“Con l’aumento delle temperature si rischia una invasione di zecche, cavallette, zanzare e un incremento del rischio epidemie di siccità, incendi, cedimenti delle montagne e caldo record”. è l’allarme lanciato dagli esperti della Società italiana di medicina ambientale (Sima) che invitano a “invertire la rotta” perchè il rischio concreto è un rapido collasso degli ecosistemi.
“A cio’ si abbina un’anomala distribuzione delle precipitazioni (in riduzione entro una forbice compresa tra il 10 e il 60%), che prendono sempre più spesso la forma di eventi estremi concentrati in autunno-inverno, talora associati ad uragani mediterranei: 60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui”, aggiunge Miani. Lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente siccità è qualcosa di molto più che un campanello d’allarme. “Forse non ci rendiamo conto pienamente che il punto di non ritorno sta per essere raggiunto – spiega Miani -. La crisi energetica in atto rende più difficile abbandonare i combustibili fossili, ma un’inversione della rotta resta indispensabile e indifferibile”.
“Come Sima condividiamo la linea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui qualsiasi azione che vada nella direzione di ridurre le emissioni climalteranti è da considerarsi anche un positivo intervento di sanità pubblica e chiederemo al prossimo Governo di rimettere al centro del nuovo programma il rispetto Accordi di Parigi sottoscritti dall’Italia e nell’ambito della Zero Pollution e Forest Strategy europee, a capi degli inizi dal lancio di una grande ellare campagna di riforestazione da realizzarsi senza ritardi da parte di Regioni e Comuni. L’obiettivo di medio termine dovrebbe essere quello di piantare 350 miliardi di alberi nel mondo per ridurre del 10% la CO2 a livello globale”, conclude Miani.
AGI