera Campana al posto di Manuel Xausa.

Ha avuto paura del coronavirus?

Paura non proprio, ero preoccupata quello sì. È stata dura da un lato perché sono una persona dinamica, sempre fuori casa e mi sono ritrovata a lavorare in smart working, seguire i lavori della Camera da remoto. Ho avuto molte persone che mi hanno chiamata e mi hanno fatto sentire meno sola, perché guardare dalla finestra ciò che accade fuori è molto diverso. L’invito che faccio è di proteggersi perché il rischio è alto.

Torniamo a noi: chi voleva essere Silvia Covolo da bambina? Come si vedeva ‘da grande’?

Da bambina avevo le idee molto confuse. Mi piaceva tantissimo leggere e studiare. I libri mi hanno dato tanto ed ho investito tanto sullo studio. Può apparire strano ma se per qualche motivo non fossi potuto andare a scuola mi sarebbe venuto da piangere. Se ora fossi studentessa sarei molto in difficoltà. Qualcuno mi vedeva come la ‘secchiona’, ma a me piaceva studiare.

Ha immaginato un suo futuro in politica, ha studiato giurisprudenza perché voleva fare l’avvocato o c’erano altri sogni?

Ho frequentato il liceo Classico sperimentale al Brocchi, andavo bene in tutte le materie. Ho scelto di fare giurisprudenza perché pensavo che mi avrebbe offerto diverse opportunità. Non pensavo di fare politica anche se la seguivo, ma la scelta di studio non era legata a quell’obiettivo. All’università ho avuto modo di conoscere e frequentare dei giovani di Forza Italia, non ho mai avuto la tessera, ma si parlava di politica.

Dopo gli studi?

Ho fatto pratica nel pubblico. Per due anni ho seguito a Venezia diritto amministrativo e mi piaceva molto perché erano vicende che riguardavano i cittadini contro lo stato. Il mio dominus è stato Stefano Maria Cirillo, ora avvocato generale del Trentino. Mi ha insegnato molto, è stato il mio mentore. Dopo l’esperienza a Venezia, ho superato l’esame di stato e ho esercitato a Vicenza. In quel periodo sono stata contattata da alcuni esponenti della Lega di Breganze che mi hanno chiesto di lavorare per un progetto nuovo. Ci siamo proposti e abbiamo vinto le elezioni. Sono divenuta sindaco a sorpresa. A quel punto per riuscire a conciliare l’impegno per i cittadini di Breganze con il lavoro, ho intrapreso la strada con uno studio mio.

In pochi anni è passata dall’essere sindaco di Breganze a onorevole alla Camera dei deputati, com’è stato il passaggio?

Dopo cinque anni da sindaco, al rinnovo abbiamo perso le elezioni per un centinaio di voti. Si erano create più liste e questo ha frammentato ile preferenze facendo sì che non sono stata rieletta. A quel punto ero consigliere di minoranza, ho deciso di iscrivermi all’Università a Vicenza dove mi sono laureata in Economia e Commercio e successivamente a Verona ho conseguito la laurea magistrale.

Nel 2017 mi hanno chiesto il curriculum per candidarmi alle politiche. Ero molto restia e prima di inviarlo ci ho pensato molto perché avrebbe comportato un impegno considerevole. Alla fine, mi sono ritrovata capolista e sono stata eletta.

L’aver amministrato sul territorio, quanto le è servito nel proporre a Roma le questioni locali?

È stato fondamentale. Mi piace essere concreta e rispondere alle istanze del territorio. Per me è stato un piacere ed un onore fare l’assessore negli ultimi sei mesi, un ritorno a casa. Incontrare i cittadini percepire le tematiche. Loro sanno che possono contare su di me, sono stata, sono e sarò a loro disposizione.

La vediamo molto attiva, a differenza di altri colleghi di adesso o di qualche anno fa. C’è ascolto concreto delle istanze dei territori?

Premetto che per me le questioni locali sono di interesse nazionale. Le istanze del territorio vengono portate, per avere risposte in alcuni casi ci vogliono mesi e non sempre sono esaustive. Da parte mia ho avuto la soddisfazione di aver contribuito con un ordine del giorno alla legge di bilancio del 2019 per i fondi Vaia, la tempesta che ha colpito le nostre zone.

Ho presentato, ed è stato accolto, un ordine del giorno del decreto agosto sui fenomeni atmosferici che hanno colpito il vicentino. Mancano i decreti attuativi che con la legge di bilancio vedranno lo stanziamento dei fondi.

Quando si parla di Roma, si pensa, sicuramente con gran parte di pregiudizio, a schemi prestabiliti, a interessi particolari. Sia sincera: percepisce onestà? Vero interesse per il popolo?

Nel mio gruppo parlamentare siamo stati quasi tutti amministratori locali, c’è quindi un approccio diverso rispetto a chi non ha avuto alcuna esperienza in precedenza. Diciamo che a molti manca una certa “attenzione” e sono principalmente fra i 5 stelle non tutti, per esempio Raffaele Trano che è stato presidente di commissione che aveva una certa preparazione, ma non ce ne sono molti altri.

Che cosa significa essere donna al parlamento?

Non ho mai percepito discriminazione a riguardo, forse perché non ho interesse a competere ma a lavorare. Io penso a fare il mio.

Se non fosse stata laureata, avrebbe avuto la stessa possibilità di un uomo di approdare alla Camera dei deputati?

No. Sono stata contattata per la mia preparazione. Penso che se non fossi stata laureata, ora non sarei in parlamento.

Ci sono due personalità forti nella Lega, dovesse esprimere una preferenza, a chi la darebbe fra Salvini e Zaia?

Oddio… penso sia noto. Conosco Zaia dal 2009 ed è sempre stato il mio riferimento per il suo approccio pratico, pragmatico, non ideologico. Non vedo contrapposizione fra i due, Zaia è un politico locale, Salvini senatore nazionale quindi trattano temi diversi. Riconosco quindi le diversità, ma Zaia è il mio mito, il vero ‘influencer’ con le azioni che mette in atto.

Da quando è sbarcata a Roma ha cambiato qualche sua abitudine? Per esempio, il suo modo di vestire?

No, assolutamente. Indosso sempre le mie scarpe da ginnastica e i jeans come facevo prima. Le abitudini sono cambiate sotto altri punti di vista, il lavoro per esempio. Nel primo periodo della legislatura mi dividevo fra lavoro, studio e Roma. Poi Lavoro, comune e Roma e non è stato facile. Comunque mi alzo sempre alle 6 e mezza, faccio la mia corsa quotidiana, doccia e lavoro.

È fidanzata?

No.

Pensa che il suo impegno a Roma incida su questo aspetto?

Non credo, molto dipende dal fatto che ho avuto delle delusioni molto grandi, in particolare una. Certo non è facile conoscere qualcuno quando sei via, ma se c’è un forte sentimento reciproco anche questa difficoltà può essere superata.

Quando finirà questa legislatura, supponendo che si arrivi al termine naturale, cosa vede nel suo futuro?

Prendo quello che viene. Penso a fare bene quello che sto facendo impegnandomi, poi si vedrà. Chi si ferma è perduto e in ogni caso non ho mai avuto l’approccio di fare qualcosa per trarre dei benefici personali futuri.

Quali sono i 3 valori “intoccabili” di Silvia Covolo?

Onestà, trasparenza e coerenza. Poi il dire le cose senza girarci intorno, su questo non transigo.

Canzone preferita?

Non ne ho una, ma molte legate a singoli ricordi. Diciamo che se penso all’adolescenza rispondo Missing dei Everything but the Girl.

Film preferito?

Sliding doors

Perché?

Perché qualsiasi sia il percorso dove devi arrivare ci arriverai indipendentemente da quale siano le situazioni

Come ultima domanda mi ispiro a Marzullo e le chiedo di farsi un augurio.

C’è qualche desiderio personale che non dipende da me, non mi esprimo.

Andrea Nardello

 

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