“È evidente che la maggioranza non ha la possibilità di spostare né un euro né un giorno rispetto alla proposta presentata in Consiglio, la Zaia Tax, per finanziare la Pedemontana, altrimenti avrebbe ascoltato le nostre idee per completare l’opera. Nessuno ci ha spiegato perché: è un comportamento che mette in evidenza tutti i limiti della tanto sbandierata efficienza amministrativa della Giunta Zaia”.
A dirlo è il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso, motivando il voto contrario del gruppo sulla Pda 41.
“Le nostre proposte permettevano di non applicare la Zaia Tax e limitare l’impatto tributario, distribuendolo su tre anni. La maggioranza, però, non ha voluto neanche discuterle. Fin da quando Zaia si è presentato in aula, abbiamo chiesto di aprire un confronto e che tutti i consiglieri fossero messi nelle condizioni di accedere a tutti gli atti, inclusa la documentazione comparativa sulle tre convenzioni. Siamo consapevoli che questa opera non può restare come è adesso. È nata male, nel 2009 è stato firmato un contratto capestro a cui non è stato posto rimedio nel 2013 quando qualcosa si poteva e si doveva fare, anche perché lo Stato aveva aggiunto 300 milioni – evidenzia il capogruppo del Pd – Non possiamo accettare quanto proposto dalla Giunta Zaia.
La nuova convenzione carica il rischio che prima stava sul concessionario sulle spalle della Regione; il costo che doveva essere pagato delle imprese che, ricorrendo al mercato finanziario sarebbero intervenute con le virtù salvifiche del project, viene trasferito ai cittadini, con una manovra che nel 2018 fa entrare 220 milioni nelle casse della Regione, manovra dovuta alla scelta di trasferire 300 milioni alla Sis. La nostra proposta alternativa resta in campo, il vicepresidente Forcolin ha detto che c’è tempo fino a ottobre per rivederla. Credo sia meglio evitare la brutta figura di una proposta di legge statale, meglio riconoscere le responsabilità, che sono tutte politiche, di questa situazione e aprire in modo molto trasparente un confronto con il Governo, come avvenuto nel 2013”.