“La piaga dei bocconi avvelenati dura da troppo tempo, nonostante sia vietata dal 1977. Occorrono evidentemente sanzioni più dure contro questi criminali. Nel mio progetto di legge sulla tutela degli animali d’affezione, il numero 348, presentato la scorsa settimana in Commissione, è previsto un intero articolo di legge con tutte le procedure da seguire messe nero su bianco e con multe salatissime”. A dirlo è Andrea Zanoni (Pd) commentando il caso avvenuto a Montebelluna “un cane di montagna dei Pirenei, ucciso probabilmente da un boccone avvelenato poco lontano da casa – spiega l’esponente dem – Il sindaco ha fatto bene ad allertare la Polizia municipale:  è un’azione crudele e barbara e i responsabili meritano il carcere. Muoiono gli animali domestici come i nostri amici a quattro zampe, ma è solo la punta dell’iceberg, perché sono centinaia se non migliaia gli animali selvatici, come le volpi e i tassi, costretti ad una morte atroce e inimmaginabile.  Seguo la questione da diversi anni, in Parlamento europeo feci anche una ricognizione delle migliaia di casi in Italia che dimostravano la gravissima diffusione del fenomeno. Sul Montello è da decenni che si registrano, soprattutto lungo le cosiddette prese. Nonostante sia proibita da quarant’anni, questa pratica è infatti ancora troppo frequente: nel 1977 venne approvata la norma sulla caccia, la 968, che la vietò: prima di allora venivano effettuate dai cacciatori vere e campagne sistematiche di avvelenamento contro i cosiddetti nocivi, in particolare le volpi. A volte si tratta di beghe tra vicini, in altri casi è invece qualcuno a cui è rimasto il vizietto. Le aree a maggior rischio sono quelle dove si attua la caccia o nelle zone di ripopolamenti di lepri e fagiani, in cui – continua il vicepresidente della Commissione ambiente del Consiglio regionale – gli avvelenatori hanno tutto l’interesse a sterminare qualsiasi predatore che possa interferire con l’attività venatoria. La legge è un importantissimo strumento a nostra disposizione per sconfiggere il fenomeno. La 157/92 riguardante la caccia vieta espressamente la diffusione dei veleni con multe fino a 1549,37 euro, mentre le leggi sanitarie prevedono la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46. Lo scorso anno anche il ministero della Salute ha prorogato l’ordinanza concernente norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati. Ricordo poi che, grazie al progetto Ue Life-Antidoto, sono stati istituiti in Italia i Nuclei Cinofili Antiveleno (Nca) costituiti da conduttori o da agenti forestali e cani addestrati in grado di perlustrare il territorio e di individuare eventuali bocconi avvelenati o cadaveri di animali, morti per sospetto avvelenamento- Comunque –  conclude Zanoni – è fondamentale denunciare, segnalando alle autorità fatti e persone sospette. È il solo modo per fermare queste azioni barbare e criminali”.

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