La candidatura del senatore Enrico Cappelletti alla guida della regione Veneto da parte dei Cinquestelle è minimizzata e non confermata dallo stesso parlamentare pentastellato: “si è trattato semplicemente di un’indicazione maturata durante un’assemblea provinciale svoltasi a Vicenza, ma nel Movimento non funziona così”. E in effetti come si usava dire “nel movimento non ti candidi ma ti candidano”. Cappelletti tuttavia non fa mistero di voler proporsi alla candidatura e verosimilmente potrà essere fra i papabili per i candidati alla presidenza sponda Movimento: “ho avuto diverse attestazioni di stima che mi fanno piacere ma poi bisogna essere votati”.

Questo, che piaccia o meno, è il metodo per le candidature dentro il Movimento che prevedono in ogni caso il necessario passaggio su Rousseau. Il discorso con il senatore cade comunque su quello che è stato il governo della regione di Zaia e della Lega in questi anni: “è stata un’amministrazione che ha visto un elevato consumo di territorio, vista la continua nascita di capannoni poi rimasti vuoti”. E inevitabilmente la critica cade sui tanti anni di amministrazione regionale a guida leghista. “Si sono sviluppati diversi poli sanitari d’eccellenza ma avremmo preferito delle città con parametri ambientali a norma che salvaguardassero la salute dei nostri cittadini, invece solo Belluno risulta pulita, tutte le altre città presentano parametri d’inquinamento elevati, vedi il caso dei Pfas in Veneto, le sostanze perfluoro-acriliche frutto di lavorazioni industriali che creano danni all’ambiente ma soprattutto alle persone”.

Se si chiede a Cappelletti di disegnare un percorso virtuoso per il Veneto qualora fosse il candidato dice: “non sarebbero le mie proposte ma del Movimento, bisogna finirla con il consumo di territorio, occorre dare priorità all’ambiente e al turismo con una visione per le nuove generazioni e le nuove teconologie e la tutela dell’ambiente, non servono opere come la Pedemontana che parte da 4 miliardi e arriva a costarne 13 per via di project financing che devono vedere la partecipazione di privati con la garanzia regionale e un elevato consumo di territorio, è una politica vecchia che non tiene conto del fatto che serve guardare al futuro, preferisco valutare di spendere per esempio risorse di questa entità su Hyperloop (il treno super veloce, a proposito è stata presentata un paio di giorni fa Hyperloop Itali, ndr) e fare lo stesso percorso invece che in due ore in 4 minuti…”.  Il discorso cade inevitabilmente anche sul Mose: “la cosa è diversa – dice Cappelletti – sulla Pedemontana non c’è stato intervento della magistratura, sul Mose sì e ancora non si capisce quando e se funziona, con il solito aggravio di miliardi di investimenti pubblici”. La fase delicata che attraversa il Movimento viene analizzata come un passaggio naturale, di chi oltrepassa la soglia dall’opposizione al governo: “non potevamo stare a guardare, avevamo una legge elettorale non voluta  da noi che ci obbligava a fare accordi su un programma o parti di programma condivisi con altre forze politiche, capisco il disorientamento di molti attivisti e di parte del nostro elettorato, che da “alleanze con nessuno” ci hanno visto passare dalla Lega al Pd, ma abbiamo realizzato punti importanti governando, basti pensare al reddito di cittadinanza che da speranza a chi attraversa fasi di difficoltà o al tasso di occupazione più alto degli ultimi 43 anni grazie anche al decreto dignità” sottolinea il senatore pentastellato. E sugli sviluppi prossimi venturi che maturerà il Movimento aggiunge: “non a caso avremo a marzo la nostra assemblea che chiamiamo Stati Generali perché ognuno sarà tenuto a dire la sua sui nuovi assetti che assumerà il Movimento e sulle nuove prospettive”. Per quanto riguarda i prossimi colpi in canna dell’agenda governativa Cappelletti conferma: “sulla prescrizione non arretriamo, ci occuperemo presto del salario minimo ed anche del conflitto d’interessi”.

Giuseppe Scarcella

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