Quello che ha scoperchiato Report era già stato in varie riprese, durante la pandemia, denunciato da stampa, qualche sindacato e dall’opposizione del consiglio regionale, ma l’inchiesta in prima serata ha fatto veramente tanto rumore.

A battere i pugni in consiglio regionale non solo un’agguerrita minoranza, che oggi ha abbandonato l’aula e i lavori chiedendo che il presidente della Regione Veneto presenziasse e fornisse chiarimenti, ma anche cittadini che si aspettano risposte su presunti studi che sarebbero stati nascosti, un software che avrebbe, secondo Report, indicato come asintomatico chi non lo era, con l’accusa di non alzare il valore dell’RT regionale e quindi, sempre secondo Report, per rimanere in zona gialla.

Ma non è tutto: ci sono quei test rapidi acquistati in quantità industriale dalla “Regione più eccellente d’Italia”, definiti “inaffidabili” che sono stati eseguiti anche nelle Rsa e tra il personale medico che secondo Andrea Crisanti, avrebbero fatto sfuggire troppi positivi al tampone che poi avrebbero fatto circolare il virus, “a causa della loro affidabilità al 30%”.

Infine, ma rappresenta la vera e propria bomba fatta esplodere dal noto programma di Rai3, il fuori onda del direttore generale Luciano Flor, dai toni imbarazzanti e dai contenuti inquietanti. Con ingenuità infatti il top manager, senza sapere di essere ripreso dalle telecamere che credeva spente, rivela all’arguto cronista di far parte di un ambiente in cui era meglio tacere su quello studio che sarebbe potuto risultare fonte di rivendicazioni da parte della ditta appaltatrice dei test giudicati non fedelissimi dal collega Andrea Crisanti. Parlando di lui, Flor ha detto: “Inter nos, la ditta ci fa causa e i chiede i danni, quindi meglio dire che lo studio non c’è…  Crisanti è un puro e non capisce che deve stare zitto”.

Un passaggio della trasmissione che oggi il governatore Luca Zaia ha dichiarato di non aver visto, ma sul quale a domanda diretta della cronista de Il Gazzettino, che chiedeva che provvedimenti la Regione intendesse prendere dopo l’imbarazzo creato da Flor, ha promesso di informarsi a dovere nelle prossime ore.

Era un Luca Zaia visibilmente provato dagli strascichi che la puntata di Report ha procurato, con la popolazione veneta smarrita nell’apprendere che in quegli ormai famosi cartelli esibiti dal presidente quotidianamente durante il punto stampa, siano stati messi nero su bianco numeri non corrispondenti realmente al quadro epidemiologico veneto della seconda ondata covid.

Una seconda fase in cui è stato estromesso un tecnico che nella prima aveva portato il Veneto ad avere gli onori della cronaca internazionale tanto da ottenere un maxi finanziamento per uno studio destinato a fare scuola, come quello di Vò. Report, in sostanza, avrebbe svelato il perché ad un certo punto quel tecnico così poco noto e che aveva avuto così tanta fama accanto a Luca Zaia è sparito improvvisamente dalla scena. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Crisanti a report, il suo aver approfondito l’attendibilità dei test giudicandola non sufficiente, tanto da far sfuggire 3 positivi su10, sarebbe la causa del suo essere messo alla porta, con la misteriosa sparizione di un dossier scientifico, che “seppure incompleto un giorno esiste e l’altro no”.

La puntata di Report si fa più inquietante quando si tirano in ballo due medici che avevano collaborato al ‘misterioso’ studio e che “sarebbero stati tirati per il collo da chi ad un certo punto avrebbe consigliato loro di dissociarsi”.

Zaia, in conferenza stampa, su questo punto ha parlato del proprio ruolo istituzionale che nulla avrebbe a che fare con queste vicende professionali. E se qualcuno si aspetta le dimissioni di Flor per l’imbarazzo creato alla Regione Veneto, è di poco fa il suo annuncio che non si dimetterà, continuando a ripetere che lo studio di Crisanti non c’è.

Altra sgradevole pagina messa in luce da Report è quella emersa dopo alcune interviste a dei medici veneti che dichiarano che la Regione non gradisce le critiche , che i camici bianchi che si espongono “vengono messi nel libro nero e fucilati”.

Francesca Russo: “Mai alterati i dati sugli asintomatici”

“La Regione Veneto non ha mai alterato i dati relativi al numero di positivi al Covid sintomatici e asintomatici per rientrare nei parametri previsti dalla zona gialla, come invece ha ipotizzato la trasmissione ‘Report’ andata in onda ieri sera. Lo assicura la direttrice della direzione Prevenzione della Regione, Francesca Russo, che risponde alle accuse ricostruendo quanto avvenuto. Le disposizioni Governative prevedono che ogni Regione monitori lo stato clinico di almeno il 60% dei soggetti positivi al Coronavirus, e la Regione Veneto è arrivata a monitorare “l’80% e anche il 90%”. Tuttavia “l’aumento esponenziale dei casi porta ad un sovralavoro da parte di tutti i colleghi che devono determinare lo stato clinico”, e pertanto c’è stato un momento in autunno in cui “siamo scesi sotto soglia”. Al che “abbiamo fatto un incontro con le Ulss e abbiamo dato indicazioni pressanti che tutti i soggetti venissero presi in carico. Cosa che è stata fatta, e noi abbiamo fatto una commissione di verifica”, che ha poi monitorato le problematiche e introdotto correttivi. Quindi “se abbiamo sbagliato in qualche elemento o avuto momenti di non performance questo è normale”, conclude Russo che, in merito a quanto affermato in forma anonima da un’operatrice intervistata da Report, che ha parlato di schede precompilate riportando l’indicazione ‘asintomatico’ per i soggetti non ancora presi in carico, spiega: “non esiste una scheda precompilata, l’operatore che contatta il soggetto conferma se il soggetto è asintomatico o sintomatico, con data insorgenza dei sintomi. Non c’è una collocazione dello stato clinico a priori”.

A.B.

Ecco la puntata di Report per chi se la fosse persa

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