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Fara Vicentino. La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo

La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo appartenne fino al 1180 ai monaci agostiniani, ai quali venne restituita nel 1246, dopo che per una sessantina d’anni fu gestita dal clero secolare.

Il termine “ecclesia S. Bartholomei de loco Bregancii” mette in evidenza l’antico legame con la pieve di Breganze, ma in seguito alla lite scoppiata nel 1281 tra l’arciprete di Breganze e il priore di San Bartolomeo, il vescovo di Padova Giovanni Forzatè de Transalgardi dichiarò il monastero – con i suoi beni e i suoi parrocchiani – esente dalla giurisdizione dell’arciprete. In documenti successivi (1297) è indicato come “Hospitale S. Bartholomei de Farra”.

Nel 1438, il monastero col chiostro e il refettorio già in cattivo stato, dopo essere stati per qualche tempo in possesso dei canonici di San Giorgio in Alga, passò con bolla papale alla “mensa del Capitolo della Cattedrale di Padova”, che godette delle decime ed elesse il curato fino al luglio del 1888: la comunità e la confraternita della Concezione di Maria Vergine elesse invece i due cappellani.

La chiesa, che alla fine del Settecento aveva tre altari, venne ricostruita tra 1851 e 1859 in stile neoclassico e ad una sola navata. Resasi insufficiente, fu ampliata negli Anni ’30 del Novecento con due navate laterali e con un’abside, mentre la facciata fu completata nel 1970.

All’interno, la pala dell’altare maggiore raffigurante Maria Vergine tra santa Lucia e Maria Maddalena è opera di Jacopo da Ponte, celebre pittore bassanese del Cinquecento.

Fonte Pedemontana Vi