Il provvedimento non è ancora definitivo, ma pare proprio che il ‘Teppa’ dovrà riconsegnare la sua medaglia.

Dopo il vero e proprio ‘caso’, che si è aperto in questi a Schio e che ha mobilitato l’opinione pubblica anche a carattere nazionale, ci è voluta l’interrogazione parlamentare dell’onorevole della Lega Nord Filippo Busin per smuovere davvero le acque e mettere uno stop a quella che è stata considerata un’offesa sia buon senso che al patto di Concordia Civica.

Oggi a Roma, il thienese Busin si è rivolto alla IV Commissione, chiedendo una risposta al Ministero della Difesa sulle motivazioni che hanno portato la nomina di Valentino Bortoloso, detto ‘Teppa’, nella lista dei premiati con l’onorificenza ‘Medaglia della Liberazione’.

Un encomio che calza a pennello a coloro che hanno combattuto per la libertà della patria, ma non può mettere sotto i riflettori con la parvenza di ‘eroe’ uno dei protagonisti dell’Eccidio di Schio, quell’uomo che ha fatto fuoco su 54 esseri umani, includendo senza pietà donne e minori.

Per questo motivo in molti erano insorti, chiedendosi come fossero state possibili la nomina e la consegna della medaglia.

“Bortoloso, proprio in ragione della sua partecipazione all’eccidio di Schio, venne condannato a morte da tribunali alleati, pena Bortoloso
successivamente decaduta – ha spiegato Busin al Ministero della Difsa  con un’interrogazione che prevedeva risposta immediata –A quanto pare, alla concessione della “Medaglia della Liberazione” si accede previa presentazione di apposita domanda da parte degli interessati, direttamente o tramite delle associazioni che il Ministero della Difesa riconosce come proprie interlocutrici. Non è chiaro quali tipi di valutazioni la Difesa conduca sulle domande di concessione dell’onorificenza: per quale motivo il Ministero della Difesa abbia accettato di concedere a Valentino Bortoloso, corresponsabile di un eccidio che gli alleati avevano giudicato passibile della pena capitale, la Medaglia della Liberazione, contribuendo in questo modo a ravvivare antichi risentimenti ed allontanando nuovamente la prospettiva della riconciliazione tra le parti che combatterono la guerra civile”.

Immediata la risposta di Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, che ha manifestato piena collaborazione nel sospendere la medaglia al ‘Teppa’ dopo aver opportunamente verificato le motivazioni che hanno portato alle critiche e alle tante prese di posizione contrarie all’onorificenza.

“Nel segnalare che a fronte di manifestazioni nel corso delle quali sono state consegnate oltre 5200 medaglie, il caso evidenziato nell’atto risulta essere l’unico con profili di criticità, si rende noto che sono in corso approfondimenti volti ad acquisire elementi di informazione e valutazione”.

Parole eloquenti, che fanno ben sperare le istituzioni e i cittadini che in questi giorni, dopo la consegna della medaglia a Bortoloso, hanno gridato allo scandalo.

Nella risposta del Ministero infatti, si legge chiaramente la disponibilità a procedere con la sospensione dell’encomio, come gà successo in un caso simile: “Nei casi in cui il Dicastero sia stato preventivamente informato dai competenti Uffici Territoriali del Governo in relazione a conferimenti ‘controversi’, si è prontamente attivato procedendo a ‘sospendere’ la concessione della medaglia in parola, sollecitando, contestualmente, elementi di chiarimento alla Associazione la quale aveva segnalato il nominativo, come in un caso avvenuto recentemente in provincia di Novara. Il Ministero valuterà ogni iniziativa proveniente dagli enti locali e dalle associazioni combattentistiche tese a una riformulazione degli aventi diritto”.

Soddisfatto Filippo Busin, che da Roma ha commentato: “Chi si è reso protagonista di un eccidio non può essere ricordato come un esempio. Siamo contenti che il ministro Pinotti si sia dichiarato disponibile a riconsiderare un’onorificenza che avrebbe riacceso antichi risentimenti e compromesso il percorso di riconciliazione nazionale”.

Anna Bianchini

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