a cura di Miria Fattambrini
Il “Patriarcato” quale causa dell’uccisione di Giulia Cecchetin O il “Patriarcato” e’ veramente la causa dell’uccisione di Giulia Cecchetin?
La cronaca recente ci porta a Vigonovo, con un omicidio efferato, quello della giovane Giulia Cecchetin, uccisa brutalmente dal suo ex fidanzato. Un fatto di cronaca nera che ha scosso e sconvolto una nazione intera e che ha aperto la stura alle solite generalizzazioni. La morte di Giulia è frutto di una società patriarcale, si sente ripetere con la sicumera di chi, magari, non sa nemmeno cosa sia il patriarcato e affronta un argomento così spinoso con superficialità. Secondo l’accezione etimologica del termine il patriarcato fonda le proprie origini circa 4000 anni fa e indica, storicamente, il ruolo di predominio del padre in ambito domestico. Suddetto termine, trasfuso ai giorni nostri, secondo la sua accezione moderna, sta ad indicare una società in cui il potere sarebbe prevalentemente concentrato nelle mani degli uomini, uomini con posizione dominante rispetto a quello femminile da cui scaturirebbe il fenomeno della violenza di genere. Ora, dinnanzi a casi come quello della povera Giulia, lecito porsi delle domande, anche perché sarebbe di grande utilità sociale comprendere i motivi e i meccanismi che muovono la mano di un assassino, ma camminiamo in un campo oscuro, minato, dove porsi delle domande è lecito e doveroso, ma dove altrettanto doveroso è non generalizzare. Partendo dal presupposto che il profilo genetico di ogni individuo è praticamente unico, ovvero partendo dal presupposto dell’unicità dell’essere, l’uomo, il suo gene, può davvero essere considerato il colpevole della morte di Giulia? Servirà forse ripetere che la responsabilità è sempre individuale, che le responsabilità collettive o di genere non esistono? La società (anche volendola considerare patriarcale) crea molti frutti, ma tutti i frutti sono guasti, marcescenti? Forse oltre al patriarcato c’è altro su cui indagare? Dare tutto ai figli forse è sbagliato? Non dire mai no forse è sbagliato? Giustificarli sempre forse è sbagliato? Risolvere sempre i loro problemi e non insegnare a loro a risolverli forse è sbagliato? Tante domande, un’unica certezza: privare un soggetto della propria vita è un atto disumano, orribile, al di fuori di ogni concetto di normalità ma può essere che le ragioni vadano oltre al patriarcato e ci sia altro su cui indagare?