Fra allevamenti clandestini in Italia e traffici illegali dall’estero il mercato nero di cani e gatti di razza alimenta in Italia un business criminale che coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie in occasione della Giornata mondiale del cane 2021 che il 26 agosto celebra uno dei migliori amici dell’uomo spesso però vittima di abusi, abbandoni e criminalità.

Il traffico illecito di animali da compagnia – spiega Coldiretti – è uno dei fenomeni malavitosi a maggior impatto sociale visto che una casa italiana su tre (32%) ospita almeno uno o più animali da compagnia che spesso diventano veri e propri componenti del nucleo familiare come dimostrano i 6,3 milioni di italiani che quest’estate – evidenzia Coldiretti – hanno scelto di partire in vacanza con il proprio animale.

Tra quanti hanno in casa un animale – continua Coldiretti – il 20,7% lo ha ricevuto in dono, il 19,3% lo ha preso da una struttura di ricovero, il 17,1% lo ha raccolto dalla strada, il 13% lo ha trovato in un allevamento, il 12,3% lo ha comprato in un negozio, l’11,4% lo ha comprato da conoscenti o privati, il 5,7% ha tenuto il cucciolo di un animale che possedeva già e lo 0,5% lo ha acquistato sul web, secondo Eurispes. C’è poi il lato oscuro del mercato nero – sottolinea Coldiretti – con i cuccioli importati illegalmente dall’estero che, venduti a prezzi che oscillano tra i 60 ed i 1.200 euro, hanno di solito appena poche settimane di vita, non hanno neppure finito il periodo di svezzamento e ovviamente non sono registrati con il microchip d’identificazione richiesto dalla legge.

Questi esemplari, assai spesso imbottiti di farmaci per farli apparire in buona salute, – continua Coldiretti – vengono introdotti nel territorio nazionale accompagnati da una documentazione contraffatta che ne attesta la falsa origine italiana e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti. Gli animali sono il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti. Quello dei cuccioli clandestini – sottolinea la Coldiretti – è un commercio che talvolta si realizza anche con la complicità di alcuni allevatori e negozianti italiani che “riciclano” nel mercato legale animali di provenienza illegale.

Il traffico di animali da compagnia costituisce un danno per tutte le parti coinvolte, ad eccezione di chi lo gestisce. Ad esserne colpiti sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi. E se un cucciolo di razza offerto dal mercato illegale arriva a costare anche solo un ventesimo di quanto si spende nella filiera legale dell’allevamento, si tratta tuttavia solo di un “risparmio apparente” perché – conclude Coldiretti – l’acquisto di cuccioli di razza attraverso circuiti non legali si traduce sovente in una spesa maggiore a lungo termine in cure mediche oppure addirittura nella morte dell’animale malato.

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