Fare passare piccoli accordi con il Governo come una grande vittoria è l’emblema delle bugie e della malafede di una politica che inganna il cittadino, che scarica il barile  e confonde le acque con la lotta tra Nord e Sud, tra poveracci, che in balia dell’ignoranza e della disinformazione, ne approfittano per vomitare odio. L’autonomia del Veneto è stata spacciata come quasi raggiunta, quando non esiste l’intesa e l’approdo in Parlamento è un modo per annacquare un testo, che con una marea di emendamenti, sarà ben lontano da quel ‘regionalismo’ che che il popolo veneto vuole da decenni.

Quell’autonomia, che dopo un referendum dall’esito schiacciante e costato la bellezza di 14 milioni di euro, era stata spacciata per realizzabile, con tanto di comunicati stampa e annunci, che hanno convinto i veneti che fosse alle porte, è in realtà lontanissima. Nessuno ha l’onestà di raccontare la verità ad un popolo che continua ad essere ingannato.

E’ stato fatto quando per convincere i cittadini veneti ad andare a votare al referendum il Si, l’autonomia è stata ‘venduta’ come quella di Trentino Alto Adige o della Sicilia.

I nostri politici, compreso il Ministro Erika Stefani, durante le serate di propaganda, hanno fatto capire a chi andava ad ascoltarli,  che se avesse trionfato il Si, sarebbe cambiata la qualità della vita dei veneti. Che addirittura si sarebbe potuto trattenere l’80 per cento delle tasse, che rimanendo all’interno della regione, avrebbero portato molta ricchezza a dei veneti, che invece, non vedranno ombra di quel benessere ‘venduto’ al popolo ignorante che ha abboccato.  Ma continuano a mentire Erika Stefani e il governatore Luca Zaia, quando non si fermano a spiegare, di ritorno da Roma, quanto sia distante quel risultato promesso ai loro elettori, da quello che si profila. Non solo non si degnano di spiegarlo, ma con ‘supercazzole’ e frasi tecniche che il cittadino medio non può capire, parlano ai giornalisti di un ottimismo che non c’è, di un risultato che non c’è, di ‘una giornata storica’ mai esistita. Non solo l’intesa non c’è, ma l’argomento autonomia è destinato a dileguarsi. A confondersi per sbiadirsi nelle lungaggini di una trafila che si preannuncia strategica per smontare pezzo per pezzo, la proposta della Regione Veneto, che farà molta fatica a fare diventare realtà qualche passaggio, sul quale si è alzato un pò troppo il tiro.

Fonti romane rivelano il malumore del Presidente della Regione e del Ministro Erika Stefani perchè i nodi politici si presentano duri da sciogliere, con un Matteo Salvini che non si è capito da che parte stia e che appare poco incisivo su questo argomento, che scontenta una parte abbondantissima del suo elettorato. Quello del Sud.

Lo scrive Repubblica, ma lo scrive anche Libero, l’intesa non c’è, ma sui giornali, continuiamo a leggere ‘paraculate’ per distrarre la massa da quello che a Roma tutti sanno:  l’autonomia spacciata in questi anni durante le riunioni con i militanti leghisti e con un popolo a cui sono state promesse bugie colossali,  non c’è nemmeno in lontananza. Forse, sarebbe ora di finirla di prendere in giro la gente rifugiandosi in ‘giri di parole’, in interviste da ‘distrazione di massa’, che hanno il fine di confondere chi ha invece, diritto a conoscere la verità e non deve essere lasciato nel limbo delle frasi studiate ad arte per confondere.

Basta spacciare un dito di vino per una coppa di champagne.

Natalia Bandiera

 

 

 

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