«Pronto, le interessa cambiare fornitore del gas?». Quante volte nel mezzo di una riunione importante, durante una cena o mentre si guida si riceve una telefonata sul cellulare e, rispondendo, ci si sente proporre da operatori e call center contratti telefonici o sconti sulle bollette di luce e gas?  Un fenomeno chiamato «telemarketing selvaggio» che da anni assilla i cittadini vittime di telefonate commerciali non desiderate, e destinato – almeno sulla carta – a sparire il prossimo 27 luglio, data entro la quale è prevista l’attivazione del Registro pubblico delle Opposizioni.
Un addio che, tuttavia, rischia di non essere definitivo, “in ragione della presenza di operatori che agiscono nell’illegalità e nel sommerso o da sedi estere», come sottolinea il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli.

Il nuovo Registro pubblico delle opposizioni disciplinerà il trattamento delle numerazioni telefoniche nazionali fisse e mobili degli utenti e dei corrispondenti indirizzi postali, e si applicherà a tutte le comunicazioni telefoniche con qualunque mezzo effettuate – sia tramite operatore, sia mediante sistemi automatizzati di chiamata – oppure tramite posta cartacea, finalizzate all’invio di materiale pubblicitario, alla vendita diretta di beni e servizi e al compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

COME CI SI ISCRIVE Ciascun utente può chiedere al gestore del Registro che la numerazione della quale è intestatario o il corrispondente indirizzo postale siano iscritti nel registro per opporsi al trattamento dei propri dati per fini di telemarketing o per il compimento di ricerche di mercato. L’iscrizione avviene gratuitamente secondo le seguenti modalità: -web, compilando il modulo elettronico alla pagina www.registrodelleopposizioni.it -telefono, chiamando il numero verde 800 265 265 -email, inviando l’apposito Modulo all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it -raccomandata. Gli iscritti possono revocare in qualunque momento la propria opposizione nei confronti di uno o più operatori. Con l’iscrizione al registro si intendono revocati tutti i consensi precedentemente espressi, con qualsiasi forma o mezzo, che autorizzano il trattamento di numerazioni telefoniche nazionali.

COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI L’operatore di telemarketing che utilizza i dati presenti negli elenchi telefonici pubblici è tenuto a verificare con il RPO le liste dei potenziali contatti, tramite una serie di servizi disponibili sul sito del registro stesso. Gli operatori sono tenuti a registrarsi al sistema gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni e a comunicare la lista con i dati che intendono contattare. Il Gestore, mettendo a confronto le informazioni contenute nel Registro e la lista dei contatti fornita dall’operatore, eliminerà da quest’ultima tutti i dati degli abbonati che hanno richiesto di non ricevere comunicazioni commerciali indesiderate

VIGILANZA E SANZIONI In caso di violazione delle disposizioni, le società di telemarketing rischiano sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 milioni di euro, e per le imprese sono previste multe fino al 4 % del fatturato totale annuo. Gli utenti possono denunciare abusi e il mancato rispetto del Registro da parte di call center e operatori inviando una segnalazione attraverso il sito del Garante per la privacy.

L’incognita dei call center all’estero

Il Registro, tuttavia, potrebbe rivelarsi un flop, in quanto le nuove disposizioni non si applicano ai call center ubicati all’estero, e a causa della presenza di operatori illegali capaci di aggirare le norme. E che il telemarketing sia un business che fa gola a molti lo confermano i numeri: in base alle stime del Codacons, il comparto genera in Italia un giro d’affari da 4 miliardi di euro annui, con la vendita telefonica di beni e servizi che produce un volume, per l’intera filiera, stimabile in 40 miliardi di euro. 1.400 sono le aziende di call center in «outsourcing» attive nel nostro paese, per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. Considerati anche i call center interni alle aziende, il telemarketing registra circa 120.000 occupati in Italia. «L’efficacia del Registro pubblico delle opposizioni la vedremo sul campo nei prossimi mesi, alla prova dei fatti, anche in ragione della presenza di operatori che agiscono nell’illegalità e nel sommerso o da sedi estere, il che rende necessario definire in modo chiaro la catena della responsabilità all’interno delle varie filiere di committenza», afferma Baldelli, appoggiando sul tema il modello olandese “basato sul presupposto che nessuno possa ricevere telefonate commerciali, salvo coloro che abbiano reso esplicito il proprio consenso.

 

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