Ha vinto le primarie del centrosinistra ed è il diretto successore dell’attuale sindaco di Schio, Luigi Dalla Via. Ma Dario Tomasi, classe 1955, punta di diamante di una maggioranza che da anni regna incontrastata, non se la sente ancora di cantare vittoria e con umiltà ammette: “Ora inizia la partita vera. Io sono il direttore d’orchestra del gruppo di centrosinistra, ma la musica la scegliamo insieme. Aspetterò in silenzio di capire chi saranno i miei antagonisti e nel frattempo lavorerò per un programma politico che preveda massima partecipazione e con una squadra che esprima innovazione ed esperienza al tempo stesso”.

Tomasi, alla fine ce l’ha fatta ed è il candidato Sindaco di un centrosinistra forte e organizzato. Come immagina la campagna elettorale? Difficile?

“Diciamo che la battaglia vera inizia ora. Con le primarie si è scelto il direttore d’orchestra, ma la musica sarebbe stata la stessa. Non so ancora con chi mi dovrò confrontare. Aspetto in silenzio di vedere cosa faranno i miei avversari. Auspico una campagna elettorale ricca di sfide ma costruttiva. Il disamore per la politica nasce proprio dalle discussioni sterili. A Schio dobbiamo combattere e sfidarci su argomenti di primo piano e dai dibattiti devono uscire soluzioni, altrimenti sono solo chiacchiere da bar”.

Da adesso il faro è puntato su di lei. In quale direzione intende muovere i primi passi?

“Da domani inizieremo il lavoro vero. Alle 20,30 al Circolo Operaio di Magrè ci sarà un incontro aperto a tutti. Chiunque voglia portare argomentazioni utili a costruire il nostro programma di mandato è il benvenuto. Al momento ci sono 7 gruppi civici e politici che ci supportano. Vogliamo una politica fatta di partecipazione e dialogo. Capire le esigenze, ascoltare i problemi e lavorare sulle soluzioni è fondamentale per avere una buona politica. Partecipazione significa calarsi nella realtà e lavorare in base alle esigenze dei cittadini”.

Come costruirà il programma di mandato?

“Partirò sicuramente dal manifesto condiviso e poi prenderò in considerazione i punti principali delle proposte dei 7 candidati alle primarie. Da lì poi nei vari incontri ascolteremo le proposte e metteremo insieme le idee. Ciò che prima era suddiviso in 7 candidature ora si concentra sulla mia figura. Voglio una politica fatta di confronto e dialogo, non di caos. A Schio spesso si litiga, ma sappiamo bene che c’è la possibilità di unire le forze per costruire un programma di lavoro che punti al bene dei cittadini e della città stessa. Lo presenteremo ufficialmente il 24 aprile”.

Quali saranno gli elementi di continuità rispetto all’amministrazione Dalla Via e quali di stacco?

“Porterò avanti il modus operandi di Luigi Dalla Via in tema di governo del territorio, del sociale e delle politiche di sviluppo. Ma farò diversamente per quanto riguarda la partecipazione dell’amministrazione alla vita dei cittadini. C’è bisogno di essere più in piazza, nelle strade, più tra la folla. Parlare, ascoltare, comprendere. Vivremo le relazioni del Comune e del mondo politico in modo completamente diverso, con dialogo e apertura”.

Proverà a rilanciare il turismo?

“Abbiamo un’immensa occasione di rilancio del turismo con il centenario della Grande Guerra. Dobbiamo mostrare il grande valore del nostro territorio. E poi voglio puntare sull’archeologia industriale, l’enogastronomia, il paesaggio e la storia”.

Che ruolo avrà Schio rispetto agli altri Comuni?

“Entro 3 anni vorrei realizzare l’Unione dei Comuni dell’Alto Vicentino. Unione di servizi, per dare più forza ai piccoli e creare comunità”.

Quali sono i suoi obiettivi immediati? E quale sarà il ruolo del suo partito nella sua candidatura?

“Lavorerò per una politica forte per le famiglie, la sistemazione della grande viabilità, l’unione dei Comuni, l’integrazione e lo sviluppo del turismo. I nuclei classici dei partiti non esistono più. Oggi bisogna parlare di concetti concreti legati al territorio e lo si deve fare con persone competenti che sappiano ascoltare e agire. Solo così si va avanti. La politica tradizionale gira intorno ai grandi temi e quando è il momento di tagliare la testa al toro si ferma. E’ il momento di finirla con la superficialità, bisogna andare al sodo e fare”.

Chi le è piaciuto di più alle primarie? E chi meno?

“Sicuramente Carlo Cunegato. Il più giovane ed entusiasta. Mi sono rivisto in lui. L’esperienza nasce dall’azione e l’azione dall’incoscienza. Ha dimostrato voglia di fare e grinta per ottenere il risultato. Con tutti abbiamo sottoscritto un patto di collaborazione. Il meno non saprei, non c’è nessun antipatico nel gruppo. Per il momento siamo uniti”.

Quanti saranno i suoi assessori? E affiderebbe qualche incarico all’opposizione?

“Userò 7 assessori e tutte le deleghe disponibili. E non avrei problemi ad affidare incarichi all’opposizione. Io guardo alla competenza non all’appartenenza al gruppo. Se una persona fosse capace e meritevole di avere un incarico, glielo darei senza alcun pregiudizio”.

di Anna Bianchini

 

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