“Con queste cifre la legge di stabilità mette letteralmente in ginocchio la sanità. Bocciata senza appello. Quel che è ancora più grave è che in ginocchio non finirà solo quella sprecona, ma anche, anzi prima di tutto, quella virtuosa che, senza l’ombra dei costi standard nei criteri di taglio, paga anche per le aree in profondo rosso”.
Lo dichiara il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce dei dossier esaminati nel corso della seduta straordinaria della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che oggi ha discusso dei contenuti della legge nazionale di stabilità.
“La Sanità – incalza Zaia dati alla mano – sopporterà nel 2016 tagli cumulati pari a 14 miliardi 706 milioni, di cui 4 miliardi e 300 milioni nel biennio 2015-2016, pari a circa il 30% dei tagli dell’ultimo quinquennio. L’importo del Fondo Sanitario Nazionale 2016 conferma una contrazione in valori assoluti dell’1,8% a fronte di una crescita nominale del Pil del 14,7% (solo programmatico). L’incidenza del Fondo Sanitario sul Pil arriva così al livello più basso degli ultimi 10 anni: un misero 6,6%, pericolosamente vicino al 6,5% che l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come soglia sotto la quale inizia a calare l’aspettativa di vita della gente e decisamente più vicino agli standard della Grecia che al 10% dedicato alla salute nei Paesi Europei più avanzati, a cominciare dall’Olanda”.
“Per il 2016 – dice Zaia aggiungendo numeri a numeri – ci sono 111 miliardi, invece che i 115,44 previsti nel Patto Nazionale per la Salute tuttora vigente, e già questo è grave. Ma non basta, perché altri 2 miliardi 350 milioni vengono ulteriormente tagliati rispetto all’Intesa del 2 luglio 2015 (già insopportabile e non approvata dal Veneto) che ne prevedeva 113,097. A questo quadro dobbiamo aggiungere anche 900 milioni in più per i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza-LEA, circa 600 milioni per i nuovi farmaci anti epatite. A questo si aggiunga la beffa del miliardo che lo Stato biscazziere conta di raggranellare dal gioco d’azzardo, grazie al quale incassa 8 miliardi di diritti e ne fa spendere almeno 6 alle Regioni per curare le ludopatie, inserite, a questo punto chissà per quale ratio, nei nuovi Lea e quindi considerate ufficialmente malattie”.
“Tanto basta – conclude Zaia – per una bocciatura totale e per farci immaginare un futuro fosco per la salute degli Italiani e dei Veneti”.