Occhi puntati su Schio, dove l’anno prossimo si andrà ad elezioni. Il sindaco Valter Orsi si ricandida e il comune più grande dell’Alto Vicentino è pronto a fare il salto definitivo per diventare il fulcro trainante del territorio, spalla a spalla con una Vicenza che ha assunto una nuova guida, più ‘in sintonia’ con la leadership scledense.

Da città operaia che se la ‘batteva’ con Valdagno, lasciando ‘brillare’ le più accattivanti Thiene e Bassano, a comune che detta legge nelle stanze dei bottoni, dove la gestione delle società che contano, da che mondo è mondo, passa attraverso i partiti politici. Orsi di partiti non ne ha e forse per questo ha potuto fare la voce grossa, imponendo competenze in nome di quello che lui definisce ‘buon senso’ e rivoluzionando l’intero Alto Vicentino, che dopo decenni di ‘volemose bene’, quando tutto era deciso grazie alle tessere di partito, ora si trova a fare i conti con uno che ha gli obiettivi chiari, la capacità di raggiungerli e la politica non la vuole subire, ma costruire. Rifiuti, acqua, sanità, istruzione, turismo, imprenditoria e commercio, a Orsi non sfugge nulla. E se alcuni suoi colleghi sono ancora lì a controllare se la poltrona sta dritta oppure no, lui ha scavalcato il municipio ed è già in provincia e oltre, in nome della gestione dell’intero territorio.

Valter Orsi, sta per concludersi il primo mandato da sindaco, è soddisfatto finora?

Sì, sono molto soddisfatto. Abbiamo costruito una squadra nuova, un bel gruppo con il quale abbiamo lavorato molto e stretto grandi amicizie. Il fatto di non avere pesi che derivano dai partiti ci ha aiutato. Abbiamo fatto tantissime cose, ma per noi è tutto normale, le diamo per scontate.

Quando avete vinto, non ci credeva nessuno. Nemmeno voi…

Io non ero preso in considerazione dai miei avversari, ero solo un piccolo pericolo. Il centro sinistra era compatto intorno a Dario Tomasi, ma le elezioni sono state ‘drogate’ dalle europee, dove aveva stravinto Matteo Renzi. Hanno sottovalutato l’avversario. Dopo il primo turno si sono fermati. Lega e Forza Italia non mi appoggiavano. Sembravamo piccolissimi e innocui. Invece, abbiamo lottato fino all’ultimo, con una campagna elettorale economica ma efficace, ci abbiamo creduto più degli altri.

Quando avete cominciato, qual è stato il primo pensiero?

Nel 2014, quando ho aperto i cassetti e cominciato ad andare a fondo degli argomenti, sembrava tutto difficile. Ho relazioni che attestano una serie di problemi. Già ad aprile avevamo il patto di stabilità sforato di 3 milioni di euro e questo ci bloccava. E’ stato un ‘buongiorno’ molto difficile, ma ce lo aspettavamo.

Avevate annunciato una rivoluzione, di stampo popolare. Da dove avete iniziato?

Abbiamo riorganizzato subito la macchina amministrativa, lavorando sulla spesa corrente ma senza tagliare i servizi. Sforare il patto di stabilità avrebbe significato blocco degli investimenti e sanzioni. Ci è voluto un anno solo per ritarare il sistema e la gestione del personale.

E i progetti concreti?

Abbiamo ripreso alcuni progetti che sembravano persi, come il campus, la palestra e il campo da rugby. Li abbiamo portati avanti, terminati. Ma ci sono tante cose, tantissime.

Fin dalla campagna elettorale lei voleva ‘sistemare’ le partecipate, assegnando le poltrone per competenza e non
 per politica. Ci sta riuscendo, ma non sembra una cosa facile… La politica è dura a mollare l’osso…

 

A volte la politica è positiva, altre volte è cattiva, parlo nel caso in cui non vengono premiate le persone che valgono. In Alto Vicentino ora le cose stanno cambiando. Il primo contatto con Avs era stato negativo, non riuscivamo ad impegnare le risorse. Comunque già con la guida di Cattelan avevamo cominciato a rimettere in riga la società, che poi si è fusa in ViAcqua.

Le partecipate sono sempre un argomento difficile con le amministrazioni. Non si capisce mai il confine tra l’interesse personale, quello politico e quello della società.

 

Le partecipate sono Srl, sono società di servizi, non sono inferiori ai privati. Sono in grado di elargire aiuti ai cittadini (come nel caso dei fondi Foni per le fasce sociali deboli). Avs ha iniziato questo percorso e a Schio ad esempio diamo 27mila euro di contributi grazie ad un bando. Ora in ViAcqua, con il nuovo Cda, il quadro è in equilibrio tra la parte tecnica e quella politica.

Sempre parlando di acqua, pensate con la fusione tra Avs e Acque Vicentine di aver fatto un buon lavoro?

Abbiamo messo in salvo la gestione dell’acqua, che rimane pubblica e gestita dai comuni. In questo modo abbiamo anche dato una risposta positiva al referendum sulla privatizzazione, che voleva l’acqua pubblica. Abbiamo allungato le concessioni e all’interno della nuova azienda, Avs è nel quadro di comando, non abbiamo svenduto nulla.

Quando è stato eletto Orsi, dopo 40 anni di governo di sponda opposta, si è gridato al cambiamento. Ma qual è stato, se c’è stato, il grande cambiamento di Schio, quello percepito dai cittadini?

I miei predecessori erano molto chiusi, rimanevano arginati nelle nicchie di riferimento che erano bacini di voti. Invece a Schio si devono tenere rapporti con i grandi enti. Abbiamo 40mila abitanti, per dimensioni quindi non siamo inferiori a Vicenza, ma il cittadino scledense vuole sentire l’amministrazione vicina. E’ importante ascoltare, comunicare.

Sindaco nuovo, squadra nuova, visione nuova. Una nuova Schio…

In ogni cambiamento si mettono in moto nuove energie, si dà molto di più. Ricevo continuamente molti segnali, sento la gente vicina. Vedo i cittadini partecipi, chiamano, collaborano, segnalano, sono molto attivi ed è bellissimo.

Inutile chiederle se si ricandida. Lei comunica molto sui social network e lo aveva dichiarato la prima volta in un post. Vede già un rivale?

Nessuno che sia evidente. Ho visto il tentativo di emergere di Carlo Cunegato, ma sempre con un atteggiamento negativo, di attacco e mai di proposta. Penso sia un approccio sbagliato. La politica si fa su proposte e contro proposte. Fa parte di quelle persone che, quando sono in difficoltà, attaccano l’avversario, è una forma di politica basata sull’attacco, non sul progetto. Ora è collocato in una fascia di estrema sinistra che la città fatica ad accettare. Il Pd invece sta facendo un sondaggio telefonico, vedremo chi sarà scelto.

Cosa vuole la gente da un amministratore?

Vuole che tu risolva i suoi problemi. Alle persone non importa se sei bello o brutto, vogliono che tu sappia fare il lavoro per cui ti hanno eletto. Ma se io osservo anche il consiglio comunale, luogo in cui si può parlare e si amministra, non vedo emergere nessuno, non c’è azione. Il leader dei 5 Stelle si dà da fare, ma dovrà impegnarsi molto…

Il governo incide sulle elezioni amministrative di un comune come Schio?

Mah, forse… Ma io ho vinto con una lista civica e senza nessun partito. Da soli con il nostro gruppo di cittadini e liste di appoggio. Oggi abbiamo ricompattato il gruppo e abbiamo sempre alcune liste in appoggio. Le elezioni di Schio saranno insieme alle europee, ecco, magari quelle influenzano. Vedremo.

Qual è stato il momento più bello?

Ho avuto tante soddisfazioni. Anche perché io sono emotivo e di cuore e mi emoziono facilmente. Sono felice di avere contribuito a far capire che da soli non si va da nessuna parte. Ho abolito gli individualismi, contribuito alla formazione di associazioni di impresa, come Cuore di Schio. Bisogna fare squadra, anche per avere contributi, il business lo deve fare il privato, non il Comune.

Visto che è un uomo emotivo, una cosa che lo ha davvero colpito e reso felice?

Una cosa semplice e bellissima. Una signora mi chiede appuntamento. Piange e mi racconta che ha 3 figli a scuola e lei lavora facendo i turni. Si fa un mazzo così e paga pure la baby sitter la notte. Mi aspettavo chiedesse un contributo e invece mi ha spiazzato. Voleva imparare a leggere e scrivere, perché non lo sapeva fare e lavorando a turni non poteva andare a scuola. Ora grazie ad un’associazione sta imparando, mi mandano foto e aggiornamenti costanti. Sono orgogliosissimo.

Il momento peggiore?

A volte mi è capitato di rimpiangere il mio lavoro. Ma non ho momenti davvero difficili, per me i problemi da sindaco sono normale amministrazione. Semmai, la delusione vera, è arrivata dalle persone, dal tradimento nei rapporti umani. Qualcuno pensa di essere superiore alle regole. Io ci metto anima e corpo, non rimpiango l’impegno, ma non faccio il manager, faccio il sindaco.

E’ una vita in bilico, tra compromessi e decisioni…

A volte si deve andare avanti anche senza compromessi. Si decide e basta. Sono orgoglioso della giunta, fatta di professionisti che sacrificano il loro tempo per la città. Io sono a tempo pieno.

La questione profughi ha messo Schio sotto attacco in più di qualche occasione, degli altri comuni non si è quasi mai sentito parlare. Troppe presenze, la colonia a Valli del Pasubio, le proteste…

Non sono mai stato favorevole alla politica che scarica tutto sui comuni. Li ho messi nella Colonia Alpina per non dare il De Lellis. Sono stato molto serio e determinato con le cooperative. Qualcuno ha tentato di strumentalizzare la faccenda, poi non è più andato a fondo, ha dovuto arrendersi all’evidenza. Abbiamo avuto problemi con qualche richiedente asilo, che poi è stato allontanato.

Problemi solo con profughi?

Ma no… In questo momento ad esempio abbiamo un progetto di recupero di circa 20 adolescenti problematici. Sono borderline, alcuni sono italiani, altri stranieri di seconda generazione. Vogliamo aiutarli, per questo abbiamo creato il ‘Pianeta Adolescenti’, tenendo presente che il disagio dei ragazzi parte sempre dalla famiglia. A Schio però abbiamo adolescenti eccezionali. Peccato che la normalità non faccia mai notizia. Si guarda solo l’albero che cade e non si vede il bosco che cresce.

Per cosa sarà ricordato Valter Orsi?

Non sarò ricordato per quello che ha interrotto una fase politica, ma per quello che ha ripristinato il contatto con il cittadino. Comunque mi metto a disposizione anche per una eventuale collaborazione con una nuova amministrazione…

Mettiamo non sia rieletto, che cosa ricorderà Valter Orsi?

In questi anni da sindaco, sono diventato un tuttologo. Regolamenti, leggi, codici, bandi, ho imparato tantissimo, sono preparatissimo su tutto.

Anna Bianchini

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