Un partito che ideologicamente vuole stare al centro, che si definisce liberale e che vuole rappresentare quell’abbondante porzione di popolazione, che non si identifica con i gruppi attualmente schierati in politica. E’ arrivato il leader nazionale Paolo Silvagni oggi a Thiene per presentare la candidatura a sindaco di Alberto Ferracin, 58 anni, perito agrario, sposato con Roberta Cimberle e con due figli: Claudia e Giovanni. Imprenditore brillante, la sua ditta ebbe gli onori della cronaca per aver vestito le guardie svizzere del Papa, ma creò anche le giacche dei vigili del fuoco e diversi corpi di soccorso. Thienese doc, vuole riportare la città dell’Altovicentino  alla vecchia gloria e punta sulla partecipazione attiva della cittadinanza, che ‘merita ascolto e attenzione’. Non solo per l’individuazione delle istanze più importanti, ma anche perchè, secondo Ferracin, dal popolo a volte, può arrivare la soluzione giusta ai problemi. Umile ed elegante, Ferracin è un uomo molto rispettoso dei ruoli ed il suo progetto per la città è chiaro. ‘Un primo cittadino deve avere visione, coraggio e determinazione, deve ragionare come un manager e deve sapere stare al passo con i tempi. Riconosco lo sforzo dell’amministrazione attuale, che con il Sociale ha dato aiuto ai disagiati, ai più fragili, ma la pandemia, la guerra e l’aumento delle risorse energetiche hanno cambiato le il quadro. Oggi i poveri sono aumentati e si fa fatica ad intercettarli. Sono spesso padri di famiglia che non riescono ad arrivare a fine mese, che stringono i denti e soffrono in silenzio. Provano vergogna e pudore nel raccontare che non riescono a pagare le bollette e un bravo amministratore deve essere bravo a scovarli’.

Su un altro punto Ferracin dice di apprezzare il lavoro dell’amministrazione Casarotto: ‘Bene quello che è stato fatto con le scuole, a Thiene ci sono molti istituti e la città è diventata il punto di riferimento per i giovani di tutto l’hinterland, che possono avere diversificate opportunità di studio. Ma c’è da affrontare il problema del traffico, che a ora di punta è insostenibile. Occorre al più presto riorganizzare la viabilità, i thienesi ne hanno bisogno’.

Centro storico, turismo e commercio sono dei punti fondamentali per Ferracin che crede che occorra dare più permessi a chi ha attività in centro, come ad esempio i plateatici, che andrebbero ampliati.

Piccole e medie imprese per chi è un libero professionista sono una priorità: ‘Hanno bisogno di aiuto e non bisogna dimenticare che rappresentano il motore di tutto. Quando le aziende sono in salute stanno bene tutti perchè si assume, si dà lavoro e l’economia è vivace’.

E ancora, Alberto Ferracin non dimentica i giovani che sono stati i più colpiti durante la pandemia. Chiusi nelle loro stanze e per ore al pc, hanno bisogno di spazi per ritrovarsi e riscoprire il valore della socialità: ‘i rapporti, le relazioni, lo scambio sono alla base di tutto’.

Per quanto riguarda il tema sport, il candidato sindaco del Partito dei Moderati ricorda che manca a Thiene da 20 anni una pista di atletica, che dovrebbe fare parte del completamento della Cittadella.

Per Ferracin, Sociale non è solo aiutare i poveri, ma anche disabili e anziani: ‘Vanno allargati i servizi, per i disabili sono quasi inesistenti nonostante i fondi elargiti dal Comune all’Ulss 7, che però, deve migliorare quella rete che un tempo sosteneva le famiglie con disabilità, lasciate sole con la pandemia con i loro drammi’.

Quando parla di quello che vuole fare per Thiene a Ferracin brillano gli occhi e promette tutto il suo impegno. Oggi, al pranzo organizzato al ristorante Il Bosco, erano presenti i componenti della sua lista, anche se la loro presentazione ufficiale avverrà nei prossimi giorni. Ma si sono potuti rivedere dei volti conosciuti in città, anche conoscerne di nuovi. Età variegata, saranno rispettate le quote rosa, con la presenza di Michela Barausse, che vorrebbe portare una ventata di cultura nuova a Thiene. ‘La nostra città va valorizzata di più, manca ad esempio un museo – spiega – . Un luogo culturale in cui coniugare gli interessi moderni dei nostri giovani con quelle antiche tradizioni, che fanno parte di noi, che non possono finire nei cassetti e nelle case di pochi, ma vanno messe in mostra’.

Paolo Silvagni: ‘ Io deluso dalla politica degli ultimi anni ho deciso di mettermi in gioco’

Racconta di sè che ha sempre votato Forza Italia, si definisce un cattolico liberista e vuole riportare a credere al voto tutti coloro che ormai, da anni e anni, disertano l’urna perchè non credono nei partiti, ma nemmeno nelle persone. Contesta gli eccessi ideologici di chi ha diviso tutto a destra e sinistra, senza considerare chi si vede al centro, i cosiddetti moderati.

Silvagni mi spieghi cosa significa per lei la parola moderato?

Intendo un partito di centro che prenda il testimone di una tradizione ispirata al cattolicesimo democratico, all’Europeismo e al liberismo. Per lavoro e per piacere ho viaggiato tanto, ho esplorato molti paesi del mondo e constatando con i miei occhi i progressi di alcune nazioni mi sono reso conto che noi in Italia siamo molto indietro: dal punti di vista economico, sociale e politico. Con le persone con cui ho deciso di fondare il partito pensavamo che prima o poi qualcuno avesse provveduto a farci avanzare, ma il massimo che abbiamo ottenuto dai nostri governanti è stato quello di rimanere sullo stesso livello di sempre. E allora perchè non metterci in gioco noi per primi?

Che esperienze politiche ha?

Ho una laurea in Economia e Commercio.Non ho

Cosa ha votato negli anni passati?

Forza Italia fino al 2004, era l’anno delle ‘Europee’. Nel 2008, ho votato il Popolo delle Libertà. Dal 2013 mi trovavo all’estero in periodo di elezioni.

Che differenze ci sono con il partito di Berlusconi?

Il Partito Moderato d’Italia non è legato al suo leader come Forza Italia, noi faremo congressi periodici ed io non sarò il leader a vita. Io ho fondato un partito che voglio che sopravviva a prescindere da me. Se al prossimo congresso si sceglierà un altro leader, sarà rispettato questo volere.

Chi è che secondo lei non va a votare ultimamente?

Chi non crede in questa sinistra e in questa destra rappresentata da Meloni e Salvini, sono troppo estremi. Vogliamo rappresentare tutti quelli che non voterebbero a sinistra, Lega o Fratelli d’Italia. C’è un buco al centro, che noi vogliamo colmare.

Natalia Bandiera

 

 

 

 

 

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