Il numero di voti portato da chi ha gran seguito fa gola ad ogni potenziale amministratore, molto meno fanno gola le sue enunciazioni, specie se quella persona è notoriamente ‘rompiballe’ e se le sue dichiarazioni, a volte scomode e ‘politically incorrect’, rubano la scena a colleghi che, per carenza di idee proprie o incapacità di comunicazione, vengono automaticamente posti in secondo piano.

Non coglie di sorpresa la bufera nata a Schio dopo le dimissioni dal gruppo civico ‘Noi Cittadini con Valter Orsi’ da parte di Maura Fontana, dietro le quali, come dichiarato della stessa consigliera, si nascondono attacchi diretti da parte di alcuni colleghi appartenenti alla stessa lista civica, che a Schio ha vinto le elezioni in appoggio al sindaco Valter Orsi. “Accusata in modo violento per le  amicizie su facebook, per alcuni commenti , ma credo che l’analisi dei social sia un pretesto. Semplicemente non accettano che io esprima liberamente le mie idee e la mia visione del mondo. Ingenuamente ho creduto alla retorica della lista civica, trasversale ad ogni partito. La mia libertà di pensiero, diritto fondamentale e indice di democrazia, non è stata accettata, ma violata e calpestata, ripetutamente nel tempo, in maniera più o meno grave. Fino all’apologia finale. Senza false ipocrisie, credo che il grosso divario culturale alla fine si sia rivelato frustrante da entrambe le parti”. Quanto dichiara Maura Fontana, che sta ottenendo solidarietà e vicinanza anche da fuori provincia, sta descrivendo un degrado culturale, che dovrebbero fare riflettere.

Parole forti, dure, che aprono uno squarcio su un mondo politico molto ‘di moda’ negli ultimi anni quando, per ‘rigetto’ nei confronti della ‘politica classica’ e anche per far colpo sulla gran parte dell’elettorato, che deluso da una ‘Casta’ che ha devastato il Paese,  ha gettato le sue aspettative su una platea ‘apolitica’. Una massa a volte troppo ignorante per rimanere in equilibrio, spesso se gli dai a disposizione i social, dove l’intermediazione e il rispetto altrui sono prerogativa per stare nel mondo del web, tanto variopinto di idee diverse. Una massa fatta anche però da persone che cercano di farsi notare in prima persona, liberi da ogni connotazione. Figurati se una come Maura Fontana, ribelle e vivace intellettualmente, tanto da non trovare collocazione a destra nè a sinistra, poteva rimanere indenne.

Le liste civiche sono nate  negli anni ’70, tra il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia, dove i primi sindaci civici hanno preso voti inneggiando alla ‘rivoluzione’ contro il sistema politico tradizionale. Civismo che ha preso sempre più piede e che, se nei Comuni sotto i 5mila abitanti sono la norma, nei Comuni più grandi e fino ad arrivare a livello nazionale, spesso sono solo una specie di ‘travestimento’, un ‘minestrone’ creato ad arte per raccogliere voti in nome della libertà e dell’interesse per il bene del territorio. Perfette dove i partiti politici sono  poco incisivi  (come nell’Alto Vicentino), ma che nascondono spesso una realtà molto diversa. E spesso frustrante.

Dall’affaire Fontana e dal come nascono le liste civiche, nasce anche spontanea la riflessione sull’ipocrisia delle liste civiche, che in teoria dovrebbero nascere per far confluire idee variegate per la tutela della politica locale, come quelle di cui fa sfoggio la consigliera comunale, ma che poi spesso si rivelano in un’accozzaglia di personaggi caratterizzati da quel tipico degrado culturale di chi non riesce ad andare oltre ideologie ben radicate. Persone, brillanti o meno, che non vogliono schierarsi apertamente con un partito poiché sanno che non otterrebbero i voti necessari per il loro scopo, ma che non sono nemmeno in grado di inserirsi in un contesto ‘libero’, poiché culturalmente non in grado di accettare il pensiero altrui, soprattutto quando questo si rivela ‘scomodo’ o va contro le proprie convinzioni, ma che a volte non sono nemmeno in grado di accettare le regole del gioco.

Impiegata comunale di Thiene e presidente di un’associazione (Aniep) che lotta per i diritti dei disabili, la ‘guerrigliera’ scledense anche in questa occasione ha fatto le cose in coerenza con il suo stile e non si è nascosta dietro un dito cercando protezione, ma ha scelto di uscire allo scoperto, sottolineando i motivi che l’hanno spinta a dire ‘addio’ ad un gruppo civico nel quale credeva e con il quale, oltre la campagna elettorale con relativa elezione, ha condiviso timori e progetti, soddisfazioni e critiche. Come quello della difesa della Sanità locale, che ha visto protagonista il gruppo Noi Cittadini già diversi anni fa, quando i primi problemi relativi all’ospedale ed il suo costo esorbitante cominciavano ad evidenziarsi.

E se il motto di Orsi in campagna elettorale è stato sempre chiaro, con il messaggio che l’esigenza di fare il bene del territorio doveva,  sarebbe dovuta,  prevalere a tutti i costi sulle opinioni personali, che comunque rimanevano libere, la bagarre ha rivelato alcuni punti deboli importanti, perché a far crollare il progetto in cui la consigliera credeva non è stato uno scontro di idee su grandi temi, come la viabilità locale, la sanità o le ripercussioni della crisi economica dovute alla pandemia, ma polemichette da bar, litigi sui commenti su facebook, musi lunghi e silenzi dovuti più ad incapacità di comunicare che a visioni differenti su argomenti primari.

Polemiche delle quali, onestamente, non vorremmo leggere e non vorremmo trovarci a scrivere, perché troppo futili rispetto al momento epico che stiamo vivendo, ma che rivelano le debolezze di un sistema politico che influisce sulle sorti della gente, che coinvolge moltissimi paesi, ma che deve ancora fare un percorso di crescita, per estromettere definitivamente tutta quella platea di incompetenti, inadatti a ricoprire ruoli pubblici.

A noi rimane una convinzione: una telefonata tra il sindaco Orsi, che nell’arco di una giornata passa dagli uffici della Regione a quelli della Provincia a quelli cittadini per argomenti di primaria importanza e Maura Fontana, che si è sempre battuta in prima persona per le cause per le quali è stata eletta portando a casa anche notevoli risultati, avrebbe appianato le cose e avrebbe probabilmente fatto capire a quei consiglieri così attaccati ai social, che il ruolo istituzionale è ben altro.

La posizione di Orsi: “Una messa in scena architettata per difendersi, la fiducia era crollata quando ha patteggiato per non andare a processo e noi  avevamo garantito per lei”

Valter Orsi non ha dubbi in merito e definisce la questione “Una mossa creata e architettata in ottica difensiva”. Spiega da dove sia nato il problema, che porta indietro ad una battaglia legale in cui Maura Fontana era stata querelata da un’altra donna paladina dei disabili. “In quella battaglia legale Maura Fontana aveva chiesto l’appoggio di Noi Cittadini, ma quando poi ha dichiarato di avere patteggiato per non andare a processo ha in effetti ammesso la sua colpevolezza. In quel momento è crollata la fiducia del gruppo nei suoi confronti e in questo contesto darò mandato di valutare tutte le parole che state utilizzate in modo da prendere provvedimenti legali. Non è ammissibile che Maura Fontana abbia giocato a sua discrezione con il mio nome, senza fare distinzione tra gruppo consiliare e lista civica e trascinando tutti nella bagarre”.

Orsi è sereno, infastidito dall’essere finito nell’occhio del ciclone per “personalismi di basso livello che non hanno a che fare con l’amministrazione di una città importante come Schio e con tutti i risultati che si ottengono. Di certo questa volta non garantiremo per far avere a Maura Fontana l’avvocato gratis”.

Orsi spiega di ripudiare ogni forma di discriminazione e di averlo messo nero su bianco nello statuto di ‘Noi Cittadini’. “Nella mia Schio ognuno è libero di dire ciò che pensa e di esprimersi come crede, non ammetto discriminazioni di sorta e oltre ad averlo firmato chi mi conosce sa che la penso così”.

Che i social facciano perdere il controllo ed il contatto con la realtà è ormai un fatto assodato. “Il covid ha esasperato la malattia da social – ha sottolineato il primo cittadino – Maura sa bene che avevamo già messo in calendario un incontro chiarificatore, ma è andata dritta sulla stampa, prima ancora di parlarne con il gruppo. Questo è un chiaro segnale che tutto quello che lei ha fatto era studiato per screditare gli altri e apparire lei come la povera vittima. Ma io non ci sto. Dietro al gruppo consigliare ci sono oltre 50 persone nella lista civica che stanno facendo un grandissimo lavoro per Schio. Maura Fontana è andata in alterco con consiglieri che le hanno chiesto di rispettare regole di convivenza con il gruppo consigliare. E’ vero che c’è stato un confronto acceso, ma fa parte del lavoro di quando qualcuno deve ribadire le proprie opinioni, ma qui si è architettata un’operazione via social per screditare l’intero gruppo e a questo punto non ci sto nemmeno io. Non può permettersi di giocare con il mio nome per i suoi interessi. Qui c’è una evidente dietrologia, con intento vittimista che le fa fare bella figura agli occhi di chi non conosce i fatti. Per difendere sé stessi non si può spalare letame contro tutti e questo è quello che ha fatto Maura Fontana. Se lei ha problemi con qualcuno deve vedersela con quel qualcuno, andando anche in tribunale, ma non è ammissibile che se la prenda con tutti, sparando sul mucchio, usando tra l’altro il mio nome”.

Orsi si dice consapevole che questa vicenda scatenerà le opposizioni: “Figuriamoci. Mi aspetto senza dubbio che gli squali della politica strumentalizzino e tentino di azzannare, possono provare a mordere ma ci lasceranno i denti”.

Cunegato: “Orsi faccia chiarezza, i  consiglieri si dimettano”

Subito dopo aver appreso la notizia dell’uscita di Maura Fontana dal gruppo i consiglieri di Coalizione Civica hanno presentato interrogazione al sindaco Valter Orsi: “Maura Fontana, attivista dei diritti delle persone con disabilità esce da Noi Cittadini. Lo fa, di fatto, denunciando un clima irrespirabile: apprendiamo dalla stampa locale di episodi inqualificabili e di altri in cui il tema dell’inclusività viene calpestato. Maura Fontana afferma di essere stata attaccata con violenza e aggressività. Una cosa inaccettabile, rispetto alla quale chiediamo chiarezza. Perché se veramente Maura è stata aggredita in questo modo, i responsabili devono dimettersi immediatamente. Non sono degni di stare nel consiglio comunale della nostra città. La consigliera dice di aver subito una specie di processo di gruppo semplicemente perché esprime liberamente le sue idee. Abbiamo capito che la vicenda delle pietre d’inciampo non è stato un inciampo casuale. Dentro la lista che governa Schio ci sono persone che si autodefiniscono “fascisti”? Infatti la consigliera dice: “un consigliere mi ha urlato in faccia con impeto inaudito “la go a morte con ti…son fasista e la go a morte con ti”. E’ un passaggio di una gravità assoluta. La consigliera viene attaccata perché si era lamentata con il gruppo Noi Cittadini perché aveva organizzato una cena in un locale al secondo piano senza ascensore. Di fatto non avendo nemmeno la sensibilità di capire le sue esigenze. Chi governa la città dovrebbe capire che la possibilità di accedere ad un locale per tutti è un diritto e non un privilegio. Chiediamo al Sindaco notizie in merito a tale situazione, se quanto riportato dai giornali corrisponde al vero e se effettivamente all’interno della maggioranza c’è un consigliere dichiaratamente fascista. Se ciò fosse vero, la sua presenza all’interno di quest’aula sarebbe incompatibile con la costituzione. Chiediamo quindi una relazione dettagliata del Sindaco per capire chi ha attaccato la consigliera e se fosse vero se non pensa che il consigliere o i consiglieri in questione debbano dimettersi. Dietro la retorica del civismo si nasconde un clima di censura, dove le idee personali non solo non vengono favorite, ma addirittura epurate? Senza idee, confronto, dibattito la città non cresce”.

di Redazione Altovicentinonline

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