Sono 19mila i cittadini immigrati che risiedono nei 32 comuni dell’Ulss 4 Alto Vicentino: rappresentano il 10% della popolazione. Cifre che hanno indotto i vertici dell’azienda sanitaria capitanata dalla dg Daniela Carraro, a cui l’argomento sta a cuore, a creare uno sportello, che faccia da filtro tra le richieste spesso incomprese ( e non solo per difficoltà nella lingua) di persone provenienti da culture diverse e chi deve soddisfarle. E’ stato inaugurato stamattina,  proprio nella sede dell’Ospedale Unico due nuovi servizi : lo Sportello di Mediazione Linguistico e il Servizio di Clinica Transculturale .

 

L’apertura dello Sportello di Mediazione all’interno dell’ospedale di Santorso, gestito dai mediatori linguistici culturali provenienti dai paesi maggiormente rappresentati nel territorio in collaborazione con la Cooperativa Samarcanda di Schio, offrirà consulenza e orientamento all’utilizzo dei servizi socio-sanitari. I cittadini stranieri otterranno tutte le informazioni utili non solo per orientarsi all’interno del nosocomio, ma anche in tutti gli altri servizi sparsi sul territorio, come distretti, consultori e uffici amministrativi.

Al taglio del nastro, oltre al presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4 Alberto Toldo, erano presenti gli Assessori al Sociale dei Comuni appartenenti al territorio, i Primari dei Servizi Ospedalieri, le principali associazioni che si occupano del sociale, gli assistenti sociali dei Comuni e dell’Ulss 4 e gli sponsor del progetto. Il progetto è stato accolto con entusiasmo dai numerosi partecipanti alla sobria cerimonia, ma dopo il taglio del nastro, adesso si spera che il  nella praticità possa davvero dare frutti concreti. Perchè si sa, tra il dire ed il fare, c’è di mezzo il mare.

“La necessità di soddisfare i bisogni socio-sanitari degli stranieri residenti – spiegano Alessandra Sartore e Giovanna Gnata, referenti del progetto – ha evidenziato la complessità dell’interazione con i molti cittadini differenti per lingue e culture e abitudini. Di qui la necessità di offrire un nuovo servizio al passo con i tempi e come le esigenze di utenti e associazioni”.

Gli operatori territoriali ed ospedalieri coinvolti, assieme ai mediatori, saranno formati a questa nuova esperienza tramite seminari, discussioni, lavori di gruppo e consultazioni dirette con le famiglie interessate, sui casi clinici presentati dagli operatori e i vari servizi, secondo l’approccio metodologico della Clinica Transculturale. Sono previsti quindici incontri con i conduttori Gabriel Maria Sala e Susanna Vetturelli dell’Università di Verona, a cadenza mensile, che si terranno all’interno della struttura ospedaliera. Il progetto, che si concluderà nell’aprile del 2015, prevede anche due ulteriori incontri con relatori stranieri.

Naturale prosecuzione del percorso formativo già intrapreso nel 2011 da trenta operatori socio sanitari dell’Azienda e trenta mediatori linguistico culturali con il corso “Mediazione Etnoclinica e Mutilazioni Genitali Femminili”, il progetto, in parte sponsorizzato dalla fondazione no profit Only The Brave Foundation di Breganze, che fa capo al’imprenditore Renzo Rosso, prevede contestualmente anche l’attivazione del Servizio di Clinica Transculturale, che ha come obiettivo favorire negli operatori dei servizi socio sanitari dell’Ulss 4 la conoscenza delle culture diverse in modo da poter trovare soluzioni operative che, a partire dalla comprensione delle abitudini e delle tradizioni altrui, siano utili e soddisfacenti sia per gli utenti che per gli operatori.

La Mediazione Linguistico Culturale cui il progetto si ispira, trova le sue radici nell’Etnopsichiatria, disciplina tra i cui padri fondatori c’è Tobie Nathan, professore di Psicologia all’Università Paris-VIII che nel 1993 ha fondato a Parigi il “Centro Devereux” per l’accoglienza delle famiglie immigrate utilizzando l’integrazione dei diversi saperi e delle varie culture e facendo delle differenze un punto di forza.

 

Toldo: ‘Da Valdastico emigrarono in massa, ora tocca a noi accogliere’

Per volere della dg Daniela Carraro, alla cerimonia i sindaci dovevano indossare la fascia tricolore. Desiderio esaudito dal Presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 4, che ha approfittato della cerimonia per lanciare un sano messaggio d’accoglienza a nome dei cittadini da lui rappresentati. ‘La fascia del mio comune ha un significato molto profondo – ha detto Toldo – colgo l’occasione e sono sicuro di parlare a nome dei colleghi sindaci che qui rappresento, per ricordare un periodo di difficoltà affrontato dalla comunità del paese di 1500 abitanti che amministro. Un momento buio in cui in massa si è stati costretti a lasciare la propria terra per cercare ‘fortuna’ altrove. Siamo stati accolti, ora tocca a noi farlo. E’ il nostro turno’.

Carraro. ‘Occorre allargare la mente e prendere atto che pur provenendo da terre diverse, apparteniamo tutti allo stesso mondo. Stiamo aggiungendo qualità ai nostri servizi – ha detto la dg, ricordando il telefono multilingue – L’integrazione non può restare una parola, non può essere retorica, ma deve essere il nostro agire quotidiano’.

 

Alberto Leoni (Direttore Servizi Sociali Ulss4): ‘Questi nuovi servizi rappresentano un valore aggiunto per la nostra azienda. Spesso avere a che fare con etnie variegate, con persone che hanno usi, costumi e religioni diverse dalle nostre è motivo di tensione e imcomprensione. Questo progetto vuole porre rimedio affinchè si scavalchino schemi che dobbiamo imparare a conoscere se si vuole lavorare costruttivamente’

di redazione Thiene on line

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