Il fatto è datato il 3 di novembre, ma solo ora si è dato notizia per dare spazio alle indagini: oggi, il comunicato stampa delle guardie zoofile che hanno raccontato i dettagli dell’inquietante episodio avvenuto nel tardo pomeriggio a Sovizzo. “La temperatura era gradevole e gli ospiti della struttura che si trova a Montemezzo  stavano tranquilli all’esterno; con loro tre amici a quattro zampe, una asinella e due giovani maschi in un recinto attiguo al centro – raccontano le guardie zoofile – . Poco prima delle 17 scatta il finimondo alcuni colpi di fucile sparati a distanza ravvicinata fanno piovere pallini nella struttura e nella testa agli ospiti, costretti a rientrare, quasi contemporaneamente altri colpi di fucile, uno colpisce l’asina, il povero animale utilizzato nel centro per terapie, comincia a correre come impazzito urlando, rompe la recinzione e solo dopo più di mezz’ora riesce il recupero da parte dei responsabili della struttura”.

“I pallini avevano colpito il muso dell’asinella ma fortunatamente non gli occhi, per cui il veterinario ha sentenziato che non vi era di che preoccuparsi. Ma chi ha sparato? Unico appiglio per le Guardie E.n.p.a. intervenute prontamente il colore e la morfologia di un cane da caccia notato dagli ospiti prima dei colpi di fucile, è stato rintracciato con il proprietario, ma dagli ultimi risvolti potrebbe essere estraneo ai fatti. Il colpo sparato da un’arma a canna liscia che utilizza munizione spezzata non lascia traccia, per cui nessuna possibilità di indagare in quel settore e come purtroppo di prassi il responsabile in questi atti da delinquente vista la mal parata, fugge, anche se notato con quell’abbigliamento da militare con tanto di berretto non è in nessun modo identificabile e la fa sempre franca, un comportamento vigliacco che non fa onore a nessuno, nemmeno naturalmente agli altri cacciatori che sono a conoscenza dei fatti ma tengono rigorosamente le bocche cucite”.

Credo  – ha concluso Renzo Rizzi  del Nucleo Guardie Zoofile E.N.P.A. di Vicenza _ che il Sindaco Paolo Garbin, potrebbe intervenire almeno creando una zona protetta intorno alla struttura, non farebbe che il suo dovere. E’ nelle sue facoltà essendo il responsabile della sicurezza della sua collettività, servirebbe anche per dare un segnale a quei cittadini “con la fedina penale perfettamente pulita” che si comportano sfrontatamente in quel modo contando sull’impunità”. 

di Redazione AltovicentinOnline

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