Quattro migranti ed una bufera nel paese di Malo, dove da quando il parroco don Giuseppe Tassoni ha detto ai suoi fedeli del probabile arrivo di alcuni migranti sbarcati dalla nave Diciotti e provenienti dall’Eritra, l’opinione pubblica si è spaccata in due. Sulla vicenda è intervenuto il Movimento Italia Sociale Vicenza, con il suo  portavoce  Gian Luca Deghenghi, che ha rivendicato lo striscione affisso nella notte sul duomo maladense.  a spiegare le motivazioni del gesto:

“Diocesi e parrocchie di tutta Italia si sono rese prontamente disponibili a ricevere una quota dei migranti sbarcati, dopo l’intervento decisivo della Chiesa, dalla nave Diciotti.  Grazie al Vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, e a don Giuseppe Tassoni, parroco locale, quattro posti saranno disponibili a Malo. Quanto ci tenga don Giuseppe ai migranti, lo ha ben fatto capire poche settimane or sono, a messa, catechizzando i parrocchiani sull’argomento, ma se il parroco ed il suo rodato gruppo di accoglienza sono ansiosi di ripetere le esperienze di ospitalità del recente passato, non si può dire lo stesso della cittadinanza.  Quattro rifugiati potrebbero non configurare un problema, ma spostando l’attenzione sulla situazione generale, sono un’altra goccia nel mare del disastro prodotto dai pesanti effetti della presenza di immigrati nei vari comuni del vicentino.  Lo striscione affisso dai militanti del M.I.S. Vicenza, simbolicamente a Malo, oggi al centro delle polemiche, ha voluto ricordare e sottolineare che intorno alle ipocrite “gare di solidarietà” di grandi e piccoli operatori dell’accoglienza gira un enorme e squallido business, che finisce per gettare ombra anche sull’operato della Chiesa Cattolica e degli enti umanitari ad essa collegati. Non sarà il caso del Vescovo Pizziol, di don Tassoni e di tanti altri porporati e parroci tanto caritatevoli verso i migranti, ma è forte, presso la popolazione ed i fedeli, il dubbio che la brama di accogliere di taluni personaggi non sia animata solo da puro spirito cristiano. Sicuramente  il fervore umanitario di don Giuseppe Tassoni è animato da totale buonafede, ma ciò non deve sottrarlo dal riflettere sul disagio, spirituale e materiale, che potrebbe arrecare alla comunità di Malo.”

 

Sulla vicenda-acco0glienza, è intervenuto anche il comitato Prima Noi con il suo portavoce Alex Cioni che ha dichiarato:

“Il parroco di Malo fa certamente il suo mestiere di prete nella misura in cui diffonde i sermoni dal pulpido della sua chiesa, aprire le porte della cononica invece è un atto politico” – queste le prime parole di Cioni.
“Nessuno mette in discussione il valore positivo e universale dell’accoglienza, anche se una cosa sono le enunciazioni di principio e la morale cattolica, altra cosa è la gestione di problemi a cui in taluni casi servono risposte decise che possono sembrare ciniche ma che risultano necessarie per conservare la sicurezza e il precario equilibrio sociale di una comunità” –ha proseguito il portavoce di PrimaNoi.
“Ha mai pensato don tassoni che l’accoglienza che sostiene acriticamente provoca più disgrazie anche agli stessi africani e conseguentemente al martoriato continente africano? Grazie alla politica delle porte aperte del vecchio Governo, sospinto dal beneplacido di Papa Bergoglio, sono entrati nel territorio nazionale centinia di migliaia di soggetti dei quali molti hanno contribuito e contribuiranno ad ingrossare le file del crimine organizzato. Non le dice nulla la mafia nigeriana che anche qui da noi gestisce la rete dello spaccio e della prostituzione usando come manodopera quei migranti arrivati da clandestini negli ultimi anni e ospitati nei vari centri d’accoglienza tra cui le canoniche? Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il buon parroco degli spacciatori, dei ladri, dei violentatori, degli assassini e di tutti quei delinquenti che riempiono le nostre città” – attacca il portavoce di PrimaNoi.

Il comitato fa riferimento ai dati diffusi dal ministero dell’Interno sulle statistiche relative ai reati commessi in Italia nel 2018. Da questi dati emerge che tra l’1 gennaio e il 30 giugno del 2018 sono state denunciate o arrestate 429.506 persone, di cui 136.876 stranieri (il 31,9% del totale). Secondo l’Istat la popolazione straniera in Italia si aggira intorno all’8%. Ma tra i criminali la percentuale sale fin quasi al 32%. L’anno scorso, sempre nei primi sei mesi, le persone denunciate o arrestate erano state 464.784, di cui 127.264 stranieri (il 27,4%).
Secondo Cioni questi dati dimostrano che “non solo è stato poco saggio distribuire nei territori soggetti di cui non si sapeva nulla quando la domanda di asilo era ancora in attesa di valutazione dalle commissioni, ma che se è comprensibile che un parroco si lasci andare alla demagogia ecumenica, non si può pretendere che un amministratore pubblico faccia lo stesso, sarebbe una licenza che denota un approccio ideologico e pressapochista, oltre che irresponsabile verso i suoi concittadini”.

 

 

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