I truffati dalle banche saranno risarciti secondo lo schema suggerito (o imposto che dir si voglia)  dalla commissaria Ue Margrethe  Vestager e assecondato dal nostro ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Saranno direttamente corrisposti i rimborsi a chi ha un Isee 2018 fino a 35.000 euro e un patrimonio mobiliare fino a 100.000 euro. Secondo il ministero del Tesoro questa soluzione darà ristoro a una platea del 90% degli interessati ai risarcimenti. Hanno accettato questa soluzione proposta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, 17 associazioni su 19 . Si sono riservate di dare o meno il loro assenso dopo avere letto i decreti attuativi altre due associazioni che tutelano i truffati e che sono “Noi che credevamo in Bpvi” e “Coordinamento Don Torta”.  Al di sopra di queste cifre si procederà con un arbitrato “standardizzato“, cioè che tipizzerà i richiedenti il rimborso e che sarà affidato a una commissione tecnica di 9 esperti indipendenti con magistrati, avvocati dello Stato ed ex arbitri Consob e Bankitalia.

In cosa consisterà il rimborso, concesso grazie alla cosiddetta “deroga sociale” sul bail-in dalla Commissione Ue per chi ha i requisiti minimi di Isee e patrimonio a 100.000 euro? In sostanza saranno risarciti automaticamente per costoro fino al 30%  del valore delle azioni acquistate e fino al 95% dell’investimento in obbligazioni.

Sarà probabilmente fatto domani il decreto in Consiglio dei Ministri che darà il via al’operazione. Se il sottosegretario al Tesoro dei Cinquestelle Alessio Villarosa al momento rimanda ogni dichiarazione a dopo l’approvazione del provvedimento quello della Lega Matteo Bitonci si lascia andare a toni più che soddisfatti.  “Ora ci sarà una modifica alla legge di bilancio, con il doppio binario flessibile per un rimborso massivo e forfettario – dice il sottosegretario della Lega – penso sia una grande apertura da parte della Commissione Ue, grazie al lavoro fatto da Tria, dagli uffici, dai sottosegretari. E’ forse la prima volta che la Ue dà la possibilità di un rimborso massivo”. Lo stesso rappresentante del governo ha aggiunto che a seguire la norma ci sarà subito il decreto attuativo. Questi soluzione, qualora fosse confermata nero su bianco come viene prospettata dalle dichiarazioni governative di oggi, è il frutto evidente di un compromesso. Il polso della situazione da allo stato un’insoddisfazione generalizzata perché in tanti si sentono colpiti, seppur con intenti risarcitori senza precedenti (questa volta il Fondo Indennizzo Risparmiatori è di 1,5 miliardi prelevati dai cosiddetti conti dormienti a fronte di cifre che in altri governi erano arrivate al massimo a 100 milioni…), da ingiustizie e disparità di trattamenti. Dentro lo stesso governo il vicepremier Di Maio ha dichiarato che bisognava dare ristoro a tutti, in modo generalizzato, reclamando il principio dell’unanimità dei consensi da parte dei truffati e dell’ascolto totale delle richieste.  Ai più le regole di risarcimento oggi esposte dal governo sono sembrate appiattite sugli indirizzi della commissione europea che sta dando il contentino solo per i cosiddetti “poveracci”. Quelli coi requisiti al minimo. Ma lo spirito del contratto di governo incarnato nella legge di bilancio, a sua volta interpretato dalla natura e dalla funzione del FIR (fondo indennizzo risparmiatori) rimane tutt’altro. Quello di un rastrellamento da conti dormienti per incidere il meno possibile sul gettito ordinario, riconoscendo il tradimento “massivo” compiuto dalle banche con reati che hanno portato a questo disastro nelle economie familiari (truffate aldilà e al di sopra dei redditi che la Ue riterrebbe degne di risarcimento) o di piccole e medie imprese.

Infine un aspetto tecnico di rilievo è la natura riconosciuta del Fir che non è un aiuto di Stato. Si tratta infatti di erogazioni di natura sociale come previsto dal  Directorate – General for Competition che contempla “aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano accordati senza discriminazioni determinate dall’origine dei prodotti” (art. 107, par. 2, lett a) TFUE). Pertanto nonostante quanto accordato oggi dal governo e in ragione delle remore pentastellate e delle due associazioni di consumatori non concordi, la partita sul decreto potrebbe rimanere aperta per delle limature importanti che verrà fuori domani (o nei prossimi giorni) dal Consiglio dei ministri, inclusi alcuni dettami nei decreti attuativi.

Giuseppe Scarcella

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