Che al Veneto non piacesse la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza redatta dal precedente Governo non e’ una novita’, ma ieri in Consiglio regionale, riunito per discutere tre risoluzioni, una sorpresa c’e’ stata. Se era infatti scontato che venisse approvata la risoluzione di maggioranza presentata dal capogruppo di Lista Zaia, Alberto Villanova, che presenta 155 progetti per un valore complessivo di 25 miliardi di euro, sembrava invece difficile che Lega e Lista Zaia votassero a favore della risoluzione presentata dal Pd. Il testo dem calca la mano sulla necessita’ che i progetti presentati siano in linea con le direttive europee soprattutto dal punto di vista della sostenibilita’ ambientale. E invece… Fatto sta che il voto favorevole di Lega e Lista Zaia presidente, che pure hanno poi bocciato una terza risoluzione presentata dai consiglieri di opposizione Arturo Lorenzoni, Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), Cristina Guarda (Europa Verde), Erika Baldin (M5s), apre una crepa in maggioranza. Fratelli d’Italia non ha gradito. “Sono basito, ora il Veneto parla con due voci?”, chiede il capogruppo Raffaele Speranzon. “Non ha senso portare avanti due risoluzioni cosi’ difformi una dall’altra”, continua Speranzon evidenziando che, mentre la Lega approvava la risoluzione dem, il Partito democratico “ha attaccato duramente la proposta avanzata dalla giunta e dalla sua maggioranza bollandola come raccogliticcia, raffazzonata e fuori asse”. Semmai, “sarebbe stato il Pd a dover convergere sulla risoluzione della maggioranza”, conclude Speranzon secondo cui “e’ assurdo che il Veneto mandi a Roma due risoluzioni diverse”.

E’ invece ovviamente soddisfatto il capogruppo della Lista Zaia Alberto Villanova, che sottolinea come “il precedente Governo” avesse fatto “degli errori macroscopici” nel redarre il Pnrr, tagliando fuoori “Regioni ed enti locali, contravvenendo apertamente alle direttive di Bruxelles” e operando “una suddivisione ingiusta delle risorse, concentrandole per due terzi al sud Italia”. Ora “al nuovo premier Draghi hce crediamo persona decisamente piu’ preparata dal punto di vista economico per affrontare questa sfida, chiediamo di porre rimedio a questi errori, di tornare indietro su quello che era stato uno schiaffo alla parte produttiva del Paese, di inserire benzina nel vero motore del Paese, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna. Lasciare al margine queste tre grandi regioni, sarebbe una scelta davvero miope”, conclude Villanova.

 

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