Sono più antichi dei dinosauri e sono sopravvissuti a diverse estinzioni di massa. Ma oggi rischiano di scomparire per la più grande minaccia del pianeta: l’uomo.Si è celebrata la settimana scorsa, esattamente il 14 luglio lo Shark Day, giornata mondiale dedicata agli squali. Esistono circa 500 specie raggruppate nel superordine dei Selachimorpha. Molte di queste sono a rischio estinzione. Fondamentali per mantenere integro l’ecosistema marino, queste antiche creature sono vittime di preconcetti legati alle nostre paure. Ma sono solo pregiudizi. In occasione dello Shark Day, ecco 7 affascinanti curiosità sugli squali.
L’ETÀ DEGLI SQUALI – Gli squali abitavano nei nostri mari ancor prima della comparsa dei dinosauri. Esemplari primitivi nuotavano nelle acque già 450-420 milioni di anni fa. Sono sopravvissuti a diverse estinzione di massa e la loro lenta evoluzione sembra essersi fermata da milioni di anni. Basti pensare che il primo fossile di squalo bianco risale a 60-65 milioni di anni fa. Il loro ciclo vitale dipende dalla specie. Secondo recenti studi, un Grande bianco, ad esempio, può raggiungere anche i 70 anni di età. Ma gli esemplari più longevi sono i misteriosi squali della Groenlandia, il cui esemplare più ‘vecchio’ ha un’età stimata di oltre 500 anni.
RIPRODUZIONE E ACCOPPIAMENTO – Gli squali maschi sono dotati di due organi riproduttori, degli emipeni noti come pterigopodi. Durante la copulazione, in molte specie il maschio ‘addenta’ la femmina per tenerla ferma. Ecco perché alcuni esemplari femminili hanno sviluppato una pelle più robusta. La riproduzione cambia tra specie e specie. Alcuni squali, come il gattuccio, sono ovipari, ossia depongono le uova. Altri, come il tigre o l’elefante sono vivipari, ossia l’embrione si sviluppa nell’organismo materno attraverso un contatto placentale. Altre specie ancora sono ovovivipari, come lo squalo bianco. In questo caso le uova si schiudono nel grembo materno e il nutrimento è dato dall’uovo, non dalla placenta.
SQUALI NEI MARI ITALIANI – Il Mediterraneo accoglie numerose specie di squali, comprese razze e chimere. Il nostro mare ospita una grande varietà di esemplari, di cui fanno parte verdesche, squali elefante, squali martello. E anche il grande squalo bianco. S
QUALI PERICOLOSI? – Nonostante i luoghi comuni, gli squali, anche quelli più temibili, come il grande bianco o il tigre, non predano l’uomo. In media si registrano tra i 50 e gli 80 attacchi l’anno, di cui 5 o 6 mortali. Ma gli squali attaccano l’uomo per errore. Casi come il recente attacco di uno squalo in Egitto, che ha causato la morte di due turiste, sono molto rari. Nonostante siamo spaventati da essi e ci siano numerosi film che giocano su questa paura, non amano il gusto della nostra carne. Ecco perché, nella maggior parte dei casi, quelle rare volte in cui un umano viene azzannato è perché scambiato per una preda: solitamente, infatti, si fermano dopo un paio di morsi. Il problema, però, è che il morso di uno squalo può causare gravi emorragie e, quindi, può essere fatale. Tra le specie considerate pericolose per l’uomo ci sono Il Grande squalo bianco, lo squalo tigre, lo squalo leuca e lo squalo longimano. Anche lo squalo dello Zambesi e lo squalo mako sono responsabili di diversi attacchi all’uomo.
SQUALI BALENA – Il più grande pesce esistente è uno squalo, precisamente lo squalo balena. Nonostante la stazza enorme, è assolutamente innocuo per l’uomo: si nutre esclusivamente di plancton. L’esemplare più grande mai registrato aveva una lunghezza di 12,65 m e un peso di 21,5 tonnellate. SQUALI CONTORSIONISTI – Non solo delfini. Alcuni squali sono in grado di compiere spettacolari evoluzioni. Il cosiddetto “breaching”, comportamento tipico dei cetacei, consiste nel compiere salti e acrobazie fuori dall’acqua. Tra le specie che ne sono in grado c’è il mako, lo squalo pinna nera del reef, lo squalo ‘spinner’ e il grande squalo bianco.
CATENA ALIMENTARE – Gli squali non sono da soli in cima alla catena alimentari degli oceani. Le orche – i più grandi membri della famiglia dei delfinidi – attaccano e si nutrono anche di grandi bianchi. Ma il vero pericolo per loro resta l’uomo, che con la pesca eccessiva, il commercio delle loro carni e le reti in cui vengono catturati accidentalmente, ha causato il declino degli squali e delle razze negli oceani di tutto il mondo.