“Se il De Lellis si poteva usare per ospitare migranti, perché non lo si può usare per ospitare i pazienti covid a cui serve isolamento ma non ospedalizzazione?”

Una domanda che mette al centro ancora una volta l’ex ospedale, per il quale più volte è stata ipotizzata una destinazione d’emergenza e che i consiglieri comunali Alex Cioni e Luigi Santi, rappresentanti rispettivamente di Prima Schio e Lega, vorrebbero ora veder destinare all’ospitalità di pazienti visto che il sindaco ha confermato di non avere alloggi comunali da utilizzare per questa emergenza.

La risposta sta in una certificazione, che al momento manca, ma che “se fosse stato avviato l’iter mesi fa, quando la seconda ondata era stata annunciata, ora potrebbe esserci, per cui al De Lellis si potrebbero ospitare i pazienti”.

“Il sindaco faccia chiarezza e verifichi con gli enti competenti  lo stato di agibilità, ovvero la certificazione di idoneità statica dell’ex ospedale per esaminare la fattibilità o meno di un riutilizzo temporaneo di una parte dello storico edificio o di altri edifici adiacenti, così da predisporre un ‘albergo Covid’ che contribuirebbe ad aumentare i posti letto per i casi meno gravi, piuttosto che per i ricoveri cosiddetti sociali e per coloro che hanno bisogno di isolamento ma che non hanno a disposizione un alloggio adeguato”, hanno sottolineato Cioni e Santi. I consiglieri sanno che, in piena emergenza migranti nel 2015, era stata la Regione stessa ad indicare il De Lellis come centro di accoglienza.

“Nel 2015 il problema non era l’idoneità dell’edificio, perché nei casi di emergenza, con una certificazione apposita, si pone rimedio. In questo caso, la Regione sarebbe potuta intervenire per concedere l’agibilità in contesto emergenziale. Nel caso dei profughi il problema non era quello, ma il fatto che io avevo minacciato di alzare le barricate, con i cittadini dalla mia parte – ha spiegato il sindaco Valter Orsi – Nel caso dell’emergenza covid, quando avevo dato il mio parere positivo nel fare dell’ospedale di Santorso un centro covid, avevo ipotizzato di usare il De Lellis per il ricovero di persone in stato di necessità di isolamento. Ma ora penso sia tardi. Se la Regione fosse intervenuta quando la seconda ondata è stata annunciata, ora avremmo la certificazione. Se partiamo ora, ce l’avremo a primavera”.

‘Argomento di competenza regionale’

Orsi spiega anche che il suo ‘no’ a concedere edifici comunali per l’emergenza sanitaria non è un capriccio, ma una necessità per tutelare cittadini in difficoltà: “Ci sono alcuni appartamenti, che vengono tenuti per le donne vittime di violenza – ha continuato – non devo trovarmi io a decidere chi privilegiare in un contesto di emergenza. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità e il De Lellis compete alla Regione. Noi abbiamo trovato spazi alternativi per la scuola, abbiamo dato risposta a tutto quello che era di nostra competenza. Il De Lellis, a mio avviso, sarebbe stato perfetto per l’emergenza covid, poiché dispone di stanze con bagno privato. Sono convinto che si potrebbe utilizzare, ma non è il Comune a dover dare l’ok definitivo. Sarebbe stata una soluzione ideale – ha concluso Orsi – ma temo sia stato perso tempo”.

A.B.

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