Le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Carta e Stampa hanno proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori del Gruppo Burgo per venerdì 28 novembre. Uno sciopero di otto ore per turno e una manifestazione che avrà il suo fulcro in centro a Vicenza tra le 10 e le 13 (concentramento in piazza Castello, sotto la sede di Confindustria).
“Il gruppo Burgo conta complessivamente 4800 dipendenti tra 11 stabilimenti in Italia e uno in Belgio.

 

Nella provincia di Vicenza operano circa 900 lavoratori tra le sedi di Lugo, Chiampo, Sarego e Altavilla Vicentina – spiegano i sindacati vicentini che sostengono l’iniziativa nazionale –. In questi anni di crisi strutturale per l’intero settore cartario italiano, Burgo Group ha visto diminuire il proprio fatturato, pari a circa 2,3 milioni di euro nel 2013 (-8,4 % rispetto il 2012), e mantenere pressoché inalterato il proprio indebitamento attestato a poco meno di 900 milioni di euro”.
“Le organizzazioni sindacali e i lavoratori si sono fatti carico di rilevanti sacrifici, riducendo i salari, aumentando la flessibilità della prestazione lavorativa allo scopo di salvaguardare il posto di lavoro. Nonostante ciò, l’azienda non ha messo in campo alcun piano industriale o iniziativa di prospettiva per invertire la propria situazione, se non procedere a tagli occupazionali. Le uniche azioni intraprese da Burgo sono la chiusura di stabilimenti e di linee produttive (tra cui ricordiamo le più recenti Mantova, Avezzano, Comecart) senza alcuna strategia condivisa con le organizzazioni sindacali e i lavoratori, negando così una prospettiva industriale volta a risanare il Gruppo e fortificarlo sui mercati”.
“Ai suoi massimi vertici, nella persona dell’amministratore delegato, signor Mattei, la Burgo ha avuto atteggiamenti e comportamenti che non solo fanno saltare il sistema di relazioni sindacali, ma mettono a rischio la tenuta industriale dello stesso Gruppo Burgo. L’iniziativa dello sciopero ha lo scopo di far sì che il tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico si riveli uno strumento efficace per discutere e concordare un piano industriale teso al rilancio del Gruppo valutandone, al contempo, le eventuali ricadute in termini occupazionali”, aggiungono ancora Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Carta e Stampa di Vicenza.
“Alle preoccupazioni che già coinvolgono migliaia di lavoratori rispetto al loro futuro e a quello delle loro famiglie, si aggiunge, attraverso articoli apparsi su vari quotidiani di tiratura nazionale, l’esistenza di un progetto di riassetto finanziario del Gruppo, concordato con le banche, che potrebbe riguardare possibili fusioni con soggetti esteri o dismissioni di stabilimenti, scaricando così, ancora una volta sui lavoratori e sulle loro famiglie, i costi del risanamento”.
“Le organizzazioni sindacali e i lavoratori – concludono – chiedono a questo punto alla famiglia Marchi, che ha sempre creduto nell’azienda, al sistema creditizio, che ha forti responsabilità, e alla politica di assumersi l’onere di farsi attori propositivi e facilitatori di soluzioni industriali e finanziarie per la Burgo, condivise con il sindacato ed i lavoratori”.

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