Un sito dal titolo emblematico, controlemolestie.it, al quale chiunque può collaborare e un progetto di sensibilizzazione attraverso il quale gli alpini “sappiano riconoscere i comportamenti inadeguati ed al tempo stesso si adoperino a sorvegliare in modo che tali comportamenti non vengano mai agiti, da nessuno”. A diversi mesi dall’adunata di Rimini (che nello scorso maggio ha portato denunce per molestie e strascichi di polemiche) l’Associazione nazionale alpini mette in campo delle iniziative per “promuovere un cambiamento culturale che passi in primo luogo attraverso l’esempio: abbiamo avviato al nostro interno un progetto di sensibilizzazione attraverso cui i nostri associati sappiano riconoscere i comportamenti inadeguati ed al tempo stesso si adoperino a sorvegliare in modo che tali comportamenti non vengano mai agiti, da nessuno”.

Non solo, ma “intraprenderemo azioni rivolte a tutti, raccogliendo anche questa sfida che poche realtà si sono candidate ad affrontare, lasciando le donne spesso sole ad affrontare questo tema, in un clima troppe volte contraddistinto da sterili contrapposizioni”, precisa l’associazione. Che è nata, si ricorda, “con scopi solidali dalle sofferenze della Grande Guerra, da oltre un secolo opera a favore della comunità e interviene ovunque ci siano persone in difficoltà, attraverso soprattutto l’azione del fare, unanimemente riconosciuta come tratto distintivo delle penne nere”.

In Italia il 31% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale, prosegue l’associazione citando i dati Istat: “Parliamo di quasi 7 milioni di donne, ovvero una su tre. Oltre l’80% delle donne è stata oggetto di molestie verbali: fischi, approcci a sfondo sessuale, che in altre nazioni costituiscono reato”. Si tratta di “una situazione non accettabile in una società civile e libera, in difesa della quale l’Associazione nazionale alpini lavora da 103 anni”.

Da qui la nascita del sito, sul quale campeggiano alcune frasi: “Le molestie verbali non sono complimenti non graditi. Non sono atti di goliardia. Sono gesti malsani, apprezzamenti di natura sessuale rivolti in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso, a una donna incontrata per strada o in un luogo”.

Il percorso avviato dall’Associazione “comprenderà confronti e alleanze con chiunque voglia veramente dare un contributo positivo perché il cambiamento sia reale, portando il messaggio ovunque sia possibile, comunicandolo ad una platea sempre più ampia. Per dare a questa sfida un’opportunità di realizzazione concreta, ci avvicineremo ad essa in modo realmente trasversale, ponendoci in ascolto delle voci più diverse, sempre a disposizione per lavorare con tutti, come abbiamo sempre fatto nella nostra storia, senza preconcetti”. L’associazione si dice “già al lavoro anche attraverso tutte le nostre ottanta Sezioni sparse in tutta Italia”

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