“Chiediamo di istituire una commissione d’Inchiesta sulle strutture per anziani del Veneto non appena la fase dell’emergenza sarà conclusa e vi saranno le condizioni tecniche per farlo: il modello è la Regione Lombardia, dove ne è stata istituita una dopo la richiesta avanzata dalle minoranze. Dobbiamo sapere cos’è successo all’interno delle case di riposo e nelle RSA, ricordando che più di un terzo dei morti per coronavirus si è registrato proprio lì, il 36%”.
Così i consiglieri regionali del Coordinamento Veneto 2020, Piero Ruzzante (Liberi E Uguali), Patrizia Bartelle (Italia In Comune) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto), che informano: “Oggi abbiamo depositato in Consiglio regionale una proposta di deliberazione amministrativa per l’istituzione di una commissione speciale d’Inchiesta sulla gestione delle RSA e delle case di riposo per anziani in relazione alla pandemia da SARS-COV-2″.
“Abbiamo tre obiettivi – spiegano i consiglieri – capire cos’è successo, anche per una questione di giustizia nei confronti delle vittime e dei parenti; comprendere cosa non ha funzionato, perché in alcune strutture la situazione è più grave che in altre; evitare che questa tragedia abbia a ripetersi in futuro”. “La PdA è stata sottoscritta anche dai consiglieri del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle – informano Ruzzante, Bartelle e Guarda – resta da parte nostra la speranza di una condivisione da parte di tutto il Consiglio regionale. Di fronte alla strage che si è verificata nelle nostre case di riposo, la sensibilità e l’attenzione devono essere unanimi”.

La denuncia del Pd: ‘Disattesa circolare del 22 gennaio’

La necessità di avere dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario era stata messa nero su bianco dal Governo già il 22 gennaio, con una circolare del ministero della Salute. Circolare che, specialmente per le case di riposo, è stata disattesa anche in Veneto. Perché la Regione non si è mossa per tempo?”. Una nuova interrogazione sulla mancata prevenzione nei centri per anziani è stata presentata dal gruppo consiliare del Partito Democratico, con prima firmataria Anna Maria Bigon che spiega: “È giusto fare chiarezza, e per questo abbiamo anche sottoscritto la richiesta per una Commissione d’inchiesta: non è accettabile che vengano scaricate tutte le responsabilità sulle strutture costrette a lavorare in assoluta emergenza e ad affrontare problemi di natura più sanitaria che assistenziale senza avere le necessarie attrezzature né il supporto medico specialistico e nemmeno le risorse economiche. Come abbiamo già ricordato, è la Regione a dover fornire mascherine, guanti e camici: ha una convenzione con le strutture, sottoscritta nel 2018, per cui non può esonerarsi da ogni obbligo. Nella circolare ministeriale si raccomanda che il personale sanitario ‘oltre ad adottare le misure standard di biosicurezza, applichi le precauzioni per prevenire la trasmissione per via aerea e per contatto. In particolare, dovrebbe indossare: mascherina e protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe non sterile e guanti. Qualora siano necessarie procedure che possono generare aerosol, la mascherina dovrebbe essere di tipo FFP2’. Ciò non è sempre avvenuto e non si può dire che è tutta colpa delle case di riposo, cercando facili capri espiatori”.

“La pandemia rischia seriamente di far collassare l’intero sistema delle case di riposo pubbliche – insiste Bigon – in attesa da quasi vent’anni della riforma delle Ipab. In una lettera-appello della Fimmg di Verona, infatti, oltre a confermare la carenza di Dpi e a denunciare i ritardi nell’emanazione di direttive chiare da parte di Stato, Regione e Ulss e nella fornitura dei dispositivi, si ribadisce la fuga di Oss e infermieri dai centri per anziani, i tagli ai farmaci del prontuario, alle dotazioni dei presidi e ai rimborsi per le altre figure professionali, dagli psicologi ai fisioterapisti. Anche a questo la Giunta deve dare risposte, garantendo alle strutture risorse adeguate per andare avanti. Altrimenti resterà solo il privato, con quote insostenibili per gran parte delle famiglie”.

 

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