Un sindaco di un piccolo paese montano in costante battaglia contro lo spopolamento, che compie il suo dovere di amministratore con sacrificio e dedizione. Monte di Malo in questi giorni è stato al centro delle cronache per la mancata fusione con il comune di Malo e Mosè Squarzon spiega con calma e dovizia di particolari le ragioni che hanno portato ad una scelta tanto sofferta. Lo fa partendo dalla descrizione di com’è la sua terra, il suo paese.

Com’è fare il sindaco di Monte di Malo? Quali problematiche riscontra ogni giorno?
Oggi bisogna prendersi cura dell’ambiente, effettuare tutte le opere per evitare il dissesto idrogeologico, gestendo i territori in modo che siano belli da vedere e piacevoli da frequentare. Sono contrario alla speculazione edilizia, ma sono favorevole invece al recupero tramite riconversione per favorire il ripopolamento. Ci sono attualmente 122 richieste di insediamento effettuate da famiglie che vogliono tornare ad abitare qui, per un totale di oltre 250 persone. Non tutte potranno essere accolte, ma sono il segnale che l’ambiente di Monte di Malo sta attirando nuovi abitanti e quindi della bontà del nostro lavoro.

comune di Malo
Io mi spendo ogni giorno per il mio paese e per la mia comunità, anche facendo cose che non competono alla funzione di Sindaco. Il giorno di Natale, ad esempio, stavo festeggiando con la mia famiglia quando mi è giunta voce di un incidente in una frazione. Un’auto aveva tranciato un palo del telefono e fatto altri danni. Ho dovuto abbandonare i miei cari, recuperare il vice-sindaco e con i mezzi comunali andare a mettere le transenne per mettere in sicurezza la strada.

A Monte di Malo vivono attualmente circa 2850 abitanti. Come state lavorando per il ripopolamento?
Abbiamo in parte seguito l’andamento generale del paese: dai 40 nati del 2003 siamo passati ai 22 del 2017. Abbiamo avuto una contrazione che ha portato a scelte dolorose ad esempio nell’ambito scolastico, con la chiusura della scuola di Priabona. Il problema grosso sono i servizi, in quanto rispetto ad un tempo le famiglie hanno bisogno di molti più servizi, soprattutto per gli adolescenti.

A fine mese tra il tempo impiegato negli spostamenti e i soldi spesi per il trasporto il cittadino di Monte di Malo incontra grosse difficoltà. Abbiamo calcolato che solo di auto una famiglia media spende circa 200 euro in più al mese rispetto al vivere in pianura.

Che interventi state mettendo in campo per aumentare la qualità della vita in paese?

Monte di Malo
Stiamo cercando in tutti i modi di ampliare l’offerta per poter offrire ai nostri cittadini un paese più attrattivo verso l’esterno.

Stiamo intervenendo negli edifici scolastici, con un importante intervento relativo alla scuola media. Una delle perplessità relative alla fusione coinvolgeva anche la possibilità per il paese di mantenere le proprie scuole, in quanto correvamo il rischio di perdere la scuola primaria di secondo grado. Metteremo in sicurezza anche gli impianti sportivi, tramite una ristrutturazione quasi globale della palestra. Assieme al comune di Schio e di San Vito abbiamo progettato l’estensione del percorso agrituristico “AGRITOUR” che da Zanè arriverà fino a Monte di Malo su un percorso unico e bellissimo.
Infine proseguiremo con la creazione di una rete di sentieri montani per un totale di 75km di sentieri percorribili a piedi e in bici, mappati integralmente con gps.

Per quanto riguarda la fusione con il comune di Malo, cosa non ha funzionato?
Non si tratta né di una preclusione e né di una chiusura totale, in quanto per me il futuro dei due paesi passerà attraverso la fusione. Siamo stati noi di Monte di Malo a cominciare a parlare di fusione, già con la giunta Antoniazzi. Ricordiamo che lo Stato e la Regione contribuiscono fino al 60% rispetto ai trasferimenti statali ricevuti dall’ente per i primi 10 anni, e sono risorse molto importanti per la nostra realtà.
Sulla base di uno studio di fattibilità, abbiamo convocato i portatori di interesse (associazioni, aziende, soggetti economici, persone che vivono sul territorio) e già in queste riunioni la maggioranza era contro la fusione, con prese di posizione importanti. Ci sono state parecchi perplessità, che hanno aumentato un senso di campanilismo che per un certo periodo di tempo abbiamo cercato di governare, ma che ad un certo punto abbiamo dovuto accettare. Ho percepito che ad oggi la popolazione non è pronta, in quanto non è convinta che sia una cosa positiva. Anche l’esito del referendum tra Tonezza ed Arsiero ha pesato moltissimo in questo processo,ad esempio.

monte di malo municipio

Per ultimo, ma non meno importante, anche l’articolo riguardante le dichiarazioni degli esponenti di Confartigianato. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fronte a quel tentativo di pressione, il cittadino di Monte di Malo si è sentito usato, e considerato il fatto che c’erano degli interessi di parte che spingevano sulla fusione, ha deciso che non era cosa buona e giusta.
Ha fatto più danno quell’articolo che non il resto, in quanto ha colpito la collettività in maniera negativa. Avevo già avvertito di usare molto tatto, specie in un momento molto particolare.
L’unione con Malo permetteva, in cambio della rinuncia di un po’ di identità, di avere la possibilità di una contribuzione economica che ci permette di fornire quei servizi in più che attualmente ci mancano e che non siamo in grado di garantire ai cittadini.

Ha preferito quindi premere il tasto pausa nel processo…
Il mandato amministrativo iniziale prevedeva di amministrare, senza colore politico, e abbiamo portato avanti il mandato ripetendo che sarebbe stata l’ultima amministrazione di Monte di Malo, proprio perché sembrava a tutti che non fossero possibili ulteriori rinvii circa la fusione. La critica più importante è venuta proprio dai cittadini e dal mondo associativo. Il nostro è un caso quasi singolo in Italia, a causa del diverso peso dei due comuni, con un numero di abitanti molto diverso. In caso di referendum, avrebbe vinto il si o il no indipendentemente da quanto le due realtà avrebbero espresso. La sproporzione demografica dei due comuni avrebbe condotto ad un gioco al massacro per il mio paese. Serve un percorso di condivisione tra le due comunità, mettendo nero su bianco quali possono essere i servizi e le attenzioni che Malo riserverà a Monte di Malo in caso di fusione, in quanto non vogliamo diventare una semplice frazione. Non chiediamo più di quanto ci spetterebbe rispetto a quel 60% di risorse retrocesse dallo Stato.

 

monte di malo piazza

Ha intenzione di ricandidarsi, tenendo conto che nel maggio 2019 scadrà il mandato ?Non ne sono certo, anche se attualmente è più un no. Devo assicurare degli standard economici minimi alla mia famiglia, e il ruolo di sindaco mi sta impedendo di poter sviluppare la mia attività professionale (geometra). Ci sto rimettendo di tasca mia e non sto dando alla mia famiglia la giusta attenzione.
Il sindaco di una comunità come questa deve essere vicino alle persone, deve sapersi mettere al servizio delle persone e per questo serve tanto tempo da poter dedicare.

In caso di fusione però Monte di Malo potrebbe, se votasse compatto, portare in dote circa 1700/1800 voti. Potrebbero essere una base su cui lavorare per un sindaco che sia espressione di Monte di Malo…
Non uso la politica per una soddisfazione personale. Con la mia amministrazione non ho mai privilegiato le zone centrali a scapito delle zone periferiche. Io ho agito collocando le risorse dove c’erano le necessità, e non facendo calcoli

elettorali. Non sono sicuro che, in un paese più grande dove il peso della politica e dei partiti è forte, gli investimenti vengano fatti secondo il criterio della necessità, ma siano piuttosto fatti seguendo il consenso. E’ un altro dubbio che la popolazione ha forte nei confronti della fusione.

mosè squarzon

Cosa ha voluto dire amministrare attraverso una lista trasversale?
Politicamente ci sono state difficoltà solo con la questione profughi. A livello ideologico non ci sono stati mai problemi. La nostra è stata l’espressione massima di come deve essere una lista civica, in cui tutti hanno lavorato per il bene del paese e non per tornaconti personali.

I suoi concittadini hanno parlato di un possibile debito contratto da Malo…
Del bilancio del comune di Malo bisognerebbe chiedere a Malo, e tengo a sottolineare che i bilanci sono pubblici e visibili a tutti. Posso solo dire che analizzando i dati emersi dallo studio di fattibilità pensavo di essere molto in difficoltà come comune, ma le condizioni degli altri sono ben peggiori delle nostre. Ripeto comunque che basta analizzare i bilanci che sono pubblici.
Ma oltre che di conti c’è necessità di una vera azione politica di congiunzione tra le due comunità. Il sindaco di questi due comuni dovrà essere molto presente, dovrà vivere ogni aspetto delle due comunità.

monte di malo

Cosa temono gli abitanti di Monte di Malo?
Temono la lontananza delle istituzioni e del Sindaco. Temono di non avere più dei riferimenti da poter avvicinare e con cui confrontarsi, a cui chiedere conto del proprio operato, a cui proporre iniziative. Attraverso i social tutti vedono il malessere delle frazioni dei comuni più grossi che sembrano dimenticate. Temono che il Sindaco privilegi le zone dove ci sono più voti e non dove c’è più necessità di intervento. In questo momento a Monte di Malo non stiamo operando come ente pubblico ma come una grande famiglia. Gli abitanti vogliono che questo rapporto diretto continui.

Cosa le mancherebbe nel caso di un abbandono della politica?
Mi mancherebbe lo spendermi per la comunità. Mi mancherebbe il poter aiutare gli altri. C’erano delle aziende che si trovavano in difficoltà e come amministrazione le abbiamo aiutate con determinati interventi trasparenti e regolari, abbiamo fatto si che queste aziende assumessero oltre 60 persone. Ad esempio assecondando determinati investimenti senza peggiorare il territorio, oppure aiutando le aziende a crescere e a migliorare nelle proprie strutture e nei propri mercati.

Pier Daniele Dalle Rive

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