Sono animaletti silenziosi, non possono comunicare la loro sofferenza. Eppure soffrono tantissimo, fino a morirne. Sono le tartarughine che vivono ‘prigioniere’ in casa, rinchiuse in vaschette e lontane dalla natura. “Malate d’amore” le definisce il veterinario Saverio Meini, che in anni di carriera ne ha viste morire moltissime sotto gli occhi di proprietari convinti di trattarle nel modo giusto.
“Sono ormai tanti anni che visito tartarughe – ha spiegato Meini – Sono pazienti bellissimi che fanno riflettere sul senso della vita. Conducono una esistenza in piena armonia col susseguirsi delle stagioni, affrontando un letargo che solo pochi altri animali riescono a fare. Quando escono dall’uovo sono dei piccoli carrarmati pronti ad affrontare la vita e le sue avversità. Se ci pensiamo, hanno battuto in resistenza i dinosauri e superato cataclismi naturali arrivando ad oggi quasi immutate. Sono fortissime. Eppure mi capita di visitarne tante che stanno male o che sono in fin di vita”.
Il veterinario spiega le motivazioni che portano le tartarughe a soffrire, in alcuni casi fino a morire.
“Succede che molti di noi si innamorino della loro bellezza, specialmente quando sono delle piccole tartarughine grosse quanto una moneta. L’amore che piano piano cresce per loro ci suggerisce di tenerle in casa per proteggerle dal freddo, dar loro da mangiare solo le verdure più succose come la lattuga e il pomodoro. Ma questo è sbagliato. Queste le tartarughe che io chiamo ‘malate d’amore’.
Arrivano in clinica col carapace talmente molle da non sostenere più il loro peso. Sono deboli, denutrite. Il loro becco diventa fragile a tal punto da non consentire loro più di mangiare e spesso muoiono. Questo succede perché le tartarughine hanno bisogno della luce del sole e non di quella artificiale. Devono mangiare verdure spontanee ricche in calcio che rappresentano il loro alimento naturale e non solo lattuga e pomodoro. Hanno bisogno di condurre una vita all’aria aperta e non chiuse in casa. Il giardino è la soluzione migliore e il letargo è una fase normale della loro vita. Non fare far loro il letargo significa non farle vivere secondo le loro necessità. Se veramente le amiamo – conclude il veterinario – lasciamole vivere una vita il più possibile naturale, altrimenti il nostro amore le farà ammalare più di ogni altra malattia”.
di Redazione Altovicentinonline