L’educazione civica in Italia gode di buona salute, ma ancora se ne fa troppo poca, e l’estrazione sociale della famiglia di provenienza resta determinante per sviluppare una sensibilità civica nei giovani alunni. Sono stati presentati da Invalsi i risultati italiani dell’International Civic and Citizenship Education Study (ICCS) riferiti al 2022, l’unico grande studio internazionale dedicato all’educazione civica e alla cittadinanza, l’insegnamento che abbraccia i temi della sostenibilità, della diversità, del digitale, della politica e della cittadinanza globale. Più di 40mila insegnanti, 22 Paesi coinvolti, per circa 82mila studenti tra i 13 e i 14 anni (i giovani italiani che hanno partecipato sono 4300).

IL PUNTEGGIO ITALIANO SUPERIORE ALLA MEDIA

In Italia il punteggio medio di 523 punti non è molto diverso da quello del 2016 (524). Rispetto agli anni precedenti i risultati non peggiorano, ma non riescono neanche a migliorare. Gli studenti registrano punteggi superiori rispetto alla media internazionale, segno del fatto che il sistema educativo italiano tiene, anche se con differenze territoriali. Se i risultati del Centro del Sud non si discostano significativamente dalla media nazionale, nelle macroaree del Nord Est e del Nord Ovest i punteggi medi sono superiori alla media nazionale e nel Sud Isole significativamente inferiori. A livello internazionale, le studentesse hanno dimostrato una conoscenza civica superiore a quella degli studenti maschi: un divario che si registra anche su scala nazionale, dove le ragazze hanno ottenuto in media 27 punti in più dei ragazzi.

LO STATO SOCIOECONOMICO DELLA FAMIGLIA INCIDE

Lo status socioeconomico (SES) della famiglia di provenienza si conferma però strettamente legato ai risultati degli alunni: hanno registrano punteggi più elevati gli studenti che hanno dichiarato di avere molti libri in casa (In Italia, una differenza media di 67 punti in più). L’educazione civica, quindi, si conferma uno strumento fondamentale per formare i cittadini di domani: i risultati internazionali in ICCS 2022 dimostrano che gli studenti con livelli più elevati di conoscenza e comprensione civica tendono a essere più favorevoli alla parità di genere e sostenere maggiormente la parità di diritti per gli immigrati e per tutti i gruppi etnici. Gli studenti che hanno livelli più elevati di conoscenza e comprensione civica sono anche più aperti alla diversità, più favorevoli alla protezione dell’ambiente, più propensi a votare alle elezioni.

AMBIENTE E INQUINAMENTO I TEMI CHE PREOCCUPANO I GIOVANI

A livello internazionale, il 73% degli studenti è d’accordo sul fatto che l’immigrazione porti benefici culturali, sociali ed economici al proprio Paese. Una percentuale che sale all’80% in Italia. Ma è l’ambiente la tematica che preoccupa maggiormente gli adolescenti: in tutti i Paesi le preoccupazioni per il cambiamento climatico come minaccia globale sono aumentate rispetto al 2016. Cresce, tra i 13enni, la paura per l’inquinamento, percepito come una minaccia per il 78% degli studenti a livello internazionale (in Italia si sale all’86%). Altre preoccupazioni sono la carenza idrica (72%), i cambiamenti climatici (69%), e poi i conflitti (52%), le malattie infettive (52%) e la crisi finanziaria (50%).

I GIOVANI CREDONO NELLA DEMOCRAZIA, ANCHE SE NON SI OCCUPA DI LORO

Più di un terzo degli studenti ha affermato di parlare di questioni politiche o sociali con i genitori: in Italia sono il 47%, in aumento rispetto al 2016 (34%). Circa tre quarti degli studenti prevedono che parteciperanno ‘probabilmente o sicuramente alle elezioni nazionali o locali. Uno studente su tre, a livello internazionale, ha dichiarato di essere abbastanza o molto interessato alle questioni politiche e sociali (in Italia il 39%). Una proporzione molto più alta tra gli studenti che hanno genitori più interessati alle questioni civiche.

La democrazia resta ancora la migliore forma di governo, per i giovani di oggi. Ma molti studenti hanno espresso opinioni critiche sul funzionamento del sistema democratico, e poco più della metà degli studenti concorda sul fatto che i loro rappresentanti eletti rappresentino bene gli interessi delle persone nel loro Paese. I giovani italiani sono meno soddisfatti del proprio sistema politico e più critici nei suoi confronti rispetto alla media internazionale: solo per il 36% degli studenti italiani ‘i parlamentari rappresentano bene gli interessi dei giovani’.

Tribunali (64%), media tradizionali (61%), governo nazionale (58%) e Parlamento (53%) sono le istituzioni verso le quali i giovani, in Italia, hanno più fiducia. Per informarsi, invece, gli adolescenti del nostro Paese preferiscono ancora la Tv, anche se in calo (68% rispetto a una media internazionale del 49%); seguita dal confronto con i propri genitori (47%), internet (43%) e i giornali (28%).

Con gli amici si parla meno che con i genitori/tutori, ma comunque in misura maggiore rispetto al 2016. Sui social, invece, i giovani si limitano a ‘mettere like’. Meno frequentemente condividono, commentano o postano i propri contenuti su questioni politiche o sociali. A scuola, sia a livello internazionale che nazionale, gli studenti tendono di più a votare i propri rappresentanti di classe piuttosto che a candidarsi per farsi eleggere. Il volontariato è più diffuso che a livello internazionale che nazionale (media ICCS: 37% – ITA: 28%) , mentre in Italia prevale la partecipazione a gruppi/organizzazioni di ispirazione religiosa (ICCS: 33% – ITA: 43%).

I GIOVANI CHIEDONO PIU’ PARTECIPAZIONE

I giovani però chiedono più partecipazione: in Italia, le aspettative degli studenti di partecipare a future attività civiche a scuola sono più elevate della media ICCS, soprattutto per le ragazze e per chi è interessato alle questioni politiche o sociali. I 13enni italiani vorrebbero eleggere i rappresentanti di classe/istituto, aderire a gruppi di studenti impegnati in campagne di sensibilizzazione; candidarsi come rappresentante di classe/istituto; partecipare a discussioni in assemblee o raduni studentesche. Gli adolescenti italiani sono anche pronti ad impegnarsi in prima persona per l’ambiente, rifiutando l’acquisto di prodotti dannosi per l’ambiente; partecipando alle proteste; incoraggiando altre persone a impegnarsi.

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