L’accusa di essere dormienti lanciata dall’ex sindaco di Santorso Piero Menegozzo, circa la fusione delle Ulss di Bassano e Santorso, ha scatenato un polverone di polemiche. I sindaci del comitato, ex conferenza dei sindaci dell’Ulss Pedemontana che non ci stanno a passare per quelli che non stanno lavorando per difendere con i denti e con le unghie la sanità, oggi l’hanno detto in coro presentando alla stampa la loro strategia difensiva di quel sistema socio sanitario che l’intera comunità dell’Alto Vicentino non vuole vedere toccata. Le accuse di questi giorni li hanno fatti apparire determinati nella lotta , che ora avrà come campo di battaglia la sede regionale dove è già passata in giunta la linea programmatica della riforma, con i dettagli che verranno discussi in sede di commissione. Ci vorranno mesi prima di tracciare un organigramma, ma una cosa è certa, tra l’impegno messo nero su bianco nel documento stilato dai sindaci ed i comitati di cittadini che iniziano a muoversi, a Palazzo Balbi sta arrivando il messaggio forte e chiaro che l’Alto Vicentino non si farà scippare le eccellenze sanitarie di cui va fiera. Il prossimo passo, dopo aver fatto rivedere la proposta indecente di accorpare alla salute mentale, i reparti che si occupano delle dipendenze, la psichiatria e persino la neuropsichiatria infantile, adesso c’è quello di mantenere come sede amministrativa il Boldrini di Thiene, che non può essere svuotato sia per la quantità d’investimenti economici affrontati negli anni scorsi per potenziare una struttura che non può diventare fantasma, sia per non fare morire quell’intero quartiere, che sta già subendo le conseguenze dell’accorpamento dei due ospedali di Thiene e Schio a Santorso. ‘Siamo tutti d’accordo nell’insistere a tenere gli uffici a Thiene – ha detto il sindaco Giovanni Casarotto – la speranza è di spuntarla, dato che per legge, la sede legale è quella di Bassano’.
I sindaci inoltre, durante la conferenza stampa, si sono mostrati rassicurati dalle parole dell’assessore al Sociale Manuela Lanzarin, che ha promesso che niente di quello che rappresenta il fiore all’occhiello del nostro sistema socio sanitario verrà toccato. In sostanza, i sindaci hanno fatto capire che al momento nessuna decisione è stata presa e non ci si può che fidare delle parole confortanti di una Regione sotto pressione per l’intera riforma regionale, che sta toccando le varie Ulss e che farà fatica ad accontentare tutti.

santor‘ La fase esecutiva deve ancora iniziare – ha detto Robertino Cappozzo, presidente del Comitato – qui ci stiamo giocando il futuro del territorio e tutto si può dire tranne che non stiamo agendo’.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Schio Valter Orsi, che ha tenuto a sottolineare l’unione di un territorio che sta facendo fronte comune nell’affrontare un momento delicato. Il suo tono era ancora risentito per le accuse al veleno dell’ex sindaco Piero Menegozzo, che ha accusato di stare strumentalizzando politicamente un momento delicato, in cui occorrerebbe essere costruttivi.
‘Forse l’errore è stato nell’apparire inermi dinanzi a questo grande cambiamento che abbiamo affrontato a testa bassa e con spirito pratico, preferendo una linea di silenzio che non è sinonimo di inattività – ha ribadito con garbo Cappozzo – ma adesso abbiamo deciso di farci sentire maggiormente, magari con dei comunicati stampa che mettano al corrente i cittadini di quello che stiamo facendo per salvare la qualità dei servizi del territorio’.
schio pedemontanaAlla conferenza stampa era presente anche il consulente della Sanità del comune di Schio Domenico Motteran ed il consigliere del gruppo misto Mauro Tessaro, sempre del Comune di Schio. Quest’ultimo è membro del neonato comitato Schio Pedemontana che ha indetto una raccolta firme nei giorni di mercato affinchè arrivi in Regione l’appello di tutti quegli scledensi che non vogliono assolutamente che l’ex Ulss 4 venga penalizzata nell’accorpamento con Bassano.
Di seguito il documento presentato a Thiene e sottoscritto dai sindaci del Comitato del Distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana.

 

 

I Sindaci dell’Alto Vicentino

Premesso che per il territorio dell’Alto Vicentino il futuro della Sanità è di prioritaria importanza, alla luce dell’avvio della nuova Ulss 7 Pedemontana e dei conseguenti processi di riorganizzazione delle due ex Ulss 3 e 4;

 

Dato atto che quando –  con decisione unanime della Conferenza dei Sindaci dell’ Ulss n. 4 Alto Vicentino e in sinergia con i Colleghi dell’ Ulss 3 Bassanese – si è scelto di promuovere l’Ulss Pedemontana, anziché confluire nell’unica Ulss provinciale di Vicenza, due erano gli obiettivi principali prefissati:

 

  • promuovere un’azienda socio-sanitaria che per dimensioni di territorio e per bacino di utenza potesse garantire gli standard di gestione che la ricerca di settore indica come ideali per un’efficace funzionalità (circa 400mila abitanti);
  • garantire, a seguito della fusione, la pari dignità tra le due Ulss preesistenti all’interno di un irrinunciabile processo di aggregazione rispettoso delle storie e delle identità reciproche;

 

Dato per assodato che la nuova Ulss 7 Pedemontana non potrà essere il risultato di una semplice sommatoria delle esperienze preesistenti, e che inevitabilmente dovrà essere sviluppato un percorso di  riorganizzazione complessiva dei servizi, a partire da quelli tecnico-amministrativi, oltre che un processo di organica razionalizzazione delle diverse gestioni;

 

Dato atto altresì che, come previsto dalla riforma regionale, la gestione dei Servizi Sociali rimarrà in capo a ciascun ambito territoriale – facendo riferimento, nel nostro specifico, a quello che ora viene denominato Comitato dei Sindaci del Distretto n. 2” – e che il Bilancio Sociale della nuova Ulss 7 verrà strutturato tenendo conto di questa duplice articolazione; 

 

Ritenuto  opportuno e addirittura necessario sottolineare che anche la programmazione dei servizi nell’ambito Sanitario (ospedaliero e/o territoriale) della nuova Ulss 7 Pedemontana – che prevede invece una gestione di bilancio unica – debba fornire un’analoga garanzia sulla qualità degli stessi;

 

Sottolineato che questo processo deve garantire non solo il mantenimento ma l’implementazione dei livelli di prestazione e di servizio pre-esistenti e che non deve sussistere alcuna subalternità tra i tre ospedali di Santorso, Asiago e Bassano;

 

Evidenziato che i processi di innovazione sviluppati sia nell’ambito della medicina territoriale che in quello dei servizi sociali rappresentano una specificità e un livello di eccellenza che la comunità dell’Alto Vicentino ha contribuito a determinare nel corso degli anni:

 

 

 

 

 

SI IMPEGNANO

 

 

 

 

a vigilare affinchè l’Ospedale di Santorso, al pari delle altre strutture della nuova Ulss 7 Pedemontana, ciascuna per i propri territori di competenza, possa continuare a garantire gli standard di qualità ed eccellenza a favore dei cittadini dell’Alto Vicentino e, a tale proposito, a costituire un tavolo di monitoraggio permanente dei Sindaci;

 

a chiedere alla Regione Veneto e al Direttore Generale dell’ULSS che i processi di riorganizzazione dei servizi della nuova Ulss 7 Pedemontana si sviluppino tenendo ben presente la storia e la specificità delle diverse realtà, basandosi sui dati reali degli ultimi anni (relativi ad esempio al numero di interventi, alle visite ambulatoriali programmate, alla diagnostica, agli accessi al Pronto Soccorso ecc); dovranno inoltre essere garantite le risorse di personale  medico,  infermieristico e paramedico, nonché gli investimenti tecnologici e sui macchinari di ultima generazione;

 

a chiedere, altresì, alla Regione Veneto e al Direttore Generale dell’ULSS che sia assicurato il mantenimento delle attuali specialità e dei reparti, il turn over e la celere sostituzione dei primari che cessano dal servizio;

 

a intraprendere tutte le iniziative che si riterranno più opportune ed idonee alla salvaguardia della qualità dei servizi socio-sanitari erogati nel territorio, a cominciare dal potenziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata;

 

a promuovere  la valorizzazione delle peculiarità e delle eccellenze che hanno caratterizzato l’ambito sociale dell’Alto Vicentino, evitando  che il processo di integrazione delle due ex aziende si trasformi in una  sorta di omogeneizzazione e livellamento al ribasso, ma favorendo invece il trasferimento delle buone pratiche da un territorio all’altro.

 

 

 

 

 

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