“Questa autonomia farà solo danni, anche alle aree del Nord, è un gran pasticcio”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista al Corriere del Veneto. “Tutto quello per cui mi ero battuto da ministro e che aveva portato lo stesso Luca Zaia ad essere d’accordo con Michele Emiliano, le aree di montagna e le aree interne ad essere entusiaste, così come i sindaci metropolitani, è tutto sparito, cancellato dalla furia distruttiva di Calderoli che, pur di portare una bandierina a una Lega in crisi irreversibile, non solo rompe l’unità nazionale ma farà aumentare le differenze fra le aree più sviluppate e meno sviluppate. E non parlo solo di Nord e Sud. Per capirci, Belluno avrà meno risorse a disposizione perché è una delle province che più ha bisogno di infrastrutturazione per i trasporti. Il rischio è che il conto lo paghino le aree più disagiate, anche in Veneto e nel Nord”. “Nella legge di bilancio 2021 – continua Boccia – avevamo approvato il fondo di perequazione infrastrutturale da 4,6 miliardi con l’intento di arrivare a 50 in 5-6 anni. Intanto, però, anziché le parole, come fa Calderoli, avevamo messo sul tavolo i fatti: risorse immediatamente utilizzabili da chi attuava l’autonomia ma per ridurre il gap infrastrutturale, anche dentro la stessa regione tra le aree più sviluppate e quelle meno. Era il modo più serio per iniziare il processo di attuazione. Invece, questo governo, con i tagli lineari, ha cancellato 3,6 miliardi di quel fondo. Il nostro schema, a differenza di quello di Calderoli, aveva raggiunto l’unanimità nella Stato-Regioni e in Conferenza unificata. Si partiva immediatamente con un decentramento delle funzioni non Lep. Fra gli esempi più concreti c’era l’ambiente (che senso ha per il dragaggio di un porto chiedere l’autorizzazione a Roma?). Funzioni che potevano essere decentrate con intese immediate. Questo era il patto politico su cui si reggeva la coesione nazionale”.

“Invece questa autonomia – conclude Boccia – spacca il Paese e umilia i Comuni. Sussidiarietà zero. Il cuore della nostra proposta era legare un fondo di perequazione a trasporto pubblico locale, sanità, assistenza e scuola. Calderoli, invece, non ha previsto neanche un centesimo per ridurre le disuguaglianze che col suo percorso vengono cristallizzate, anche all’interno di una stessa regione del Nord e sui lep non ci sono certezze, insomma, un pasticcio alla Calderoli.

Dire (nella foto di repertorio, l’ex ministro all’Autonomia con il governatore del Veneto )

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia