Con la ripresa delle attività in montagna, che si possono svolgere da soli o con la propria famiglia, torna la preoccupazione dei volontari del Soccorso Alpino, che raccomandano “massima prudenza”.

L’attenzione deve essere veramente alta, perché le passeggiate e le attività in montagna potranno ricominciare ma in un contesto completamente diverso dal solito. Rifugi e baite saranno chiusi ancora per un po’ e manca quindi la possibilità di rifornirsi di acqua e cibo e i bivacchi possono accogliere persone solo in caso di emergenza.

Non saranno uscite nel confort quindi, ma è fondamentale portare con sé il minimo necessario e conoscere i percorsi.

“Ricordiamo a tutti i frequentatori della montagna che la Fase 2 appena iniziata deve vederci partire con assoluto rispetto delle norme vigenti, gradualmente e all’insegna della prudenza – hanno spiegato dal Soccorso Alpino – Al riguardo sconsigliamo di muovervi da soli. Informate sempre qualcuno dei vostri spostamenti e tempi presunti di rientro, avvertendo in caso di cambiamenti nel programma. Usciamo da quasi due mesi di scarsa attività, quindi vi consigliamo vivamente di ripartire con uscite alla portata, senza superare i vostri limiti. I rifugi continuano ad essere chiusi, i bivacchi possono accogliere le persone solo in caso di emergenza e “L’accesso equivale all’assunzione di responsabilità per l’utente del rischio di contagio da Covid – 19, non essendo luoghi controllati” si legge in una nota del Cai Veneto. In caso di necessità, contattare il 118. Le nostre squadre, come già avvenuto durante la prima fase, risponderanno ad ogni eventuale chiamata di intervento”.

Come nella fase di ripresa nelle attività lavorative, anche nel ricominciare ad andare in montagna è di fondamentale importanza la responsabilità individuale. Non solo per continuare nelle disposizioni di contrasto al covid-19, quanto anche per non imbattersi in difficoltà in montagna che potrebbero risultare pericolose, se non addirittura fatali.

di Redazione Altovicentinonline

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