Che l’opposizione non avesse intenzione di stendere il tappeto rosso al neo sindaco Giampi Michelusi era chiarissimo. Ma che a poche ore dal primo consiglio comunale al primo cittadino arrivasse una grossa patata bollente dai suoi “fedelissimi” certo non se lo aspettava nessuno. Con una lettera aperta firmata da Gaetano Vezzaro, Elsa Marsilio e Rosaria Buonincontri schizza fuori tutto il malcontento di una maggioranza spaccata già a pochi giorni dalla vittoria. A generare “il fuoco”, la scelta dei componenti della giunta.
“Premesso che il sindaco ha il diritto di scegliere le persone che lo affiancheranno in giunta, desideriamo evidenziare che tutta la campagna elettorale sostenuta per il candidato sindaco Michelusi è stata portata avanti da 4 liste civiche, più una di netta provenienza partitica – premettono gli scriventi, tra cui l’amica storica di Michelusi Elsa Marsilio – .Questa maggioranza di liste civiche, (le elezioni comunali sono amministrative e non politiche) era il must della campagna elettorale, lo spirito che trainava tutti e che ci permetteva di dialogare e convincere le persone a votare per noi. La composizione della giunta va in senso opposto, forse perché i numeri usciti dalle elezioni hanno visto la lista del “partito” raccogliere più voti . Ma se si analizza bene il dato, emerge che questi voti risultano essere assolutamente in minoranza se raffrontati ai voti ottenuti dalla somma delle 4 liste civiche”.
Nella lettera fatta recapitare alle redazioni giornalistiche locali, il Pd nemmeno lo si nomina e per chi ne capisce anche poco di comunicazione, questo è emblematico del clima di rivolta che si respira tra le fila di quella che è stata la coalizione che ha portato alla vittoria Michelusi.
L’assessore esterno
“Quello che non si capisce è la scelta di un assessore esterno, di area politica e non civica, che dal curriculum sembra evidente non essere inerente al settore finanza; pertanto ci chiediamo, come sia possibile che fra 72 candidati non ci fosse un economista, un bancario, un commercialista in grado di reggere un assessorato così importante per Thiene”. – incalzano Vezzaro, Buonincontri e Marsilio – .Riteniamo che non sia accettabile avere una persona esterna, politicamente orientata, che per quanto volenterosa, arriva solo ora, dopo che ognuno di noi ha corso, speso tempo ed energie, creduto in determinati valori e anche sostenuto un impegno economico. Inoltre, con questa lettera aperta, ci teniamo a puntualizzare ad alcuni nostri elettori che già ci “etichettavano di essere di sinistra” e che ci accusano soprattutto di aver detto “affermazioni non veritiere” durante la campagna elettorale, che vogliamo ribadire che non si intende demonizzare la sinistra, ma le persone firmatarie non si identificano con la svolta politica in essere. Che crediamo fermamente nel programma condiviso e presentato ai cittadini, come esponenti di lista civica”.
“Non potevamo restare in silenzio nel rispetto delle persone che ci hanno scelto e che si sono fidate di noi, così come non potevamo restare in silenzio di fronte ad una situazione che ci ha lasciato sorpresi. Concludiamo augurando alla nuova squadra un buon lavoro ricordando che l’obiettivo è di rispettare gli impegni presi per la città di Thiene in un’ottica di miglioramento”.
Insomma, una lettera al vetriolo, che contiene delusione, malcontento e frustrazione da parte di chi ha creduto nel ‘progetto Michelusi’, che con la scelta di una giunta molto orientata a sinistra, ha come dimostrato di ‘essersi calato un po’ troppo le braghe’ con un Pd, che è riuscito ad imporre due assessorati di peso e la presidenza del consiglio. Quest’ultima è andata ad Andrea Zorzan. La delusione che va ben oltre le dichiarazioni scritte dei 3 firmatari della lettera riguarda la figura di Nico Simonato, che inizialmente si dava per scontata in seno alla squadra di lavoro di Michelusi. Lui non ha reso dichiarazioni, nel suo stile sobrio e mai polemico, ma in città in molti hanno vissuto come un’ingiusta imposizione quella dell’ex sindacalista Edoardo Zampese. Una figura uscita dal cilindro, che non ha partecipato alla campagna elettorale e che qualcuno dichiara non avere le competenze dimostrate da Simonato. Quest’ultimo sin dal primo mandato Casarotto ha dato tutto se stesso e sfoderato ancora di più, nonostante i problemi di salute, dopo le dimissioni di Alberto Samperi. Va bene che ha preso solo 41 voti, ma vedersi scavalcare da un quasi perfetto sconosciuto, in un momento di bisogno di continuità in certi settori della macchina comunale, non deve essere stato bello.
Il compromesso del vicesindaco
Perchè Giampi Michelusi ha dovuto cedere al Pd ben 3 posti importanti su 6? Perchè secondo indiscrezioni, l’accordo con il Pd prevedeva che la lista che arraffava più voti, avrebbe ottenuto la poltrona da vicesindaco. Ma quella ‘carega’ la voleva fortemente Anna Maria Savio. E’ stata lei la donna più votata e sentiva di meritarla.(352 preferenze). La sua lista non ha però superato il Pd, arrivando addirittura terza. Ecco perchè il Pd pretendeva quella nomina per Marina Maino, che di voti ne ha presi oltre 170. Ad un certo punto, Michelusi ha dovuto scegliere un compromesso per non scontentare il suo braccio destro, che nel braccio di ferro con il Pd ha avuto la meglio. Sacrificando però, è innegabile, gli equilibri di una giunta, che non ha entusiasmato nemmeno molti dei sostenitori di Giampi Michelusi. Forse qualche personalismo in meno avrebbe accontentato chi adesso, è fuori da giunta e consiglio comunale.
N.B.