A volte capitano fenomeni inspiegabili, come quello di abbandonare un termine senza che lo stesso venga sostituito con uno nuovo o più moderno.
Dardellare, è un bellissimo termine arcaico che, seppure non più usato negli ultimi secoli, prende il suo posto In punta di lingua, aggiungendo una curiosità alla rubrica.

Il significato: battere i denti, rabbrividire

Dardellare, oltre ad avere un suono assolutamente in sintonia con molti altri vocaboli in uso attualmente, descrive un azione in modo talmente facile e onomatopeico, che il suo disuso rimane insipegabile. Il rumore del battito dei denti meglio non poteva essere descritto dal termine di cui parliamo.

Proporre ai più esigenti amanti della lingua di “adottare”  il verbo,  farlo rinascere sembra quasi un obbligo, per usare dardellare al posto di ‘tremare dal freddo’.

Abbiamo adottato termini nuovi, dalle scuole elementari, come se la lingua italiana ne avesse bisogno, dimenticando quanto in tanti secoli, poeti ed artisti di immenso valore ci hanno lasciato.

Nel 1836 Francesco Redi fece la stessa denuncia su l’Almanacco Aretino, ma anch’egli non ebbe fortuna.

“1445 sono le Voci Aretina ini registrate: ma tra queste ve n’è alcune di cui di presente è al tutto cessato l’uso tra noi: come… dardellare per tremar dal freddo

Nel XIII secolo Cecco Angiolieri, tra i più significativi poeti dell’epoca,contemporaneo di Dante Alighieri, nelle sue “Rime” scriveva:

Di gioia mi vesto, di noia mi spoglio, e ciò, ben ch’è ’n l’amor, a me’ l’arreco; ben posso dire: – Ave, Dominus teco – poi mi guardò di venir a lo scoglio; del quale i’ era sì forte temente ch’a tutte l’ore, ch’i’ a ciò pensava, si dardellava tutto a dente a dente, e non ch’altrui, ma me stess’odïava.

J.G

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