Instancabile, inarrivabile eppure così umana. Più che una regina, un mito. E nella storia lei c’è già di diritto, praticamente da quando è nata: parliamo di Elisabetta II d’Inghilterra, 96 primavere compiute lo scorso 21 aprile e fresca di festeggiamenti per i suoi 70 lunghi anni di regno.
Capace di sguardi austeri e di sorrisi brillanti, lei regina lo divenne di fatto mentre si trovava in terra d’Africa, precisamente in Kenya quando il 6 febbraio 1952 suo padre, Giorgio VI morì per le complicanze di una malattia che lo aveva fortemente debilitato negli anni. Incoronata il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster, accompagnata nel suo lungo cammino in buona parte sotto i riflettori dall’amato Filippo – scomparso un anno fa a 99 anni – Elisabetta è il Capo di Stato in carica da più tempo e il suo regno è al 3º posto nella classifica dei regni più lunghi: un terzo posto che entro dieci giorni diventerà il secondo, superando i 70 anni e 126 giorni di Bhumibol Adulyadej (Rama IX) re di Thailandia.
Nelle sue sette decadi al trono, oltre ad aver conosciuto 14 primi ministri del regno Unito, ha compiuto circa 120 viaggi visitando 270 Paesi del mondo: non solo privilegi e inchini, ma anche una vita a schivare scandali e attutire i non pochi colpi di scena, spesso negativi, con protagonisti membri della sua royal family. Anche lei ha avuto i suoi alti e bassi in termini di gradimento, ma non ha mai pensato di mollare: nemmeno adesso, più incerta nel suo passo ora accompagnato da un bastone, costretta a selezionare gli impegni e a rinunciare a tante sue passioni. Una vita di servizio nel rispetto del giuramento compiuto: ‘The things which I have here before promised, I will perform and keep. So help me God’ (Le cose che ho qui prima promesso, le eseguirò e manterrò. Quindi aiutami Dio).
E mentre le fastose celebrazioni del suo Giubileo di Platino volgono al termine in una Londra tirata a lustro e invasa da milioni di sudditi adoranti, rimane l’esempio che speriamo di rimpiangere il più tardi possibile: col verde acceso del suo abito, ieri dalla balconata di Buckingam Palace, quasi un messaggio di speranza a chi ambisce ad un’aulica rappresentazione del potere e a chi è chiamato ad alti uffici e lo deve fare nella consapevolezza dell’incarico ricoperto, oneri ed onori. Dal Sindaco di paese allo scranno più prestigioso e conosciuto, giorno dopo giorno. God save the Queen.
M.Z.
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— Dan Walker (@mrdanwalker) June 4, 2022