Lo sguardo puntato sul mondo del lavoro, la voglia di aiutare le famiglie nella gestione del tempo lavorativo e la necessità di avere una politica che partecipa alla vita della città. Con pochi punti, ma ben definiti Mario Benvenuti, assessore uscente a Sport e Bilancio, si candida alle primarie per la scelta del candidato di centro-sinistra che correrà alle prossime amministrative. Una scelta che segue un percorso politico iniziato nel 1999 e proseguito fino a oggi con vari incarichi all’interno dell’amministrazione e di alcune associazioni. Impiegato, sposato e padre di 2 bambini, Benvenuti vive le primarie come un segno di maturità e spiega: “I 7 candidati condividono i valori base del centrosinistra, poi ognuno ha le sue peculiarità e il confronto tra di noi aiuta a fare emergere il meglio”.

 

 

Benvenuti, che cosa propone di nuovo nello scenario politico di Schio?

Già le primarie di per sé sono una novità. All’interno di un gruppo delineato di persone che condividono i valori-base di una corrente politica i cittadini sono liberi di scegliere il candidato da cui si sentono meglio rappresentati. La politica è cambiata, ora non piacciono più i candidati proposti dal partito, la gente vuole poter scegliere, perché anche all’interno della stessa corrente ci sono idee individuali.

E il suo programma politico qual è?

Il programma vero e proprio si costruisce in campagna elettorale, nel frattempo io punto il faro su quello che mi sta più a cuore: il lavoro, soprattutto per i giovani, il sostegno alle famiglie nella gestione del loro tempo lavorativo e la partecipazione della politica nella vita della città.

E cosa può o deve fare l’amministrazione a riguardo?

Per quanto riguarda il lavoro, il Comune deve aiutare a fare impresa. Abbiamo una grande cultura del lavoro e della manifattura, la politica deve dare spazi ai giovani nei quali mettersi alla prova a creare attività. In merito alle famiglie, bisogna dare massimo sostegno durante l’orario di lavoro. Per questo penso ai micro asili nido e magari anche al tempo pieno nelle scuole. E per finire ritengo che chi fa politica deve per forza partecipare alla vita della società. Gli amministratori devono prima di tutto ascoltare, poi è importante confrontarsi e comunicare con la gente. Solo così si capiscono le necessità e si può collaborare per il bene comune.

Chi teme di più tra i suoi concorrenti alle primarie?

Non vivo le primarie con timore, per me sono un’occasione di confronto che porterà a far emergere il buono di ognuno. Le idee diverse non sono per forza in contrapposizione, a volte mettendole a contatto si crea un’idea ancora migliore. Tra di noi abbiamo sottoscritto un patto di collaborazione. Ognuno desidera essere il nuovo sindaco, ma siccome il ruolo politico è rivolto alla gente, tra di noi collaboreremo anche dopo la scelta del candidato, non ci metteremo mai uno contro l’altro.

Mi dica un aggettivo per ognuno degli altri candidati….

Luca Beccaro: spumeggiante. E’ sempre positivo e lo sa trasmettere.

Pietro Veronese: territoriale. Nel senso proprio di ‘territorio’.

Luciano De Zen: posato. Non si scompone.

Carlo Cunegato: Estroverso. Ci crede ed è circondato da giovani che lo stimolano.

Giovanni Potente: europeo. Lui pensa sempre a Schio in Europa.

Dario Tomasi: storico. E’ quello che raccoglie l’eredità.

Lei è stato animatore, quanto conta questo in un ruolo politico?

Conta soprattutto nel nuovo concetto di politica. Bisogna saper guidare, ma anche ascoltare e comunicare.

Associazioni di categoria, imprese, lavoratori, gente comune. Come può l’amministrazione farsi capire da tutti?

 

Bisogna creare una rete di collaborazione nella quale ognuno esercita il suo ruolo e ha le sue responsabilità. Nessuno può lavorare da solo e l’atteggiamento di ognuno non deve essere  impositivo, ma collaborativo. Il tempo dell’uno contro l’altro è finito, si può imparare a fare un passo indietro e fare gioco di squadra. 

 Anna Bianchini
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