I servizi sociali al centro dell’interesse della politica locale, tanto da abbattere le barriere politiche ed impegnarsi tutti insieme per il diritto dei cittadini alla salute.

La proposta arriva Giulia Andrian, consigliere comunale del Pd di Schio, che auspica che la sua mozione venga approvata all’unanimità, per poi “dare un mandato forte al nostro primo cittadino: in sede di conferenza di sindaci non sarà lasciato da solo ad evidenziare le mancanze e a chiedere un pronto cambio di rotta”.

Un segnale di disponibilità, collaborazione ed apertura, come auspicato ad inizio pandemia. E’ stato proprio il covid-19 ad accentuare le problematiche, su tutti i fronti, anche quello della Sanità locale. Ma carenze nei Servizi Sanitari locali ne erano stati denunciati già precedentemente al coronavirus, soprattutto rispetto a quello che erano le eccellenze della ex Ulss4.

Giulia Andrian è convinta che facendo squadra si possa fare bene: “Al di là della contingenza sanitaria dovuta alla pandemia, ormai da diversi anni la sanità dell’Alto Vicentino evidenzia diversi punti critici e una progressiva perdita di servizi e di efficienza rispetto al passato, in cui era presa ad esempio a livello nazionale per l’eccellenza. Abbiamo visto prese di posizione da parte di  sindaci e coinvolgimento di moltissimi cittadini nel denunciare questa situazione, che il Covid ha solamente reso più evidente. Ad oggi riteniamo che le problematiche, sussistano, ulteriormente acuite dall’emergenza, e soprattutto non vi sia stata da parte dell’Ulss e del governo regionale una presa di coscienza delle legittime richieste dei cittadini e quindi, come amministratori, abbiamo presentato un ordine del giorno che auspichiamo sia approvato nel Consiglio Comunale di Schio di questa settimana, per dare forza al nostro sindaco nel portare avanti queste istanza al Comitato di distretto e, successivamente al direttore generale. Con questo ordine del giorno esprimiamo la nostra volontà di dare un mandato forte al nostro primo cittadino: in sede di conferenza di sindaci non sarà lasciato da solo ad evidenziare le mancanze e a chiedere un pronto cambio di rotta, ma avrà dietro di sé tutto (speriamo) il consiglio comunale, compatto a chiedere, in nome dei cittadini che rappresentiamo, un servizio sanitario all’altezza di un territorio di 180mila abitanti, con tutte le sue criticità (si pensi in particolare alle aree collinari e montane che più di altre soffrono il depotenziamento dei servizi socio-sanitari territoriali)”.

La stima per il personale sanitario

“Si vuole in questa sede ribadire ancora una volta il pieno sostegno a tutto il personale che, con il suo impegno e la sua abnegazione, ha compensato in prima linea le mancanze della programmazione ai piani alti della dirigenza e soprattutto le direttive dei decisori politici regionali”, ha sottolineato la consigliera del Pd senza esitazioni.

Le differenze con la ex Ulss4 ed il depotenziamento di alcuni servizi

“Nell’ordine del giorno sono stati individuati alcuni servizi socio-sanitari dell’ex-Ulss4  che, in seguito all’accorpamento con Bassano, sono stati depotenziati, svuotati delle loro prerogative o addirittura eliminati. Oltre all’incredibile ritardo di 15 anni con cui sono stati attivati i posti letto di comunità, necessari in un territorio in cui l’ospedale è stato progettato solo per acuzie, abbiamo segnalato il depotenziamento della Centrale Operativa Territoriale che un tempo organizzava con cura le dimissioni protette per pazienti che necessitavano di presidi e di assistenza infermieristica, mentre ora si limita ad inviare una comunicazione a dimissioni avvenute. Abbiamo segnalato che il già depauperato servizio dell’ADI (Assistenza domiciliare integrata) si è fatto carico anche con le USCA, Unità Speciali di Continuità Assistenziale,  composte da un medico e un infermiere che hanno lo specifico compito di valutare, su segnalazione del medico di famiglia o del pediatra, i pazienti Covid positivi o sospetti,  che sono a domicilio, nelle strutture territoriali, dimessi dal pronto soccorso o dal reparto. In questo modo si sono tolte ulteriori risorse ai servizi di routine nel  territorio. Abbiamo ricordato a questo proposito che “la reperibilità notturna degli infermieri di ADI era prevista nell’ex-Ulss Altovicentino, ma non nel Bassanese. Con la fusione è stata cancellata anche nell’Alto Vicentino, con un livellamento al ribasso dei servizi del territorio”.

“Niente più prelievi a domicilio e difficoltà per le urgenze”

“Abbiamo riportato inoltre che One Emergenza, la cooperativa che ha in gestione i prelievi a domicilio, da capitolato non gestisce le urgenze, ma ha un minimo di 48 ore per effettuare il prelievo – continua Andrian – Questo significa che i medici di base, che potrebbero gestire alcune urgenze, senza sovraccaricare le strutture ospedaliere, di fatto sono impossibilitati a farlo perchè non hanno i mezzi per gestire da casa il malato. Non ci stancheremo mai di segnalare  i servizi mancanti (per esempio “il Centro di Salute mentale a Schio, riattivato solo parzialmente, e il  supporto alle famiglie con figli con comportamenti problematici che attualmente sono inviati a strutture private a Torri di Quartesolo, le pochissime ore di assistenza assegnate alle famiglie con ragazzi disabili) e ancora il servizio dei medici di base nelle aree montane e nelle valli”.

Il documento è stato condiviso con altri amministratori dell’Alto Vicentino che o hanno già presentato il documento o lo presenteranno a breve nei rispettivi Consigli comunali. “Speriamo – ha concluso Giulia Andrian a nome del gruppo – che la voce all’unisono di un territorio sia ascoltata più che la voce di un singolo sindaco o di un singolo gruppo consigliare. I cittadini tutti, al di là delle idee politiche che possono avere, pensiamo che apprezzeranno la nostra compattezza e approveranno la nostra azione comune”.

di Redazione Altovicentinonline

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia