“La discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, e in generale la piaga della discriminazione, è qualcosa che difficilmente si riesce a eliminare a suon di provvedimenti e di norme, che tuttavia occorrono. Il nostro lavoro, anche come rappresentanti delle istituzioni, è quello di impegnarci insieme alle persone, alle famiglie, alle associazioni. Siamo consapevoli che oggi non basta lavorare da soli perché anche i provvedimenti migliori non hanno effetto se non avviene veramente un cambiamento che si può operare solo nel momento in cui si opera tutti insieme in una grande alleanza, in una grande squadra”. Lo ha detto Erika Stefani, ministra per le Disabilità, intervenendo alla presentazione del progetto ‘AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive’ promosso da Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale). “Esclusione significa solitudine, sconforto, l’acuirsi di fragilità. La discriminazione è questa- ha sottolineato ancora la ministra- è una distorsione del rapporto tra la persona e il contesto come, ad esempio, il luogo di lavoro”. Ma “bisogna anche dire che qualcosa nella società sta cambiando, magari non sono cambiamenti immediatamente visibili, soprattutto per chi non ha a che fare quotidianamente con il mondo delle disabilità- ha continuato Stefani- ma l’attenzione su questi temi si sta alzando rispetto a qualche anno fa e questo è frutto del lavoro congiunto di tutti gli attori che operano in questo settore. La stessa pandemia ha evidenziato quelle che potevano essere le carenze strutturali di alcuni sistemi e oggi se ne parla e si sta lavorando per trovare soluzioni efficaci”.
La ministra ha poi ricordato che il Pnrr “è un’opportunità senza precedenti. Oggi abbiamo l’occasione di investire nel potenziale del settore, investire nelle strutture che si occupano di questi temi e anche in tutte le strutture pubbliche, questo non solo per promuovere la conoscenza del mondo della disabilità ma per entrare appieno nei temi veri di inclusione lavorativa, economica e sociale e non lasciare che restino retorica. Punteremo a far sì che il Pnrr sia un catalizzatore dei cambiamenti”. Guardando ai prossimi mesi la ministra in conclusione ha evidenziato: “Quello che dovremo fare è lavorare per rendere anche semplicemente accessibili i servizi, per far in modo che non ci siano le barriere fisiche e culturali. E’ un grande obiettivo. Nessuno deve sentirsi escluso, tutti devono sentirsi parte della società, ognuno con il suo ruolo, ognuno per le sue capacità, ognuno per le sue potenzialità”.
“Secondo un’indagine SWG del 2021, alla domanda su quale atteggiamento culturale prevalga in Italia sulla disabilità, il 66% dei rispondenti ha elencato la tendenza al pregiudizio, il 62% all’indifferenza e il 53% l’impreparazione”. Infine il consulente Anffas ha ricordato che secondo Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori incardinato nell’ambito del dipartimento della pubblica sicurezza – direzione centrale della polizia criminale, “tra il 2017 e il 2019 i dati indicano una crescita del 32% delle segnalazioni ricevute per atti discriminatori, in particolare sono cresciute del 77% le aggressioni fisiche”. La discriminazione “è un grande pericolo per il rispetto della dignità umana e sociale della persona con disabilità- ha rimarcato in conclusione Faini- ed è prevalentemente sul piano culturale che dobbiamo impostare le nostre azioni di contrasto”.