‘Entro questa settimana verrà definita la riforma sanitaria con le 9 Ulss. O le minoranze trattano o farò ricorso allo strumento del ‘canguro”. Sono le dichiarazioni del Governatore Luca Zaia che vuole così risolvere una discussione che porta da mesi ad una lotta interna al consiglio con ore ed ore di querelle su una riforma sanitaria, che rischia di fargli giocare la faccia.
L’invito a trattare con le minoranze che hanno dato filo da torcere durante le ‘calde sedute’, anche Forza Italia. Ieri sera, è intervenuto ancheil consigliere Antonio Guadagnini.
“Ho letto con grande interesse le dichiarazioni del presidente Zaia a proposito della riforma sanitaria. In effetti, a questo punto non resta che affidarci agli strumenti che il regolamento ci mette a disposizione e votare la riforma con le 9 Ulss originarie. Io del resto, lo sostengo da tempo: dopo tre mesi di inutili trattative la vicenda si è trasformata in un braccio di ferro tra maggioranza e opposizione; nessuno avrebbe voluto che finisse così, ma questa è la situazione oggi!”.
Il presidente di “SiamoVeneto, Antonio Guadagnini, interviene nel dibattito attorno alla discussione del Pdl 23 di riorganizzazione della sanità. “Innanzitutto, per non pregiudicare l’immagine dell’istituzione Consiglio Regionale, organo legislativo che deve dimostrare di riuscire a votare le leggi, non resta che chiudere la partita, nel tempo più breve possibile.
Il nuovo regolamento del Consiglio regionale – spiega Guadagnini – sulla falsariga di quello della Camera dei deputati, permette di bloccare le manovre ostruzionistiche dell’opposizione con diversi strumenti. Strumenti che il regolamento della Camera riporta all’art 85 comma 8, i quali sono ripresi pari pari dall’art 105 del regolamento del Consiglio regionale. Alla Camera – grazie all’applicazione di questo articolo – le azioni anti-ostruzionistiche sono una prassi ormai trentennale; una volta constatato che l’art 105 del nostro regolamento riproduce l’art 85 del regolamento della Camera, credo sia indiscutibile che si possa procedere nella stessa direzione. Tale scelta continua l’esponente di SiamoVeneto – consentirà di avviare una prassi virtuosa, in base alla quale dopo aver esperito tutte le possibili strade di dialogo per arrivare a testi condivisi, deve essere consentito all’istituzione Consiglio di poter legiferare; e in seconda battuta, deve essere consentito alla maggioranza, che ha ricevuto il mandato popolare, di approvare le leggi nelle quali crede. È fatto salvo, in questo modo, anche il diritto dell’opposizione di criticare le scelte della maggioranza in tutte le sedi che riterrà opportune, al fine di convincere i cittadini della bontà delle proprie idee”.
Il Pd contro Zaia: ‘E’ un assenteista, sta per battere Galan’
“La discussione sulla riforma sanitaria, di cui Zaia è il primo firmatario, va avanti da oltre 100 ore e il presidente si è visto solo alla seduta iniziale. Di fatto, da tre mesi non è presente in aula, anche se è venuto a Palazzo Ferro Fini in un paio di occasioni per partecipare alle riunioni della maggioranza. Purtroppo però, il messaggio che viene veicolato all’esterno ai cittadini è del tutto diverso rispetto alla realtà: foto sui giornali e, soprattutto, immagini televisive di repertorio di Zaia che partecipa ai lavori forniscono una visione distorta di quanto accade in Consiglio dove lui non c’è. Non è possibile andare avanti con questa mistificazione della realtà. Per questo presenteremo una richiesta di rettifica al direttore di Rete Veneta e contestualmente invieremo una segnalazione al Corecom, chiedendo di ripristinare una corretta ed oggettiva informazione”. Con queste dichiarazioni il consigliere regionale del Partito Democratico Bruno Pigozzo, vicepresidente del Consiglio, si fa portavoce di un malumore proprio di tutta l’opposizione a proposito della sovraesposizione mediatica del “governatore fantasma”. “Con queste assenze Zaia sta battendo il record di Galan. Se non si schioda dal suo esilio e non viene in aula a tenere a bada i suoi, questo dibattito è destinato a durare all’infinito, e la responsabilità rimane tutta sua”. “È inutile, parlando di responsabilità, che il presidente del Consiglio Ciambetti cerchi di capovolgere la realtà, sostenendo che ci sia un sabotaggio da parte del Partito Democratico – conclude Pigozzo – È un’accusa fuori luogo, perché le nostre sono obiezioni di merito: non c’è alcun criterio coerente alla base della scelta delle nove Ulss, che è, invece, discriminatoria e discrezionale. Noi non abbiamo nessuna poltrona di direttore da salvaguardare: Ciambetti sa benissimo che i direttori li nomina Zaia e la spartizione è un affare tutto interno alla maggioranza. Pertanto invito il presidente del Consiglio a evitare forzature e a tornare ad essere il garante di tutti”.