Congedo col botto. La Dirigente scolastica dell’Istituto Tullia Zevi, a Roma, prima di lasciare la scuola per andare a ricevere l’incarico in un altro istituto  ha voluto salutare i genitori di alcuni alunni, scagliandosi contro quelli che ritiene essere un pessimo esempio per i figli.

Che la scuola sia profondamente cambiata è un dato di fatto, colpa del salto generazionale e dei nuovi mezzi di comunicazione che spesso vanificano il fine educativo della scuola stessa, ma prima ancora della famiglia.

È quanto emerge nella lettera della Preside che accusa i genitori dei suoi alunni di dare origine a chat di classe nelle quali volano continuamente offese e minacce reciproche. Un linguaggio ed un metodo di approccio che ovviamente i figli fanno propri, sfociando poi in episodi di bullismo, violenza e calunnie.

Tanti gli episodi che si sarebbero registrati nel corso degli ultimi 5 anni, stando alle parole della Preside, vittima diretta di atti vandalici e minacce.

Come scrive anche Tgcom24, la Preside, nella sua lettera di commiato ha definito sarcasticamente i genitori destinatari “simpatici promotori di chat di classe” che però “appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro con turpiloqui e minacce. E poi si lamentano quando tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo”.

A finire nel mirino della Preside che ha colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, sono state soprattutto le madri delle giovani alunne del Tullia Zevi. Spesso le adolescenti sono state vittime di commenti pesanti per via dell’abbigliamento succinto indossato, sicuramente non consono ad un istituto scolastico, una cattiva abitudine della quale pare le madri non si siano preoccupate. Anzi la preside scrive di: “Signore agée che esordiscono cercando visibilità in minigonna e calze a rete perché si lamentano poi se le figlie – non proprio silfidi – vengono sbeffeggiate dai compagni di classe? Hanno mai riflettuto sul valore del loro esempio?”.

Un messaggio che difficilmente poteva essere espresso più chiaramente. La Dirigente che ha ormai lasciato la scuola ha ricevuto tante polemiche, ma anche diversi consensi, sintomo che qualcuno ha nostalgia dei tempi in cui la scuola era considerata palestra di vita, non solo per gli alunni, ma anche per le famiglie che manifestavano il loro rispetto verso l’istituzione scolastica e collaboravano con gli insegnati per fornire ai ragazzi il miglior esempio possibile.

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