“Il primo cittadino ha tradito il paese, intraprendendo una campagna elettorale in corsa alla Regione dopo aver promesso pieno impegno per un paese che lo ha eletto e gli aveva creduto”. All’attacco del sindaco c’è Giorgio Meneghello, senza dubbio il consigliere di minoranza più preparato e che non ricorre a termini accesi né scade in attacchi violenti, quando punta l’indice contro Luca Cortese, ‘reo’ di aver intrapreso una campagna elettorale per un’ambiziosa corsa al palazzo dei poteri di Venezia.

“In campagna elettorale per l’elezione bis come primo cittadino, Cortese ha illuso tutti dichiarando che il suo obiettivo per quello di mettersi a disposizione esclusivamente della sua comunità – ha esordito Meneghello – Ma quando si è aumentato lo stipendio, decidendo di abbandonare la propria professione originaria, abbiamo capito tutti l’intenzione di una scalata politica che ci è stata confermata dal suo mettersi in lista con il Pd per le regionali. Io non l’avrei mai fatto, se avessi promesso quanto ha promesso lui ai sarcedensi, non li avrei traditi intraprendendo scelte diverse. Il Comune di Sarcedo rischia il commissariamento nel caso Cortese dovesse essere eletto e mi chiedo come si concili questa possibilità con l’amore sbandierato per il paese”.

Il quadro descritto dal moderato, ma agguerrito Meneghello, è disastroso: uffici comunali dissestati dall’avvicendarsi di ben tre segretari comunali in pochissimo tempo, progetti urbanistici che fanno acqua da tutte le parti, tra vizi formali di carte e burocrazia e presunti favoritismi a privati, che avrebbero avuto gioco facile grazie all’inesperienza di un’amministrazione disattenta e più volte sollecitata dal consiglio comunale.

“La sistemazione e l’adeguamento sismico delle scuole dovevano partire nel 2019 dopo l’arrivo di 359mila euro di fondi che sono rimasti nel cassetto. Sarebbe stato facile e veloce dare il via ai lavori, ma non è stato possibile proprio per la mancanza di una struttura comunale in grado di portare avanti il progetto – inizia ad elencare Meneghello, accusando di incoerenza e di poca trasparenza l’amministrazione Cortese – Possiamo citare anche la situazione di piazzetta del Cavallino dove, cedendo a beghe tra vicini, è stato chiuso un passaggio che sarebbe stato importante e molto bello. Per concludere, cito anche la situazione di via Asiago, nella zona industriale, dove si è verificata una situazione talmente grave da indurmi ad avanzare una segnalazione formale sia al Comune che alla Prefettura. Quello che ho denunciato e che spero che trovi risposta nel tempo da parte del palazzo del governo di Vicenza, è una lottizzazione che avrebbe comportato solo una semplice variazione nelle carte riguardanti l’area. Si tratta di beni indisponibili che non sono stati trasferiti nell’elenco di quelli alienabili e che però sono stati venduti lo stesso. Su questo argomento, portato da me in consiglio tempo fa affinchè l’amministrazione intervenisse per ripristinare le cose, mi sono sentito rispondere dal sindaco con una lettera che però, a mio avviso, è stata stilata dal segretario comunale. Un altro aspetto grave di questa vicenda è che se i beni dovessero tornare di proprietà del Comune, l’ente dovrebbe restituire i soldi a chi ha acquistato i beni e questa restituzione creerebbe un debito fuori bilancio”.

E’ un fiume in piena Giorgio Meneghello quando attacca, senza peli sulla lingua, il sindaco Luca ortese, al quale non perdona la corsa alla Regione quando a suo dire c’è un Comune bisognoso di un lavoro intenso, con il personale che manca e uffici da riorganizzare. Meneghello non esita a rispondere quando gli si pone la domanda su cosa avrebbe fatto lui al posto di Cortese se gli avessero proposto una candidatura in Regione. “Non solo non l’avrei fatto, ma sono a conoscenza della proposta avanzata ad altri primi cittadini del comprensorio cittadino che hanno messo prima il bene del paese alle ambizioni politiche personali. A Sarcedo c’è malcontento tra i cittadini perché è naturale che chi lo ha votato si senta tradito, anche se comprendo la voglia di un salto politico che avevo già intuito”.

Anna Bianchini

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