Non si configura il reato di produzione di materiale pornografico quando un over 14 acconsente alle relative riprese, anche con un adulto, purché ad uso privato. È quanto stabilisce una “informazione provvisoria” della Cassazione. Una decisione choc per l’associazione Pro Vita & Famiglia.

“Nel rispetto della libertà individuale del minore con specifico riguardo alla sfera di autonomia sessuale – sta scritto nel documento -, il valido consenso che lo stesso può esprimere agli atti sessuali con una persona minorenne o maggiorenne, ai sensi dell’art. 609 quater cod. pen., si estende alle relative riprese, sicchè è da escludere, in tale ipotesi, la configurazione del reato di produzione di materiale pedopornografico, sempre che le immagini e i video realizzati siano frutto di un a libera scelta e siano destinati all’uso esclusivo dei partecipi all’atto.

“Al di fuori dell’ipotesi descritta – recita ancora la Cassazione -, la destinazione delle immagini alla diffusione può integrare il reato di cui all’art. 600 ter, primo comma, codice penale, ove sia stata deliberata fin dal momento della produzione del materiale pedopornografico. Viceversa le autonome fattispecie di cui al terzo e quarto comma dell’art.600 ter, ricorrono – continua la sentenza – allorchè una qualsiasi delle condotte di diffusione o offerta in esse previste sia posta in essere successivamente ed autonomamente rispetto alla ripresa legittimamente consentita ed al di fuori dei limiti sopra indicati”.

Tradisce la Costituzione, legalizza la pedopornografia e mette in pericolo milioni di bambini: sarà questo, secondo Pro Vita & Famiglia la conseguenza della sentenza. “Le Sezioni Unite della Cassazione hanno tradito la Costituzione Italiana, mettendo in pericolo milioni di ragazzini. Assurdo! Proprio in un periodo storico dove l’ipersessualizzazione dei minori, soprattutto online, rappresenta un vero e proprio dramma!”, commenta il presidente dell’associazione, Antonio Brandi.

“Con la foglia di fico della libertà – prosegue Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus – nella sentenza si si fa riferimento al diritto del minore ad avere rapporti sessuali anche con maggiorenni è poi si sdogana la possibilità di registrare, ad uso privato, rapporti sessuali con minori di 18 anni, tecnicamente anche con chi ha il doppio della loro età. Una sentenza choccante, che banalizza la pedofilia e la pedopornografia e rende vani gli enormi sforzi contro queste piaghe e contro l’ipersessualizzazione dei minori”.

“Infine, come se non bastasse – conclude la nota di Pro Vita & Famiglia – la stessa Cassazione mette colpevolmente le mani avanti specificando che ‘è tutto lecito’ purché sia finalizzato ‘all’uso esclusivo dei partecipanti’. Una toppa inutile che mette in pericolo milioni di adolescenti soprattutto dalla crudele pratica del ‘Revenge Porn’, che sappiamo ha già causato numerose vittime in Italia”.

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