Giulia è morta ad Adria a 23 anni per mano di suo marito e ha lasciato una bimba di 4 anni. La maranese Anna Filomena Baretta ha lasciato 2 ragazzine poco meno di un anno fa e ieri, un marito violento residente a Schio è stato denunciato per atti persecutori nei confronti della giovane moglie, mandata in ospedale tante volte con i segni evidenti delle sue percosse.  Sono oltre 50 le vittime del 2019 (fino ad oggi), donne a cui la vita è stata strappata a causa di atteggiamenti di possesso, di gelosie psicotiche, di violenze terribili.

I casi di femminicidio non si placano e l’invito a fare qualcosa in fretta arriva da Sara Cunial e Silvia Benedetti, onorevoli nel Gruppo Misto, che invitano gli uomini a denunciare  i loro conoscenti colpevoli di atteggiamenti violenti contro le donne e invita le donne a stare più attente sia nelle frequentazioni sia nella mancata denuncia di chi ha compiuto atti violenti verso di loro.

“Chi vi ama non vi maltratta e chi vi maltratta va denunciato – è l’appello della parlamentare – Si tratta di un passo difficile da compiere ma necessario perché chi vi ama vi rispetta”.

Sara Cunial e Silvia Benedetti riconoscono che il ‘Codice Rosso’ per le donne vittime di violenza, approvato lo scorso luglio, “è stato un primo passo ma evidentemente non sufficiente. E’ necessario le istituzioni intervengano sempre più tempestivamente, per evitare il ripetersi di casi simili. Anche nel caso di Giulia (la 23enne uccisa ad Adria) il refrain era quello ascoltato in troppe altre occasioni: l’uomo tratta la donna come un oggetto di sua proprietà, senza potersi ribellare, alzare la testa e o poterlo lasciare. Si tratta di una mentalità patriarcale dura a morire che va combattuta attraverso il dialogo, specialmente con le generazioni più giovani auspicando ciò contribuisca a farla sparire. Vogliamo rivolgere due appelli, il primo agli uomini: se conoscete altri uomini che maltrattano le donne denunciateli voi stessi, perché esprimono una mascolinità malata. Il secondo è rivolto alle donne che subiscono violenza: chi vi ama non vi maltratta e chi vi maltratta va denunciato. Si tratta di un passo difficile da compiere ma necessario, perché chi vi ama vi rispetta”.

Il ruolo della stampa nel linguaggio della denuncia

Sara Cunial e Silvia Benedetti hanno lanciato un appello anche alla stampa, a loro dire colpevole spesso di utilizzare un linguaggio che sembra voler giustificare l’omicida. “Uccisa per troppo amore”, “Lei era sempre sui social”, “Vestiva con abiti succinti”, sono solo alcune delle frasi che si leggono spesso. Anche il sindaco di Marano Vicentino Marco Guzzonato, commentando un articolo riferito alla sua concittadina morta nel novembre del 2018, ha dichiarato: “L’articolo adombra delle circostanze che sembrano voler mettere in cattiva luce la vittima, che ha già pagato con la vita e non merita certo di subire postume dietrologie giornalistiche. A quale scopo infatti, serve fornire per voce del carnefice quanto e come la vittima utilizzasse internet, se non a ridimensionare l’uno e l’altro ruolo in questa terribile vicenda? E d’altra parte, dove sono il rispetto e il dovere di tutela di noi adulti verso le due giovani figlie di Anna Filomena Barretta che leggeranno quell’articolo?”

A.B.

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