Sbarca anche a Thiene la tassa sulle pubbliche affissioni per i conducenti di veicoli aziendali e furgoni. E puntualmente, sbarcano anche le sanzioni.

 

Dall’inizio del 2014 è in vigore anche a Thiene la tassa sulle scritte pubblicitarie che alcune aziende appiccicano ai propri mezzi di trasporto per farsi conoscere. Quando il cartello che dice ‘chi siamo, dove siamo, cosa facciamo e questo è il nostro numero di telefono’ supera una certa dimensione, scatta l’obbligo della messa in regola con il comune. E questa regola ha un prezzo ben definito: 59 euro e cinquanta centesimi.

A spiegarlo è il Vicesindaco e assessore al Bilancio Alberto Samperi che ha spiegato: “Si tratta di una tassa obbligatoria che ci ha imposto lo stato. Il ricavato è incassato dal Comune, ma l’imposta a tutti gli effetti è obbligatoria. Thiene ha applicato l’aliquota minima, ma non se ne poteva scappare altrimenti saremmo incorsi in sanzioni”.

Per gli estetisti, taxisti, piastrellisti e per tutti coloro che hanno un veicolo con tanto di adesivo che riporta i dati della sua attività, è opportuno dare una controllata al regolamento comunale che spiega l’applicazione dell’imposta e le eventuali sanzioni.

“per informare gli utenti abbiamo seguito l’iter tradizionale – ha sottolineato Samperi – Abbiamo affisso manifesti nelle plance del Comune, spedito comunicazioni alle associazioni di categoria e diffuso la notizia attraverso il sito comunale e la stampa. Può essere che a qualcuno sia sfuggito, in tal caso invito i diretti interessati a rivolgersi all’ufficio competente e mettersi in regola. C’è tempo per pagare la tassa fino a fine anno ma la registrazione era obbligatoria a inizio 2014. Abbiamo lasciato 6 mesi di tempo prima di far partire i controlli – ha commentato – perché volevamo essere il più leggeri possibile per andare incontro a chi lavora”.

La multa ammonta a 123 euro e include la tassa e la sanzione per omessa denuncia.

“Un centinaio di aziende si sono già registrate – ha concluso Samperi – e spero che le sanzioni siano poche. Per l’anno prossimo mi auguro non ce ne sarà nemmeno una”.

 

Anna Bianchini

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