Il suo discorso all’apertura del Lions Club l’altra sera, ha incollato i presenti e spezzato l’atmosfera di festa, ma racchiudeva l’essenza dei suoi primi 100 giorni di mandato da primo cittadino di Thiene, che non sono stati da ‘clima di luna di miele’. Perchè la crisi economica dovuta alla pandemia, alla guerra che da sette mesi sta portando conseguenze devastanti e non solo per i ‘caduti’ in terra di bombe e carri armati, stanno impregnando la nostra società a tutti i livelli. Non stanno dando tregua a chi si è preso la responsabilità di amministrare in un momento storico drammatico e unico con situazioni difficili anche nella bella e ricca Thiene.
” Non passa giorno che dall’Ulss non ci arrivino bollettini allarmanti, che parlano di giovani sempre più isolati per via della dipendenza da internet e da cellulari. Un fenomeno tipico dei tempi moderni, ma che con il Covid si è trasformato in una vera e propria emergenza. L’opinione pubblica sembra indifferente a questi temi sociali – continua Michelusi – , in realtà si tratta dei nostri ragazzi, delle nuove generazioni, del nostro futuro. Non possiamo restare inermi, vanno aiutati. Molti di loro si mimetizzano in una vita quotidiana che fugge come un razzo, in cui non c’è mai tempo, dove non ci si sofferma. Ma noi adulti abbiamo l’obbligo di fermarci e scovare il disagio dei nostri ragazzi, che spesso vivono in casa con noi con i loro mali. Sotto i nostri occhi incapaci di vedere quello che dobbiamo imparare a cogliere”.
Se il disagio giovanile preoccupa tanto il sindaco Michelusi, c’è qualcosa che lo ha colpito ancora di più in questi primi 100 giorni di mandato: la povertà a due passi da noi. ” Il caro bollette sta massacrando molti padri di famiglia, che si rivolgono ai nostri uffici. I loro racconti non lascerebbero indifferente neanche l’essere umano più cinico. A volte ci raccontano come siano costretti a scegliere tra il pagare le bollette raddoppiate o pagare l’affitto. Scelgono la prima opzione per la paura di vedersi staccata la luce e non pagano l’affitto. Sono situazioni che spesso esistono a due passi da noi, dobbiamo renderci conto che esistono davvero anche se si fa talvolta fatica ad accettarlo. Mai come in questo momento, noi amministratori siamo chiamati alla responsabilità perchè la coperta è corta per tutti e occorre buon senso, coscienza. Costa essere impopolari e se trascuri un monumento cittadino o l’asfalto di una strada ti prendi addosso tutte le critiche dei cittadini, che non sanno che dietro quella ‘trascuratezza’ c’è una decisione sofferta. Noi – conclude il sindaco Michelusi – abbiamo scelto di spegnere qualche luce di scegliere l’aiuto alle persone rispetto ai monumenti”.
N.B.
Caritas