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Michelusi. “La polemica per la delibera sul linguaggio di genere è una speculazione politica”

La delibera per cambiare le parole nel linguaggio  di genere istituzionale ci è costato due minuti di lavoro e non ha sottratto nulla alla città di Thiene per la quale lavoriamo intere giornate incessantemente. E’ un atto portato in giunta dall’assessore Marina Maino a inizio legislatura, sul quale eravamo tutti d’accordo e che non costerà nemmeno mezzo centesimo. Vuole essere una piccola azione di sensibilizzazione nei confronti delle donne, per le loro pari opportunità e per il rispetto del loro ruolo. Questa polemica mi sembra una mera speculazione politica”.

Sono le parole del sindaco Giampi Michelusi, dopo la polemica sollevata da una delibera, che non è andata giù all’intera opposizione, che accusa la giunta di occuparsi di ‘temi di sinistra’, che in questo momento potrebbero essere evitati date le emergenze economiche.

“Quella delibera non ci ha certo distratto dai problemi della gente, dai thienesi che bussano alle porte dei Servizi Sociali, quelli che stanno soffrendo e a cui non neghiamo aiuto. L’atto sul linguaggio istituzionale di genere è un pretesto per fare polemica da parte dell’opposizione, dalla quale mi aspetterei interventi più concreti e collaborazione in un momento storico che sta mettendo a dura prova tutte le amministrazioni comunali, che devono garantire servizi quotidiani, che si fa fatica a mantenere con il costo delle bollette di certe strutture pubbliche. I consiglieri a cui non è piaciuta la delibera, anzichè attaccarsi ad argomenti di ideologia politica da spot, che vengano in Comune ad informarsi sul nostro lavoro di tutti i giorni, quello vero. Che si interessino dei veri problemi della nostra città. Anche loro sono stati votati e non credo per sollevare polveroni per autentiche sciocchezze.

Sindaco Michelusi, in realtà questi sono temi sui quali si battono da sempre i partiti di sinistra, lei si è definito un civico…

Per me rispettare il lavoro delle donne non è un tema di sinistra o di destra. Come le panchine rosse fatte dipingere nei vari comuni come simbolo della sensibilità sul tema della violenza di genere, che è un dramma: miete vittime ogni giorno puntualmente.  Sono temi importanti questi, per i quali occorre un percorso culturale adeguato. Se per questo percorso può essere utile cambiare una vocale, che non tocca le tasche dei cittadini, perchè no? A volte nei piccoli gesti che non costano nulla sono racchiusi grandi passi. Credo che qualsiasi sindaco, di qualsiasi provenienza politica,  avrebbe accontentato la richiesta delle quote rosa, se preferiscono essere chiamate ‘assessora’ anzichè ‘assessore’.

Quindi hanno cambiato la dicitura delle targhette dell’ufficio?

Quali uffici? L’assessora Maino non ha un ufficio. Lo abbiamo solo io e Anna Maria Savio, mia vice. Nessun altro ha un ufficio proprio.

E l’assessora Savio ha cambiato la targhetta?

Aspetti che vado a vedere… (si assenta qualche minuto)C’è scritto vice sindaca, ma nessuna targa, nessun costo per i thienesi: solo un foglio di carta A 4 stampato. Basta venire a vedere con i propri occhi.

Natalia Bandiera

Thiene. “Assessore o assessora: è questa la priorità della giunta Michelusi?”. Il valore della donna non è nel linguaggio istituzionale