Quando non se ne può più di sentire le lagne di una persona, capita di dirle “smetti di fare la pittima”.  Un modo di dire apparso ai tempi della Serenissima, ma anche a Genova, che ad oggi viene usato per mettere fine alle lamentele, anche fastidiose a volte, di chi non è mai contento di nulla.

Che sia detto per sfinimento, o per prendere in giro, ‘pittima’ viene rivolto al bambino che fa i capricci, ma anche all’adulto schizzinoso, che si lamenta in continuazione diventando insopportabile.

Se oggi con ‘pitima’ si punta il dito al pedante e lagnoso di turno, un tempo si identificativa una sorte di strozzino, o esattore che dir si voglia, pagato per tartassare le sue vittime tra urla e lamenti.

Un inseguimento senza tregua, svergognando pubblicamente chi aveva contratto un debito. La ‘pittima’ era facilmente identificabile, perché si vestiva di rosso e questo faceva in modo che tutti sapessero che la persona che stava inseguendo non aveva onorato i patti.

P.V.

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