Basta con i ricatti politici e l’opposizione ‘cattiva’ che vuole stoppare i cantieri. Che la Pedemontana possa essere un collegamento strategico nessuno lo nega, ma qua stiamo parlando di altro. La modifica al Def e la variazione di bilancio con tanto di applicazione dell’addizionale Irpef per sbloccare i cantieri della Superstrada è un inganno ai danni dei veneti.”.
Ad affermarlo è il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin, correlatore in aula sulla Proposta di deliberazione amministrativa numero 41 riguardante l’addizionale Irpef. “A fine novembre il presidente Zaia si vantava del fatto che questa fosse l’unica Regione a statuto ordinario a non mettere le mani in tasca ai cittadini – spiega il consigliere dem – E invece la realtà è un’altra. Il presidente viene meno a quell’impegno, tassando i veneti, togliendo le esenzioni dal pedaggio ai residenti per far quadrare i conti e sottraendo ben due miliardi ai cittadini che useranno la Superstrada. Non si capisce perché la Giunta non abbia detto niente per mesi sui problemi della Pedemontana. Ci sono solo due possibilità: ne era a conoscenza ma, sapendo di dover stravolgere tutto, in quel momento conveniva mentire, oppure, il presidente Zaia si è dimenticato di considerare un tema aperto da così tanto tempo – da quando era ancora vice di Galan – e che in questi sette anni è peggiorato. E una simile dimenticanza, per un amministratore, è forse tanto grave quanto il fatto di non dire la verità. Ma le bugie sono andate avanti – prosegue Azzalin – Prima si dice che le maggiori entrate, pluriennali, non saranno solo per la Pedemontana, poi che l’addizionale Irpef sarà esclusivamente per il 2018 e solo per la Superstrada, smentendo la delibera di Giunta che si voleva approvare. Noi siamo preoccupati e vorremmo evitare i trovarci tra due anni nella stessa situazione, se non peggio”. “Questa manovra presenta ancora troppe ombre – insiste il consigliere Pd – A partire dal pagamento degli espropri: ci sono agricoltori che si trovano occupati i propri terreni da tre anni e non hanno garanzie certe. Se le cose falliscono, cosa succede?
La nuova convenzione è di fatto un appalto mascherato, che sicuramente il giorno dopo darà il via a ricorsi e contenziosi. C’è poi una questione di giustizia tributaria; è giusto che paghino tutti con l’addizionale Irpef, anche coloro che non utilizzano la Pedemontana? E se si interviene qua, perché non farlo per altre opere? Forse Treviso è più importante delle restanti province? Come Partito Democratico per attenuare la manovra, rendendola più equa e sostenibile, presenteremo soluzioni alternative, agendo sull’Irap oppure misto Irap più Irpef intervenendo però solo sulle fasce alte di reddito e salvaguardando le esenzioni delle aziende. Il territorio in questione riguarda infatti un decimo della popolazione veneta ma lungo l’asse della Pedemontana si trovano un terzo delle imprese venete. Proporremo emendamenti che avvicinino un eventuale prelievo a una tassa di scopo, come chiesto anche dalle associazioni dei consumatori nei giorni scorsi”. “In ogni caso – conclude il consigliere dem, – Questa vicenda testimonia il fallimento di tutto il racconto di Zaia come bravo amministratore. Visto che è così interessato al consenso personale come testimonia il referendum per l’autonomia, perché non chiede al popolo veneto se è d’accordo nell’introduzione di nuove tasse per la Pedemontana? Un’introduzione che ci sarà non per colpa di Roma ladrona, ma per gli errori commessi da Zaia e dalla sua amministrazione per un’opera sbagliata nei presupposti tecnici e non sostenibile economicamente, tanto da farla pagare ai cittadini veneti”.